Cabalà e
ArteNella tradizione ebraica l'arte sembrerebbe non avere
avuto il ruolo importante e centrale che invece ha svolto in
altre tradizioni religiose. Ciò è vero solo ad una
osservazione poco profonda. Due racconti
chasidici, narrati da Rav Shlomo CarlebachÈ noto che
il Reb Abvromole, il Maggid di Trisker non mangiava né
dormiva mai. Una volta il Reb Baruch di Medzhibozh, nipote del
Baal Shem Tov, incontrò Reb Avromole e gli chiese:
"Heilighe Reb Avrom, come mai non dormi e non mangi mai?"
"E’ molto semplice. Oggi non ho mangiato perché ero
troppo stanco per non avere dormito tutta la notte. E ieri notte
non ho dormito perché ero troppo affamato dal giorno
precedente…." Sotto il letto. Così tanta gente
è talmente priva di una vera connessione con la vita in
questo mondo, da pensare che sia da pazzi parlare della vita al
di là di questa. Ma non è così. Esiste la
vita da questa parte e anche da quell’altra. Secondo la
tradizione ebraica, mentre la vita in cielo è più
pura, è la vita in questo mondo ad essere il fuoco
centrale. La gente viene qui in basso per venire riparata e per
diventare completi. Abbiamo una tradizione secondo la quale gli
tzaddikim governano entrambi i mondi Articolo tratto dalla
pubblicazione "Oltre il Fiume" Il legame tra Cabalà ed
Astrologia Sebbene ci teniamo a tenere ben distinti questi
due soggetti, essi hanno molti punti in comune. La nostra
associazione è centrata intorno allo studio della
Cabalà. Tuttavia esiste un determinato approccio alla
astrologia che non solo non lede i principi etici dell'Ebrasimo e
della Cabalà, ma che aiuta la persona ad avvicinrsi al
mondo del vero esoterismo, e ad acquisire validi strumenti per
contemplare le opere divine.
...Il ritorno ad una visione spirituale del mondo, pur se non
ancora mistica ed esoterica, è parte delle profezie
bibliche, e se ciò sta iniziando a manifestarsi nei nostri
tempi non possiamo che esserne pienamente felici...
Il Nome di DioLa
Cabalà. afferma che tutti gli insegnamenti della
Torà sono già contenuti nelle quattro lettere del
Nome santo, che sono anche il modello e il piano grazie al quale
è avvenuta la creazione. Il Nome del MessiaLa
parola ebraica "mashiach" (Messia) viene spiegata alla luce delle
tecniche cabalistiche delle permutazioni. Ne emergono delle
interessanti considerazioni sul carattere di questo personaggio
così importante nel pensiero ebraico, valide anche per
tutti coloro che sanno di avere una scintilla messianica nella
loro anima, e desiderano attivarla. Il numero 137, valore numerico di
"Cabalà"137 è il valore della costante di
struttura fine, uno dei più importanti numeri della fisica
atomica, e anche il valore della paroLa Cabalà.. Articolo
tratto dalla pubblicazione "Oltre il Fiume" Il Segreto del NomeQuanto
è dunque necessario temere l'Onnipotente, se si vuole che
Egli ci ammetta nei luoghi superni ove si studia la Torà
del Messia, ove i suoi segreti cabalistici fluiscono chiari e
nutrienti come le acque di una fonte scoperta alla fine di un
lungo deserto arido! Il Segreto Della
VitaI dualismi d’ogni tipo hanno un motivo di essere.
Articolo tratto dalla pubblicazione "Oltre il Fiume"
Introduzione al Libro
della FormazioneUna descrizione dei concetti fondamentali
offertici dal Libro della Formazione. Ci sono inoltre alcune
riflessione sulla figura del Patriarca Abramo, e
sull'attualità dei suoi insegnamenti.
