Il popolo ebraico è l'unico popolo al mondo
che chiama Dio col termine:Il Nome
(Ha-Shem). In ciò gli Ebrei si meritano
davvero l'appartenenza ai popoli semiti. Infatti tale
connotazione deriva dal discendere da Shem, uno dei tre
figli di Noè, e Shem vuol dire "nome". Di qui si può
intuire l'estrema importanza che i nomi in particolari, e le
parole o le lettere in generale, rivestono nella cultura ebraica
di ogni tempo e luogo, di ogni forma e tipo. Nella Torà Dio
viene chiamato con diversi Nomi, ma il più importante e
santo tra tutti è il Nome a quattro lettere: Yud -
Hey- Vav- Hey,
il Tetragrammaton (ci si ricordi che l'ebraico si scrive
da destra a sinistra).
La Cabalà. afferma che tutti gli insegnamenti
della Torà sono già contenuti nelle quattro lettere del
Nome santo, che sono anche il modello e il piano grazie al quale
è avvenuta la creazione. Il primo essere umano che ha
ricevuto in modo diretto la conoscenza di ciò è stato
Moshè, come affermato dal versi: (Esodo 6, 2-3):
«E Dio parlò a Moshè dicendogli:
"Io sono Ha-Shem. E Mi sono mostrato ad Abramo, a Isacco e a
Giacobbe con (il nome di) EL SHADAI, e il Mio Nome Y-H-V-H
non l'ho fatto loro conoscere"».
Pur nell'estrema intimità che Dio stabilì
con i Patriarchi, la conoscenza del Nome venne data soltanto a
Moshè. Le lettere del nome di Moshè, Mem -
Shin - Hey,sono identiche a quelle di Ha-Shem, Hey
- Shin - Mem e tale fatto conferma l'estrema intimità
che Moshè raggiunse con Dio.
L'intera Torà contiene esattamente 1820
volte il nome di Dio, pari a 70 volte 26. 26 è
il valore numerico dello stesso Nome: Y (10) - H (5) - V (6) -
H (5), mentre 70 è il valore di sod, "segreto".
Esiste un'allusione a questo fenomeno nel verso:
"sod Ha-Shem le ireav",
"il segreto del Nome appartiene a coloro che Lo
temono".
L'intera Torà è dunque: il "segreto
del Nome". La parola "timore", ir'ah , possiede le
stesse lettere della parola rei'ah hyar, "vista". Dunque
il Nome è un qualcosa che va visto, che va osservato,
contemplato. Alla stessa conclusione arriviamo tramite il
verso:
"shiviti Ha-Shem le-neghdì tamid",
"ho posto dempre (il Nome di) Dio davanti a
me".
Shiviti, "ho posto", in realtà significa: "ho
equiparato". Occore dunque cercare di imitare il Nome, di
arrivare al shivion, all'eguaglianza con Esso. Che
l'essere umano sia capace di compiere ciò viene confermato
dal fatto che uno dei quattro modi principali utilizzati dalLa
Cabalà. per espandere ("riempire") il Nome vale 45, come
Adam, "essere umano". Se scritte dall'alto al basso, le
quattro lettere del Nome diventano la traccia essenziale della
struttura umana, un modello simbolico della persona umana
eretta.
dove la Yud è la testa, la prima Hey è
il torace insieme alle due braccia, la Vav è il tronco,
mentre la Hey finale è il bacino con le due gambe. Tale
immagine ha anche un forte potere meditativo, se visualizzato
all'interno della persona. ciò corrispondEperfettamente al
disegno grafico dell'Albero della Vita, che è l'espansione
dello stesso Nome.
Il Nome di Dio non compare soltanto nella struttura
di tutto il corpo umano, ma lo si può ritrovare anche in
quella della sola testa, che è un po' il microcosmo di tutto
il corpo. La Yud corrisponde agli occhi, le orecchie alla Hey, il
naso alla Vav e la bocca all Hey finale.
