La Cabalà. e l'origine del
mondo,
come chiave per capire il rapporto tra maschile e
femminile.
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Fra i tanti, il tema
dell'origine del mondo è certamente quello dove il
conflitto fra la Scienza e la Torah ha raggiunto la punta
massima.
Ora, l'esoterismo che si basa su una corretta
interpretazione del testo biblico, cioè la Kabbalà
- come soluzione del contrasto - propone la visione, il cui
assunto fondamentale consiste nel ritenere che esistono due
creazioni non una sola: una è quella descritta dalla
Scienza e l'altra è quella descritta dalla Bibbia. Dio ha
creato il mondo due volte: di una sola di esse parla la Scienza,
la quale, pur avendo raggiunto conoscenze abbastanza
significative e corrette, non ha acquisito il quadro complessivo
dell'intero progetto. La Scienza comincia infatti dal così
detto Big-Bang, quando una "massa", non si sa bene di che cosa,
probabilmente era al 99% di "fotoni" quindi "Luce", esplode e via
via comincia la formazione degli elementi e di tutto il
resto.
Questa, secondo la Kabbalà, è invece solo una delle
fasi della Creazione. Ma procediamo con ordine.
Secondo la Kabbalà, dunque, "agli inizi", prima della
creazione del mondo esisteva solo una Luce Infinita (Or Ein Sof)
che riempiva tutta l'esistenza, e che rappresenta la prima
manifestazione di Dio, l'irradiazione della sua coscienza
perfetta ed infinita. Siamo di fronte ad uno stato perfettamente
omogeneo, unidimensionale, pura consapevolezza al di là
del tempo e dello spazio. In esso sono contenute tutte le
infinite possibilità dell'esistenza,tutte le creature che
verranno e quelle che non lasceranno mai lo stato della sua
potenzialità. La Luce infinita è la sorgente
inesauribile che alimenta incessantemente i molteplici livelli
della realtà creata. Pur essendo in tutto e per tutto
divina, la Luce infinita non è identificabile con
l'essenza dell'Essere Divino del tutto inconoscibile ed
irrappresentabile. Il rapporto che c'è tra l'Essenza della
Divinità e la Luce infinita è come quella esistente
tra "Dio" ed il suo "Nome".
Come poteva dunque questo universo celeste contenere un mondo
finito?
L'Or Ein Sof ha dovuto subire un restringimento o,
per dirlo intermini kabbalistici, tramite lo TZIMTZUM è
stato creato uno spazio vuoto ed oscuro. Dopo aver creato questo
spazio Dio fece scendere in esso una "Linea di Luce" concentrata
che rappresenta il prototipo dell'Albero della Vita, con le sue
dieci entità "strette", "compresse" in una "linea" sola
che entra nel "vuoto". Più semplicemente possiamo dire che
in quella singola linea luminosa che entrava nello spazio vuoto,
ricettivo e disponibile, erano concentrati tutti i mondi e tutte
le creature. Certamente, con molta verosimiglianza, si potrebbe
parlare di maschile e di femminile che si incontrano, quasi a
rappresentare il primo incontro sessuale della Creazione, e
così la Scienza sarebbe più incline a seguire e ad
apprendere i termini della costruzione, ma c'è da dire che
tutti questi fenomeni innanzitutto richiedono un approccio di
tipo spirituale.
Questo processo continua per un tempo indefinito:
è la prima creazione. Galassie e stelle sono formate, i
pianeti si coagulano,esseri umani nascono e crescono. Intere
civilizzazioni si alternano, mentre un evento tragico, di
proporzioni inimmaginabili, va delineandosi all'orizzonte.
è la SHVIRAT
HA-KELIM (la Rottura dei Recipienti).
Per motivi, ai quali ora accenneremo, Dio aumenta
la potenza della luce oltre le possibilità ricettive della
struttura fin qui creata, sicchè i "recipienti",
cioè tutti i mondi inferiori fisici e spirituali, vengono
distrutti da questa pressione cosmica. Qui, anche la Scienza, per
così dire "sente" l'esplosione e comincia la costruzione
del sistema partendo dal suo Big-Bang. Quali furono i motivi che
indussero Dio a distruggere ciò che stava creando?
Innanzitutto, nella Luce infinita, da cui tutto
promana, c'era una così tanta forza di coesione che non
consentiva o che non convinceva le singole anime a distaccarsene,
le singole creature a differenziarsi, ma tutto restava in
completa dipendenza dal Creatore. La Shvirat ha-Kelim ruppe
questa dipendenza dando ad ogni anima la piena esperienza di una
esistenza separata. Inoltre, nella Luce infinita vi era la
completa assenza del Male.