..il più antico testo cabalistico di cui siamo oggi in
possesso... Il
ricco mercante e il povero E' una delle più belle
fiabe di Rabbi Nachman, una di tredici storie principali da lui
raccontate in diverse occasioni. La lingua usata dal Maestro era
lo Yiddish, e la presente è una traduzione italiana
di una traduzione in inglese fatta da Arieh Kaplan. Nel
commentare la storia, ci rifaremo anche alle note esplicative
dello stesso rabbino contemporaneo, uno dei più grandi
maestri della nostra generazione. Il libro al quale ci rifacciamo
contiene la traduzione e il commento di tutte le storie
più importanti di Rabbi Nachman: "Rabbi Nachman's
Stories", ed è pubblicato dal Breslov Research
Institute Il racconto, che segue lo stile delle antiche
fiabe, contiene degli insegnamenti fondamentali sul ruolo che
ebrei e gentili hanno ed avranno, per arrivare al compimento
della redenzione finale di tutta l'umanità.
I Sette Sentieri
della Torà (Rabbi Avraham Abulafia)Non è
opportuno descrivere le modalità di questo sentiero, che
è chiamato sentiero Santo e santificato, in un libro,
né è possibile trasmettere, riguardo a Esso, alcuna
tradizione, neppure per sommi capi, a meno che, chi desidera
conoscerlo, non apprenda prima, a viva voce, la nozione del Nome
di quarantadue lettere e di quello di settantadue. Articolo
tratto dalla pubblicazione "Oltre il Fiume" I Profeti d'IsraeleQuesti
appunti trattano della profezia, chi fossero i profeti, quali
cose avessero da dire, come ottenevano i loro poteri, speciali ma
così impegnativi. Sono delle tracce introduttive, di un
soggetto quanto mai ampio e profondo, che è stato
sviluppato nel corso del seminario estivo "il Viaggio
Mistico" I
Trentadue Sentieri della SapienzaIn quest'articolo iniziamo
ad esplorare il secondo, e più importante aspetto
dell´Albero della Vita: i canali che uniscono le Sefirot
tra di loro. Per quanto le Sefirot da sole rappresentano
altissimi livelli di consapevolezza, se esse non interagiscono
tutto ciò non serve a molto, ai fini escatologici e
soteriologici della creazione. Il vero lavoro evolutivo viene
svolto dai ventidue canali che le uniscono, tre orizzontali,
sette verticali e dodici diagonali. Queste sono le lettere
dell´Alef Beit, il segreto di ogni comunicazione non
entropica. La Cabalà. e l'origine
del mondo, come chiave per capire il rapporto tra maschile e
femminileOra, l'esoterismo che si basa su una corretta
interpretazione del testo biblico, cioè la Kabbalà
- come soluzione del contrasto - propone la visione, il cui
assunto fondamentale consiste nel ritenere che esistono due
creazioni non una sola: una è quella descritta dalla
Scienza e l'altra è quella descritta dalla
Bibbia La
Cabalà, soltanto una moda del New Age?Si parla
dell'attualità della Cabalà, della notorietà
che essa va recentemente assumendo negli Stati Uniti, e del suo
rapporto con tutto il fenomeno del "New Age"
Studio approfondito sul Tetragrammaton, il Nome Ineffabile.
Proprietà, caratteristiche, corrispondenze, potere
meditativo. Articolo tratto dalla pubblicazione "Oltre il
Fiume" L'Arca
dell'AlleanzaNel seguente articolo ci occupiamo del ricco e
vasto simbolismo contenuto nell'Arca dell'Alleanza. Nel futuro
amplieremo l'articolo, includendo spiegazioni sui suoi vari
materiali e dimensioni. La struttura del cervello
umanoI due emisferi cerebrali dell’essere umano non
solo soltanto due parti di un medesimo organo, ma le sedi di due
ben distinti modi di pensare, capaci di interpretare la
realtà secondo modelli quasi opposti. Articolo tratto
dalla pubblicazione "Oltre il Fiume" L'Ebraismo Introduzione
generale alle caratteristiche principali della religione ebraica,
principi di fede, storia, festività, regole, e molto
altro. L'importanza dello studio della
Cabalà (Rabbi Ashlag)Nei nostri libri sono riportate
le parole dei più grandi e dei più saggi maestri
della terra, e vi sono altre migliaia di citazioni, sparse nel
Santo Zohar e in altri libri santi, come nell’introduzione
di Rabbi Chaim Vital al libro Etz Chaim, che vedono questo
argomento tutti nello stesso modo. Articolo tratto dalla
pubblicazione "Oltre il Fiume" Le
proprietà spirituali dell'AriaL'Aria è uno
dei quattro elementi basilari. Da sempre essi rappresentano
diverse qualità e caratteristiche. La Cabalà le
rilegge e le spiega in un luce nuova, grazie agli insegnamenti
del Libro della Formazione.