In termini grammatici, il significato del nome
Y-H-V-H viene fatto risalire alla radice del verbo "essere".
Usato come sostantivo, "essere" si dice in ebraico
"havayà", che è anche una delle permutazioni del
Nome. In realtà, ad un'analisi più approfondita, si
vede come il Nome Y-H-V-H contenga tutti i tre tempi del verbo
essere:
HOVÈ = È
HAYÀ = ERA
YIHÈ = SARÀ
|
Dunque Dio è l'Esistenza continua,
"Ani rishon ve-Ani acharon,u-mi biladi ein
Elohim".
"Io sono il primo e Io sono l'ultimo, e senza di Me
non cè nessun Dio".
Il Nome di Dio è la più santa e
importante parola di tutta la Torà. Si chiama anche
Shem Ha-Meforash, il Nome distintivo.
La sua esatta pronuncia non è più nota. Pur conoscendo
le lettere del Nome, non si sa quali siano le vocali ad esse
associate. Anche durante il periodo del Tempio era proibito
pronunciarlo se non durante il servizio. Dice la
mishnà di Sota (7, 6):
"Nel Santuario il Nome era pronunciato così
com'è scritto, ma fuori dai suoi confini si adoperava un
Nome che lo sostituisse".
Il Nome è presente tre volte nella benedizione
sacerdotale, che veniva pronunciata quotidianamente nel Tempio.
Veniva pure pronunciato dal Sommo Sacerdote nello Yom
Kippur, quando egli faceva la triplice confessione dei
peccati, per sè, per i sacerdoti e per la comunità.
Ecco la formula che egli usava pregando per la comunità:
«Allora egli diceva: Oh Y-H-V-H, il Tuo
popolo, la casa d'Israele, ha commesso iniquità, ha
trasgredito e peccato dinanzi a Te. Ti supplico per il Tuo Nome
Y-H-V-H, fa Tu espiazione per le iniquità, per le
trasgressioni e per i peccati per cui il Tuo popolo, la Casa
d'Israele, ha commesso iniquità, ha trasgredito e ha peccato
dinanzi a Te, come è scritto nella Torà del Tuo servo
Moshè (Lev. 16,30): " Perchè in questo giorno sarà
fatta espiazione per voi, per purificarvi di tutti i vostri
peccati; sarete purificati dinanzi a Y-H-V-H". E quando i
sacerdoti e il popolo che stavano nell'atrio udivano il Nome
glorioso e venerato pronunciato liberamente dalla bocca del Sommo
Sacerdote in santità e purezza, piegavano le ginocchia e si
prostravano e cadevano sulla loro faccia esclamando: "Benedetto
il Suo Nome glorioso e sovrano in ogni luogo e in ogni
tempo"» (Yoma 6,2).
Nell'ultimo periodo dell'esistenza del Tempio, a
causa della progressiva decadenza spirituale, il Nome veniva
pronunciato in modo più riservato, quasi con riluttanza.
Abbiamo una testimonianza di rabbi Tarfon, che era di famiglia
sacerdotale:
"Ancora giovanetto, prima di aver raggiunto
l'età richiesta per officiare, una volta salii dietro i
fratelli di mia madre sui gradini e tesi l'orecchio verso il
Cohen ha-gadol (Grande Sacerdote), e sentii come egli facesse in
modo che il Nome rimanesse coperto dal canto dei suoi fratelli e
dei sacerdoti". (Kiddushin 71 a)
La conferma del come la perdita di livello
spirituale che avveniva da una generazione all'altra si
riflettesse nella possibilità di pronunciare o meno il Nome
si ha in un altro brano del Talmud:
"Da prima il Sommo Sacerdote aveva l'abitudine
di pronunciare il Nome ad alta voce, ma quando aumentò il
numero degli uomini dissoluti, egli lo pronunciò in un tono
più basso." (Yoma 40)
Il processo continuò finchè il
pronunciarlo divenne del tutto proibito. Un brano di
Sanhedrin (10,1) dice che chi pronuncia il Nome così
com'è scritto non avrà una parte nel mondo a venire.
