DUE RACCONTI
CHASIDICI DA RAV SHLOMO CARLEBACH |
È noto che il Reb Abvromole, il Maggid di Trisker (un grande maestro chasidico delle
prime generazioni) non mangiava né dormiva mai. Una volta il Reb Baruch di Medzhibozh,
nipote del Baal Shem Tov, incontrò Reb Avromole e gli chiese: "Heilighe Reb Avrom,
come mai non dormi e non mangi mai?"
"E molto semplice. Oggi non ho mangiato perché ero troppo stanco per non
avere dormito tutta la notte. E ieri notte non ho dormito perché ero troppo affamato dal
giorno precedente."
A Rav Barukh lo scherzo non piacque tanto, e disse con una certa rabbia:
"Rispondimi sul serio!"
Così il Maggid di Trizker gli disse la verità.
"Mio padre, Reb Motele, non pronunciava mai una sola parola al mattino, prima di
pregare. Una mattina, tuttavia, mi svegliò molto presto, prima della preghiera, e mi
disse: "Avrom, prepara i cavalli, partiamo per un viaggio".
Allora avevo solo nove anni, ed era un grande onore per me andare da qualche parte con
il mio padre, che era un grande tzaddik. Mi ricordo ancora quel viaggio attraverso la
foresta, solo con mio padre, mi ricordo come le foglie dogni albero sembravano
risplendere di luce.
Dopo parecchio tempo mio padre guidò la carrozza fuori dalla strada regolare, lungo
una specie di sentiero nel sottobosco e tra i cespugli, finche arrivammo ad una vecchia
capanna semidistrutta. Qui mio padre fermò i cavalli, mi diede le redini da tenere e
disse: Aspettami qui.
Egli entrò nella capanna, e ci rimase per più di unora. Quando uscì, era
accompagnato da un giovane uomo.
Barukh, ti ricordi come il volto di mio padre era sempre risplendente, capace di
illuminare il mondo da un lato allaltro? Ebbene, non era niente rispetto al volto di
questuomo, che era così luminoso da abbagliare chiunque lo avesse guardato. Io non
riuscivo nemmeno a sentire che cosa si stessero dicendo. Solo quando si avvicinarono ala
carrozza sentii il giovane che, rivolto a mio padre, gli chiedeva:
Sei sicuro che questo è quanto avevi da dirmi?
Mio padre rispose:
Si, questo è quanto.
Subito dopo iniziarono entrambi a piangere, e dopo parecchio tempo, quando i loro
singhiozzi si acquietarono, si baciarono e abbracciarono salutandosi, come se sapessero
che non si sarebbero più visti per un lungo tempo. Poi mio padre salì in carrozza e,
senza voltarsi indietro, prese le redini in mano e lanciò i cavalli in piena corsa
attraverso la foresta.
Quando raggiungemmo la strada egli rallentò landatura. Per tutto il tempo mio
padre rimase silenzioso, completamente assorto nei suoi pensieri, fissando la strada. Io
ero troppo spaventato per chiedergli qualcosa. Solo quando arrivammo in vista della nostra
casa riuscii a chiedergli:
Padre, chi era quelluomo?
"Il Mashiach ben David", mi rispose, "il Mashiach".
"Il Mashiach, qui, adesso? Ma cosa voleva da noi?"
"Egli mi ha chiesto se fosse o no arrivato per lui il tempo di venire. Ma ho
dovuto dirgli la terribile verità, che nessuno lo sta ancora veramente aspettando."
E così il Maggid di Trisker disse a Rav Barukh: "Se tu avessi visto il Mashiach,
e se tu sapessi che egli non può rivelarsi al mondo perché non cè ancora nessuno
che lo sta veramente aspettando, potresti mai mangiare o dormire?"
Così tanta gente è talmente priva di una vera connessione con la
vita in questo mondo, da pensare che sia da pazzi parlare della vita al di là di questa.
Ma non è così. Esiste la vita da questa parte e anche da quellaltra. Secondo la
tradizione ebraica, mentre la vita in cielo è più pura, è la vita in questo mondo ad
essere il fuoco centrale. La gente viene qui in basso per venire riparata e per diventare
completi.
Abbiamo una tradizione secondo la quale gli tzaddikim governano
entrambi i mondi, sono loro a controllare tutto ciò che succede. La Corte Celeste è
diretta da tzaddikim che sono mancati di recente. Essi rimpiazzano altri giusti,
tzaddikim, che sono ormai in Cielo da troppo tempo per ricordarsi la realtà della dura
battaglia che viviamo in questo mondo.