L'aria è, nel contempo, un qualcosa di vuoto e di pieno:
un recipiente disponibile, che però contiene una sostanza
misteriosa, un elemento che, sebbene sia invisibile, è
tuttavia soggetto a perturbazioni di notevole entità, i
cui effetti sono più che visibili. Oltre Il FiumeLa
pubblicazione semestrale della nostra scuola Articolo tratto
dalla pubblicazione "Oltre il Fiume" Profezie dallo ZoharIn
quel tempo il Santo, benedetto Egli sia, farà risorgere i
morti del suo popolo, e la morte verrà dimenticata. Rabbi
Abba disse: “Perché è scritto Verrete
liberati in grande gioia (Isaia 60,12), perché quando
Israele uscirà dall’esilio la Shekhinà
uscirà con loro e loro con lei” Articolo tratto
dalla pubblicazione "Oltre il Fiume" Rabbi NachmanRabbi Nachman
è stato uno dei più grandi tra i maestri chasidici
di tutti i tempi. Rabbi Shlomo CarlebachUno
dei personaggi più interessanti del Chasidismo moderno
è senz'altro il Rabbi Shlomo Carlebach. Nato a Berlino in
una famiglia dall’illustre passato di studiosi di
Torà, fin dagli inizi Rav Shlomo venne educato secondo i
più alti standard possibili. Shlomo crebbe così in
diversi ambienti, a contatto sia con la tradizione classica dello
studio della Torà, sia di quella chasidica. Per un certo
periodo il padre, già rabbino a Berlino, fu rabbino capo a
Baden Baden. Usciti miracolosamente dalla morsa nazista, la
famiglia si trasferì a New York, dove Shlomo
continuò i suoi studi a Lakewood, la più
prestigiosa Yeshivà litaista. Poi egli si avvicinò
al Chasidismo, e divenne parte della comunità Lubavitch.
Presto egli divenne una delle persone più vicine al
precedente Rebbe di Lubavitch (Rav Itzchak Yosef Shneorson), e
poi, anche dell’ultimo Rebbe, Menachem Mendel. Dopo qualche
anno dovette però lasciare Chabad, per seguire l'estrema
novità della sua vocazione. Articolo tratto dalla
pubblicazione "Oltre il Fiume" Raccolta Di Oltre Il
FiumeRaccolta completa dei primi dieci numeri di "Oltre il
Fiume la pubblicazione della scuola "La Sapienza della
Verità". Quasi cinquanta articoli inediti su argomenti
vari del campo cabalistico ed ebraico. 116 pagine formato A4 con
numerose illustrazioni. Articolo tratto dalla pubblicazione
"Oltre il Fiume" Rilettura
Cabalistica Del Cantico Dei CanticiPrimo Capitolo:
Leggeremo insieme il Cantico, soffermandoci su quei punti che
possono essere più significativi con il discorso del come
riportare il polo maschile e quello femminile "in armonia", anche
in ciò che riguarda la pratica del vissuto
quotidiano. Sette tipi di acque che escono dal
TempioIl profeta Ezechiele riceve la visione del terzo
Tempio di Gerusalemme, e, tra i molti particolari esoterici di
tutto ciò, ve ne è uno che riguarda le acque sante
d’Israele. Il brano in questione dice (cap. 47): "E mi
portò indietro, alla porta del Tempio, ed ecco, delle
acque uscivano da sotto la porta orientale, poiché la
facciata del Tempio è ad oriente, e le acque scendevano
dal lato del Tempio, al lato sud dell'altare. Mi fece uscire
attraverso la porta settentrionale, e mi condusse intorno
all'esterno verso la porta affacciata ad oriente, ed ecco, le
acque fluivano dal lato destro. Mentre l'uomo usciva e si
dirigeva verso oriente, aveva in mano un'asta, e misurò
mille cubiti, e mi fece attraversare le acque, acque che
arrivavano alle caviglie. Misurò altri mille cubiti, e mi
portò attraverso le acque, acque che arrivavano alle
ginocchia. E misurò altri mille cubiti, e le acque