Secondo qualcuno sarebbe stato bene non crearlo, ma
come avrebbe potuto l'uomo esercitare la sua libertà di
scelta se non fossero esistiti gli opposti? Il bene più
prezioso è questa libertà, che ci differenzia da
tutte le altre creature. La Kabbalà dice che nemmeno gli
Angeli, che sono entità cosmiche, che sono le intelligenze
che governano stelle e galassie, hanno libertà di scelta:
devono operare secondo certe regole e basta. Senza dire degli
animali la cui libertà è ovviamente ridotta. Solo
l'Uomo ha questa straordinaria "possibilità-qualita", ed
è per questo che è simile a Dio che è la
totale, assoluta libertà di scelta. Se non ci fosse stato
un polo negativo, non avrebbe potuto esistere tale
libertà. Solo dopo che la realtà di sbagliare
è diventata una realtà compiuta, le creature umane
possono fare piena esperienza della libertà di scelta;
solo a questo punto è pronto lo scenario sul quale Adamo
ed Eva vivranno, davanti all'Albero della Conoscenza, la loro
drammatica scelta.
Prima di andare oltre, non è superfluo
chiarire che l'evento della Rottura dei Recipienti non avvenne
una volta sola, ma, ciclicamente, tutta una serie di piccoli
Big-Bang portarono alla formazione di realtà successive,
così come, ora, anche la Scienza comincia a testimoniare.
Per esempio, se la Rottura dei Recipienti, o il Bing-Bang che
sia, avevano portato alla formazione delle stelle, costituite da
sostanze e da elementi leggeri come l'idrogeno, al massimo l'elio
o il carbonio, come si sono potuti formare i pianeti e gli
elementi pesanti presenti in essi come l'uranio o il ferro o
altri metalli?
La stessa cosmofisica moderna spiega che ci sono
volute ulteriori gigantesche esplosioni, quelle delle
"supernove", che hanno prodotto temperature e pressioni tali da
modificare particelle ed elettroni fino a farli diventare il
nucleo di nuove sostanze più complesse. Il nostro sistema
solare sarebbe già passato attraverso queste "esperienze",
almeno due volte. È inimmaginabile quale potesse essere la
temperatura, la pressione, in questa specie di fornace cosmica
che deriva dall'esplosione di una stella, di una "super nova".
Anche se intuibile, non è facile pensare alle enormi
trasformazioni che certamente si riflettevano sulla Terra che ora
si raffreddava, ora subiva le eruzioni vulcaniche, ed ora infine
lunghissimi periodi di sconvolgimenti tellurici. Poi infine,
l'apparire della prima vita, dal timido microrganismo
monocellulare fino ai giganteschi animali che mangiavano tutto e
tutti, come i dinosauri, i brontosauri che dominavano la terra e
crescevano a dismisura, finchè esplodevano della loro
stessa forza e vitalità. Un'altra rottura dei recipienti?
E finalmente gli esseri umani: tante evoluzioni o involuzioni,
tante lontane civiltà, tanti frammenti di una serie di
mondi di cui appena è rimasta la memoria, talora solo nei
miti e che in Kabbalà hanno un nome preciso: i mondi del
CAOS, i mondi della confusione, i mondi dello STUPORE, di un
qualche cosa che non si riesce a spiegare, o che lascia stupiti
ed attoniti.
Per la Kabbalà tutto questo è andato
avanti per milioni di anni finchè un bel giorno,
esattamente 5761 anni fà, (secondo il Calendario ebraico
che, com'è noto, aggiunge 3760 anni al Calendario civile,
e queste note sono rivedute nel 2001) Dio creò il Cielo e
la Terra - com'è scritto nella Bibbia - un cielo nuovo ed
una terra nuova, "riciclando" e collegando i pezzi dei cieli e
delle terre precedenti, il che, poi, spiega la presenza dei
reperti archeologici di civiltà la cui memoria è
solo nei miti, la presenza dei fossili e di tanti altri
misteriosi messaggi del passato.
E questa è la creazione descritta nel libro
del Genesi che comincia con una Beit, il cui valore numerico
è due, e che qui sta ad indicare che è "l'inizio
numero 2", cioè "la seconda creazione".
Il mondo presente, seppure così giovane nei
confronti dei mondi precedenti, è sostanzialmente diverso.