Quando il Rav Zlotchever mancò, venne chiamato a fare da giudice nella
Corte Celeste. Ma come si insediò, si mise a trattare duramente tutti coloro che venivano
esaminati.
"Come avete potuto commettere errori del genere?" gridava alle anime che
arrivavano al giudizio celeste.
Dopo qualche tempo, uno degli tzaddikim in terra si rese conto di
quanto stava succedendo, e iniziò a protestare. "Non potete nominare giudice un uomo
che non ha mai commesso un solo peccato tutta la sua vita! Cosa ne sa lo Zlotchever delle
difficoltà di Moshele, il portatore dacqua, e di tutta la gente comune? Egli
proviene da una famiglia che per 13 generazioni non ha mai commesso nessun errore."
Gli tzaddikim di questo mondo protestarono così intensamente per la
sua severità, che in Cielo finalmente si decretò che lo Zlotchever si sarebbe ritirato e
che lo tzaddik che per primo aveva protestato avrebbe preso il suo posto. Il decreto venne
emesso poco prima di Shabbat. Quello stesso tzaddik ebbe a mala pena il tempo di dare
lestremo saluto alla propria moglie.
In Cielo si giudica, ma la riparazione viene fatta in terra, a volte
prima del Giudizio, a volte dopo. Qui stiamo parlando del riparare le anime di coloro che
hanno lasciato questo mondo. Il Giudizio determinerà se uno andrà in Paradiso o
allinferno, o se a uno è permesso di tornare in questo mondo.
Ma se la merce è danneggiata, non cè Paradiso o reincarnazione
che tenga. I recipienti sono rotti. Essi hanno bisogno di venire riparati e resi interi.
Questo tipo di riparazione non avviene in Cielo, né possiamo farlo noi stessi.
Unanima che ha bisogno di venire riparata deve tornare in questo
mondo e cercare uno tzaddik in grado di aiutarla. Certamente, se questa persona in vita
era vicina allo tzaddik, non avrà problemi, dato che la sua anima è connessa allo
tzaddik. Ma cosa succede ad una persona che non è mai stata connessa ad uno tzaddik nella
sua intera vita?
Il Maggid di Trisker, Rav Avromole, era uno degli otto figli di Reb
Motele di Chernobyl, che era veramente uno dei più grandi tzaddikim di tutte le
generazioni. Rav Motele era il centro di tutti gli tzaddikim del suo tempo. Si prendeva
cura dei vivi e dei morti, ed era il capo dei 36 tzaddikim nascosti, grazie ai cui meriti
il mondo rimane in piedi. Prima di mancare, Reb Motele suddivise il regno delle sue
responsabilità tra i suoi figli, e al Maggid di Trisker diede lincarico di
prendersi cura delle anime dei defunti.
Rav Avromole viveva così: si alzava alle otto, andava al mikvè,
pregava. Alle due del pomeriggio iniziava a sbadigliare: "Sono così stanco, devo
andare a coricarmi un poco". Andava nella sua stanza fino alle tre, poi pregava la
preghiera del pomeriggio e della sera. Alle dieci di sera nuovamente iniziava a
sbadigliare. "Sono così stanco. Devo tornare nella mia stanza".
La verità è che il Maggid di Trisker non dormiva né mangiava mai.
Inoltre, nella sua stanza non teneva mai libri, poiché, dietro la porta chiusa, egli si
occupava delle anime delloltretomba che avevano bisogno di riparazione (tikkun).
Le anime delloltretomba non sono in grado di leggere libri di
Torà. Per evitare di farle vergognare, il Maggid di Trisker non permetteva mai che nella
sua stanza entrassero libri. Se ne trovava uno lo portava subito fuori.
Una volta, il Maggid di Trisker, durante un viaggio, arrivò ad un
villaggio dove cera un solo ebreo in grado di ospitare lui e la corte di discepoli
con i quali solitamente si muoveva. Soltanto che questuomo era un vero mitnaghed
(oppositore del Chasidismo).Egli aveva sentito così tante storie sui Chasidim, e non
credeva per niente che il Maggid di Trisker non dormisse ne mangiasse mai.
Diceva: "Che non mangi posso anche crederlo. Dorme così tanto
che non è possibile che gli venga fame. Non ha nemmeno un libro nella sua stanza, quindi
non mi puoi dire che sta in piedi di notte a studiare".
Questo ricco ebreo era dunque contento di avere lopportunità
di ospitare il Maggid di Trisker, poiché ciò gli avrebbe dato la possibilità di
dimostrare cosa Reb Avromole facesse dietro la porta chiusa. "Sarà là a russare,
sono certo."