Infine, in un periodo ancora posteriore, la Pesikta (148
a) dichiara: "Chiunque pronuncia esplicitamente il Nome è
passibile di pena capitale".
Da tutto quanto riportato prima si può avere
un'idea dell'importanza e della potenza contenute in questo Nome.
Le sue lettere, il loro suono complessivo, sono dei canali e dei
veicoli della stessa Essenza superna, che si rivela loro tramite.
Lungi dunque dal pensare che chiamare Dio con un nome piuttosto
che con un'altro sia la stessa cosa, il Nome ineffabile è il
più importante tra tutti i Nomi coi quali Egli abbia mai
scelto di rivelarSi in ogni tempo e luogo.
LE QUATTRO LETTERE DEL NOME DI DIO
PRESENTI IN VARI FENOMENI
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Secondo i Maestri, ogni fenomeno sia naturale che spirituale
nel quale sia presente una struttura quadripartita è
associabile alle quattro lettere del Nome. Infatti, dato che il
Nome è stata la "formula" principale che Dio ha utilizzato
per creare il mondo, ne deriva che Esso è presente ovunque,
in modo più o meno rivelato. Il Nome è la "firma"
stessa che Dio ha posto nella Sua creazione. Presentiamo qui di
seguito un sommario di alcuni dei numerosi quaternari naturali e
umani che possono venire messi in relazione con le lettere del
Nome. Tale legame permette una loro comprensione molto maggiore,
ma lasciamo ad un'altra occasione lo spiegare nei dettagli tali
connessioni. Infatti, Dio volendo, la scuola Chokhmat
ha-Emet ha in programma la pubblicazione di un fascicolo tutto
dedicato al Nome di Dio. Ripetiamo, si tratta di un semplice
sommario di idee, ognuna delle quali può venire ampliata e
sviluppata, raggiungendo profondità spirituali inaspettate.
Questi esempi ci aiutano a scoprire la firma del Creatore in ogni
aspetto della creazione.
Nella psicologia junghiana si dice che la complessità
della personalità umana può venire sintetizzata in
quattro diversi tipi caratteriali:
|
INTUITIV |
PENSANTE |
SENTIMENTALE |
SENSORIALE |
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Le potenzialità presenti nell'essere umano si rivelano in
quattro livelli diversi:
|
SEKHEL - INTELLETTO |
MACHSHAVÀ - PENSIERO |
QOL - VOCE |
DIBUR - PAROLA |
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Nelle scienze naturali si classificano quattro regni:
|
PARLANTE - MEDABER (UMANO) |
ANIMALE - CHAI (VIVO) |
VEGETALE - TZOMEACH - (CRESCENTE) |
MINERALE - DOMEM - MUTO |
|
Il grado di "abitabilità" dell'ambiente naturale si
suddivide in quattro livelli, per quanto riguarda il suo rapporto
con l'essere umano:
|
CASA |
CORTILE - GIARDINO |
CAMPO |
DESERTO |
|
Osservando un albero vi si possono vedere quattro parti
principali:
|
RADICI |
TRONCO |
RAMI |
FRUTTI |
|
Secondo la scienza l'intero mondo fisico obbedisce a quattro
leggi principali, che governano quattro tipi di forze, che sono
alla base di ogni fenomeno. Esse sono:
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GRAVITA' |
INTERAZIONE DEBOLE |
ELETTRO-MAGNETISMO |
INTERAZIONE
FORTE |
|
Inoltre, tutto ciò che esiste è riconducibile
all'una o all'altra di quattro esistenze fondamentali:
|
TEMPO |
SPAZIO |
ENERGIA |
MATERIA |
|
|