La società umana presenta
molti problemi di integrazione tra i suoi vari gruppi. Il
suo nucleo più piccolo è la famiglia, quello
più ampio è spesso costituito da decine o
centinaia di milioni di individui, le nazioni. Tra questi
due opposti ci sono innumerevoli strutture e organismi di
coordinazione ed integrazione. Il problema di tali
strutture è che sono quasi tutte impersonali,
atipiche, burocratiche. Partiti, club, associazioni,
sindacati, ordini professionali, ecc. tali forme
associative non possiedono abbastanza potenza mediatrice
per avvicinare gli opposti suddetti. In un’epoca di
informazione globale e di grandi viaggi, anche
l’identità con il proprio paese, o
città, o regione di nascita o di residenza, non
è, per la maggioranza delle persone, una categoria
identificativa soddisfacente.
Vorremmo proporre una nuova categoria
identificativa: la tribù. Molti si stupiranno nel
leggere ciò. La parola “tribù”
evoca immagini di arcaici sistemi sociali, preistorici,
buoni al più per studi antropologici.
Vorremmo invece spostare il discorso
sul piano più esoterico e simbolico. Parlando del
sistema tribale, ci riferiamo soprattutto a quello
dell’antico popolo israelitico, che,
com’è noto, era costituito da dodici
tribù, discendenti dai dodici figli di
Giacobbe.
Molto più che etnie tribali,
quelle tribù erano categorie identificative ampie e
profonde, le cui valenze di fondo erano molto simili ai
raggruppamenti dei numerosi caratteri umani nelle dodici
famigli dei segni zodiacali. In altre parole, ogni
tribù era un insieme di persone che avevano in
comune certe aspetti caratteriali, certe vocazioni di
fondo. I membri di ogni tribù condividevano
analoghi “tikkunim”, cioè
rettificazioni da compiere, gi scopi profondi della vita.
Ed ecco che, l’appartenenza alla stessa
tribù, metteva in comune un insieme di sapienza
acquisita ed ereditata, mezzi, conoscenze, volontà,
energia di gruppo. Tutto ciò rendeva più
facile agli individui, e alle famiglie, raggiungere lo
scopo per il quale erano stati creati.
In altri termini, vorremmo riproporre
il modello della tribù come il medium privilegiato
per colmare il divario tra famiglia e società. Nel
ritrovare la nostra tribù di appartenenza,
spiritualmente e psicologicamente parlando, ci sarà
più facile svolgere il nostro compito nella
società e tra gli individui dei quali facciamo
parte.
Le dodici tribù diventeranno
dodici dimensioni spirituali della consapevolezza, non
solo individuale, ma collettiva. Esse sono tutte quanti
presenti in ciascuno di noi, tuttavia in misure diverse.
In ogni individuo ne esiste una predominante, cha a volte
può cambiare nei vari periodi della vita. Il
risalire a tale identità di fondo diventa sempre
più importante nel cammino spirituale di chi
sceglie una vita piena di significato, creativa e fertile,
di chi sceglie di diventare strumento della pace e
dell’armonia. Si può affermare che la stessa
rettificazione del mondo dipende dal rivelarsi di queste
dodici dimensioni fondamentali. È questa la
spiegazione esoterica di uno dei modelli offertici dal
più antico libro di Cabalà: il Libro della
Formazione. Esso descrive l’universo come un cubo,
il cui perimetro (quindi l’aspetto esterno e
pubblico) è fatto di dodici lati. Li chiama
“i dodici confini diagonali”.
Nel corso estivo ci
occuperemo quindi di queste dodici categorie, dei simboli
archetipi che le caratterizzano, e delle loro valenze
sciamaniche.
(per un articolo sui legami
tra Cabalà e sciamanesimo cliccare qui)
Ad esempio, ognuna di esse possiede un simbolo, che le
è associato a seconda delle varie benedizioni
ricevute da Giacobe prima e da Mosè dopo. I
simboli, che apparivano anche sui loro vessilli o
stendardi, sono:
EFRAIM : un grappolo
d’uva
MENASHè: una
palma
BENIAMIN: un lupo
ASHER: un olivo
GAD : delle tende
NAFTALI: una cerva
DAN : un serpente
ZEVULUN : una nave
ISSAKHAR: un asino
YEHUDà : un
leone
SHIMON: una spada, o una
fortezza.
LEVI : il pettorale con le pietre
preziose
REUVEN,: un sole nascente, una
mandragora.
Durante il seminario residenziale cercheremo di
connetterci esistenzialmente con questi dodici simboli. Ne
cercheremo la loro potenza sciamanica, cioè il
legame con ciò che i cinesi chiamano Shen (si noti
l’estrema vicinanza con il nome della Shin).
Unendoci alla potenza degli animali, piante od oggetti dei
simboli, riceveremo un contributo energetico importante ai
fini del portare avanti la nostra
missione.
Ci sarà una certa
corrispondenza con i noti dodici segni zodiacali, ma
faremo molto di più che vedere questi legami.
Esploreremo dodici nuove categorie umane, dodici potenze
dell’anima, dodici vocazioni caratteriali e
professionali.
In una tale prospettiva, veramente di
globalità, diventerà possibile scoprire
quali aree della nostra consapevolezza sono già
parte del tessuto connettivo misterioso che tiene insieme
gli opposti umani: individuo e società.
Effettueremo una vera e propria rettificazione della
natura delle cosiddette “caste” (o, nel
linguaggio occidentale “classi sociali”). Le
estenderemo, fino a farle diventare dodici famiglie
allargate, membra correlate di un unico insieme
organico.
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