In esso i vari componenti fisici e spirituali sono disposti in
modo tale che, a differenza di quanto avveniva nella prima
creazione, l'anti-entropia ora sovrasta l'entropia, il disordine
dimunuisce, l'ordine aumenta e gli esseri umani possono andare
dalla mortalità all'immortalità.
La seconda creazione durò SEI giorni in cui
Dio "rettificò" il Creato e il settimo giorno, poco prima
della conclusione dell'opera ormai perfezionata, Adamo, in piena
libertà, fece la sua "scelta" sbagliata, provocando uno
slittamento della rettificazione stessa di ben 6 mila anni,
periodo questo nel quale noi ancora ci troviamo. Fu un altro
piccolo big-bang, un'altra piccola distruzione di recipienti, ma
di fronte al passato questa nuova Creazione - che peraltro la
Scienza ancora non conosce - e che si chiama Mondo
della Rettificazione, non può più essere
distrutta in alcun modo.
Per quanto ci possano provare gli uomini o i
cataclismi naturali, o un eventuale futuro "Adamo", nulla
potrà impedire la "rettificazione", al massimo se ne
potrà ancora ritardare il momento, ma il secondo mondo va
avanti e l'apoteosi un giorno sarà completa, realizzando
quella che, secondo la Tradizione ebraica, sarà l'epoca
messianica. Ma se è vero, come si è già
verificato, che è possibile ritardare il momento, è
anche vero che è possibile accelerarlo e qui torniamo al
tema e al rapporto tra maschile e femminile. Infatti secondo la
Kabbalà la differenza sostanziale tra il primo e il
secondo dei due mondi, tra la creazione e la rettificazione sta
semplicemente nel modo con il quale maschile e femminile si
integrano e si correlano tra loro.
Come si fa a fare queste affermazioni? Lo dice la
Bibbia, magari in "codice cifrato" perchè il compito della
Bibbia non è quello di spiegare il Big-bang , le
super-nove, gli elettroni, gli atomi, i dinosauri e così
via, ma quello di dare una chiave per ciò che la Scienza
ancora non riesce a spiegare o ad intuire, presa com'è nel
limite della ragione, che vuole le prove di tutto. Ma proprio
nella Bibbia esiste un punto dove c'è la "prova" della
prima creazione. Infatti nel Genesi (36, 31-43) c'è una
brevissima storia, di sette Re che regnarono in una terra di nome
Edom. Il brano in questione, sembra di nessuna importanza e
apparentemente molto trascurabile, tuttavia i grandi Maestri
Kabbalisti che hanno indagato nei segreti nascosti della
Scrittura, concordemente hanno affermato che quel brano contiene
la descrizione degli eventi del mondo che fu distrutto a varie
riprese. E qui è il caso di sottolineare che i Re sono
sette.
Cerchiamo di capire di che si tratta ricordando
quello che abbiamo appena detto di quell'evento drammatico e
catastrofico che fu la "Rottura dei Recipienti" e che
portò alla distruzione dell'Albero della Vita. Dobbiamo
ora precisare che non tutte le Sefiroth vennero distrutte, ma
solo le sette luci inferiori (sette, come erano i Re di Edom). Le
tre luci superiori, appartenenti a piani e livelli più
vicini alla consapevolezza divina, non furono toccati dalla
distruzione. Non è difficile capire questo discorso,
perchè, per esempio, se pensiamo ad un essere umano
sottoposto ad un evento negativo, in lui il cervello o i cervelli
(cioè le sefiroth superiori o intellettive) in qualche
modo riescono a "salvarsi", mentre tutto il peso di quanto accade
si riversa sul cuore, cioè sulle emozioni (le sefiroth
inferiori).
In realtà, dunque, ciò che si "ruppe"
fu proprio l'UNIONE dell'Albero della Vita, il punto d'incontro
tra il piano intellettivo e quello emotivo che è
costituito da quella misteriosa "undicesima" sefirà che
è chiamata Dàat (conoscenza unificatrice).(1)
(1) Considerato
l'argomento che stiamo trattando è il caso di ricordare
che in molti brani della Bibbia a cominciare da quello della
storia del peccato di Adamo, il termine " dàat
(conoscenza)" ha l'accezione di una vera e propria unione tra
uomo e donna, (...e Adamo conobbe Eva sua moglie...). D'altra
parte il rapporto sessuale è il paradigma più
riuscito della potenza unificatrice di Dàat, capace di
costituirsi come ponte tra qualunque coppia di opposti.