Mentre il Maggid di Trisker recitava la preghiera serale, il nostro
padrone di casa riuscì ad entrare nella stanza che aveva riservato al suo ospite, e si
nascose sotto il letto. Alle dieci, il Maggid di Trisker disse ai suoi Chasidim:
"Devo andare nella mia stanza". Il ricco ebreo sentì il rabbino entrare e
sedersi sul letto. Non appena i Chasidim, che lo avevano accompagnato in stanza, se ne
andarono, e chiusero la porta per dare al Rebbe un po di intimità, egli sentì che
la porta si apriva di nuovo. Una folla intera si precipitò nella stanza. Luomo
sotto il letto sentiva il rumore dei loro piedi, e il mormorio delle loro voci.
Già durante il giorno il ricco padrone di casa aveva avuto modo di
assistere alle udienze che il Maggid di Trisker concedeva alle persone, che si
accavalcavano per venire ricevute, e che entravano a gruppi di dieci, venti e perfino
trenta alla volta. Ma adesso, sembravano migliaia. Cosa stava succedendo? Da dove arrivava
tutta questa gente? Come poteva esserci posto in quella piccola stanza da letto?
Durante il giorno la gente si lamentava così: "Rabbi, sono
malato, fammi guarire dal mal di schiena".
"Rabbi, ho bisogno di soldi per il mio commercio".
"Rabbi, mi puoi aiutare a trovare un marito per mia
figlia?".
Ma durante la notte la gente diceva: "Rebbe, sono distrutto!
Non mi lasciano entrare in Paradiso. Non mi lasciano nemmeno entrare nellinferno.
Lunica cosa che posso fare è vagabondare da un posto allaltro. Rebbe, ripara
la mia anima."
La cosa peggiore era che questo ebreo nascosto sotto il letto
sentiva così tante voci nella stanza, ma quando guardava dal sotto non poteva vedere
nemmeno un piede. Era così terrorizzato che si mise a tremare, e doveva fare del suo
meglio per impedire che gli si mettessero a battere i denti.
Improvvisamente sentì unaltra voce, più forte di tutte,
gridare: "Rebbe, abbi compassione della mia anima tormentata. Aggiustami,
aggiustami."
"Cosa posso fare per te?", chiese il Maggid di Trisker,
"mentre eri in vita non ti sei mai preso il disturbo di venire da me. Non mi hai mai
nemmeno dato un centesimo da distribuire in tzedakà, per unirti a me. Così adesso come
posso fare per aiutarti?"
"Ci deve essere un modo". La povera anima implorava il
Rebbe da un luogo di profonda disperazione e pena.
"In realtà cè solo un modo. Il tuo vicino, Shmulik, era
uno dei miei Chasidim migliori. Shmulik mi ha dato molta tzedakà quando era vivo. Se egli
mi dicesse che un solo soldo di ciò che a dato era a tuo nome, allora potrei trovare un
modo per aiutarti."
"Shmulik lo farebbe per me, ne sono certo."
"Bene, allora voglio che tu vada a chiederglielo!"
"Come potrei fare ciò? Egli non crederebbe che io vengo a nome
tu, Rebbe!"
"Allora manderò qualcuno con te, che faccia da
testimone." A questo punto il Maggid di Trisker diede un forte e rapido calcio sotto
il letto, e disse allebreo che se ne stava nascosto:
"Esci da lì!"
Quando lebreo si rese conto che il Maggid di Trisker stava per
mandarlo allaltro mondo a fare da testimone in una transazione tra due anime di
defunti, si mise a implorare da sotto il letto.
"Ti prego, ti prego, Rebbe! Non farmi questo! Ti prometto che
non dirò a nessuno ciò che ho visto!"
"Esci da lì!"
Lebreo uscì, strisciando sulla pancia. Piangeva, urlava,
gemeva, aggrappato alle gambe del Rebbe.
"Ti prego, Rebbe! Hai visto, ho moglie e tre bambini. Non voglio morire, non sono
ancora pronto per morire!"
"Dio proibisca che tu debba morire. Ma visto che mi stavi spiando, potrai per
questo anche agire da mio testimone. Prendi il mio bastone, e recati con lanima di
questo uomo al cimitero."
Lebreo si guardò intorno. Lincubo peggiore era che in quella stanza non
cera assolutamente nessuno, oltre a lui e al Rebbe.
"Colpisci la prima tomba nella seconda fila e dì che Avrohom ben Hanna ordina a
Shmuel ben Rivka di dare un soldo per riparare lanima di questo suo vicino,
Yosef"
La parte più bella di questa storia è che lho sentita dal pronipote di
quelluomo che era nascosto sotto il letto. Inutile dire che dopo quellevento
egli diventò uno dei più grandi Chasidim di Trisker.