arrivavano ai fianchi. Misurò altri mille cubiti, ed era
un torrente che non poteva essere guadato Articolo tratto dalla
pubblicazione "Oltre il Fiume" Una Torre di Potenza è il Nome
di DioL’evento che più ha caratterizzato
questo periodo, e le cui conseguenze avranno ampie ripercussioni
in futuro, è stato il tragico e drammatico attacco alle
torri gemelle del World Trade Centre, che è risultato
nella morte di migliaia di persone, oltre che al crollo di
edifici che erano il simbolo stesso dell’America. Articolo
tratto dalla pubblicazione "Oltre il Fiume" Un Nuovo
RinascimentoLungi dal diminuire l’importanza del
rispetto delle regole, che rimane uno dei pilastri
dell’osservanza ebraica, La Cabalà. e il Chasidismo
ci arrivano da un’altra strada, quella della percezione
spirituale, esoterica e segreta della realtà. Tale
dimensione, associata a quella della haggadà, cioè
dei racconti di tipo narrativo ed omiletico, è molto
più universale, in quanto tratta di problemi di ogni
essere umano in ricerca di Dio. Come tale essa è in grado
di nutrire la pianta ammalata dell’Occidente, e di portarla
finalmente ai tanto agognati frutti dell’età
Messianica. Articolo tratto dalla pubblicazione "Oltre il
Fiume" Un Tempo
di Guerra e un Tempo di PaceL’augurio e la
benedizione più sincera è di non farci sconfiggere,
e di trasformare il grido di battaglia delle forze del giudizio
severo in "Svegliatevi, svegliatevi"! Così facendo, il
nemico ci darà una mano, passando involontariamente dalla
nostra parte. E questo è l’unico vero modo di
vincere battaglie e guerre, non vanificando il nemico, ma
convertendolo, e portandolo dalla nostra parte. Articolo tratto
dalla pubblicazione "Oltre il Fiume" Le Dodici Tribù In
un’epoca di informazione globale e di grandi viaggi, anche
l’identità con il proprio paese, o città, o
regione di nascita o di residenza, non è, per la
maggioranza delle persone, una categoria identificativa
soddisfacente. Interpretare la Bibbia
La forma delle lettere, il loro suono, il modo col quale si
susseguono, la potenza dei Nomi, gli archetipi evocati quando si
leggono i racconti dei personaggi biblici, o degli eventi
riportati, tutto ciò ha una forza sottile, entra in
profondità nell’animo, scava anche durante il sonno,
o dopo che la persona ha finito di occuparsi di
Bibbia. Quattro nel
Pardes Soltanto quando la Torà è completa,
cioè viene compresa ed interpretata secondo tutti i suoi
quattro livelli, essa fa rivivere. L'Alef Beit Ogni lettera
dell’Alef-Beit ebraico è un vettore d’energia
e di luce divina, che agisce sulla consapevolezza umana in modo
triplice: tramite la sua forma, nome, valore
numerico.. Maschio e Femmina li creò:
Hadar e Meheitavel, l re e la regina che insegnano come l'armonia
della coppia possa cambiare il mondo Questo libro nasce da
esperienze vissute, interpretate, comprese ed ampliate dalla
sapienza cabalistica.. L'Amore L’amore è il
più bello ed intenso dei sentimenti che l’essere
umano possa provare. La personalità, innamorandosi,
subisce delle trasformazioni incredibili.. Diversi Modi Di Nominare
L’Atto Sessuale Nella Bibbia: 10 termini indicanti
l'amplesso ..Anche qui molto dipende dalla purezza
dell’intenzione. Infatti una delle permutazioni di shakhav
è keves, "pecora", un altro dei simboli della purezza e
dell’amore nella Bibbia... I Figli Dei Profeti Bnei Ha-Neviim
Riscoprire Ed Esperimentare La Profezia, Che E' Il Dono Di
Vivere Simultaneamente Passato, Presente, E Futuro..