Ciò premesso, non riteniamo superfluo ricordare, qualche
elemento che serva meglio ad illustrare le particolari
caratteristiche e connotazioni di questa sefirà, per molti
versi "misteriosa".
Nell'Albero della Vita Dàat è la
terza sefirah del piano dell'intelletto ed è l'elemento
coesivo di tutta l'intera struttura. Essa pone in relazione i due
cervelli (Hokhmà e Binà) come pure il mondo
dell'intelletto con quello dell'e mozione. Sull'Albero sefirotico
è posta a metà strada tra Keter e Tiferet ed è
anche l'anima nascosta all'interno di Yesodcheha il compito
di portare il flusso di luce edi vi- talità all'interno
del recipiente per eccellenza: Malkhut. Dàat nel corpo
umano ha la sua sede in una serie di organi posti all'interno del
cervello anzi del cervelletto. Questa parte misteriosa della
testa ospita una quantitàdi neuroni (cellule cerebrali)
ancora maggiore di quella conte nuta nei lobi frontali e,
ciò nonostante, la scienza le attribuisce delle
modestissime funzioni, quali l'equilibrio ed il coordinamento di
certi movimenti muscolari. Dunque essa è praticamente
inutilizzata; è comeseper delle modestissime operazioni
eseguibili con una calcolatrice si interessasse un computer di
dimensioni gigantesche. Dobbiamo quindi concludere che essa
può essere considerata come uno dei recipienti
privilegiati dove la super-coscienza può discendere
trasformando l'essere umano. Tutto ciò, in termini
spirituali, comporta la debolezza della potenza chiamata
Dàat, in quanto nell'umanità pre sente la
conoscenza unificatrice rimane ancora ad un livello potenziale ed
inespresso.
Tornando ai sette re che governarono in Edom, il
Genesi racconta di loro poche cose. Sono poche parole riferite ad
ognuno di essi: ora il nome, oppure la città o qualche
impresa e comunquechemorì.Alla fine, cioè dopo
sette Re, si parla finalmente di un ottavo Re che si chiamava
Hadar "la sua città era Pàu e sua moglie aveva nome
Mehetavel, figlia di Matred figlia di Me-Zahav"; cioè si
aggiungono due nomi della genealogia della moglie, dopo di che il
testo prosegue parlando di cose completamente diverse. In altri
termini dell'ottavo Re non solo non si dice che morì, ma
si parla anche della moglie mentre degli altri Re, al massimo si
era parlato di un padre "era figlio di..." o di una qualche cosa
che li riguardava, ma mai di mogli.
A questo punto i Maestri della tradizione
Kabbalista - e sono tutti d'accordo - unanimamente affermano e
riconoscono nell'ottavo Re che non morì e che è
citato con la moglie, l'UNIONE tra il mondo della Rettificazione
e quello del Caos.
Come mai Hadar non morì? Siamo di fronte al
capovolgimento della legge dell'entropia che aveva fatto morire i
primi sette re, nonostante la loro gloria, e tutto ciò
avviene in virtù del fatto che aveva una moglie, una vera
moglie, era sposato.
Siamo giunti al cuore del problema e possiamo
dare una risposta alla domanda che ci siamo posti all'inizio e
che giustifica questa apparente divagazione dal tema principale:
perchè il rapporto
maschile-femminileè così
importante ? Perchè esso rappresenta la chiave numero uno
per portare a compimento la rettificazione dei mondi.
Nel primo mondo ("olam ha-tohu" = mondo del caos)
ogni interprete agiva in modo isolato: i re di Edom non erano
sposati, ed ognuno di essi era unicamente interessato a provare
la sua superiorità, la sua grandezza e a stabilire il suo
dominio personale. Invece, Hadar, l'ottavo re, si distacca
nettamente da tutto questo in quanto si "sposa", si unisce al
polo femminile dell'universo. La moglie, Mehitavel (che significa
"Cosa Dio farà di bene"), mentre da un punto di vista
spirituale rappresenta la Shekhinah (la parte femminile di Dio)
che scende nella creazione per rettificarla e redimerla, dal
punto di vista umano e psicologico è la compagna ideale
che aiuta il marito a sfuggire al destino entropico, proiettando
la sua coscienza nell'eterno e nell'infinito.
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Tratto dal libro:
"Uno studio Cabalistico del Cantico dei Cantici", scritto da
Nadav Crivelli e Giuseppe Abramo
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