Perchè
L’Astrologia Oggi? L’Astrologia è
un’antica forma di sapienza che permette di comprendere il
carattere delle persone e il dispiegarsi delle vicende terrene in
base al movimento degli astri. Ma quale può essere il suo
scopo e vantaggio nella società moderna, notoriamente
scettica verso tutto ciò che sa di misticismo?
L'unione Uomo - Donna: La
Via Verso La Rettificazione Del Mondo L’unione tra
uomo e donna è un traguardo troppo importante per venire
lasciato all’improvvisazione e alla semplice buona
volontà.. L'unione Maschile - Femminile: La
Via Del Singolo La parte in ciascuno di noi che è
capace di vivere il segreto suddetto è la parte femminile.
Solo lo sviluppo e l’integrazione di tale lato della
coscienza possono garantirci il successo nella Via del Singolo.
.. Le Dieci
Piaghe D'Egitto Vi risparmiereste così a voi la
fatica, e a noi la noia, delle vostre elucubrazioni pseudo
filosofiche e para-politiche. .. Cinque tipi di Erev Rav. La
Moltitudine Mista Ed essi sono quelli che sono rimasti di
coloro dei quali è detto: e Dio cancellò tutto il
creato, e di quelli dei quali ne sono rimasti nel quarto
esilio.. Chi e'
Amalek: L'eterno nemico di Israele Amalek è la prima
delle nazioni, ma il suo avvenire sarà eterna
rovina.. I sei
precetti della consapevolezza I saggi dell’ebraismo
hanno sempre parlato del ruolo centrale della mente nel cammino
spirituale e nella vita stessa: in breve, essa può essere
assoggettata e asservita alle emozioni inferiori (e fornire
all’uomo le più intelligenti razionalizzazioni per
il proprio comportamento) oppure può diventare strumento
dello spirito.. Naasse
Ve Nishma: Faremo E Ascolteremo L’obiettivo non
è quello di portare i lettori a un superiore livello di
conoscenza nel campo della Torà, perché ci sono
indubbiamente rabbini ben più preparati di me per dare
questo tipo di insegnamenti... Il Significato Della Parola
Cabalà Cabalà significa dunque la
trasmissione di un insegnamento precedente, che viene ricevuto
dai Maestri di una generazione e passato oltre, a quelli della
prossima generazione... I Quattro Mondi O Universi I
mondi sono dunque le dimensioni e le strutture naturali al cui
interno la Divinità si è "nascosta" o "velata",
come risultato della Restrizione originaria ..
I Settantadue Nomi Di Dio
I nostri Maestri hanno derivato insegnamenti in ogni
dettaglio della Torà, anche dalle sue caratteristiche
numeriche...
Abbiamo aperto un nuovo sito!!!
CABALA.EU
Là troverete tutti nuovi articoli e le nuove riflessioni, nate in lunghi anni di esperienza e di studio della sapienza cabalistica.
Questo sito continuera` ad esistere nella sua presente forma con l'ampia collezione di scritti, su vari e sempre attuali argomenti.
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Alcune informazioni sulla religione ebraica
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La religione ebraica è la prima religione
monoteistica, cioè che afferma l'assoluta unità di
Dio. Tale unità non va intesa nel senso numerico o
matematico del termine, cioè uno diverso da due o da tre,
ecc. Piuttosto, la si deve capire come uno stato ontologico del
tutto, come la completa e perfetta adesione e congiunzione di
tutte quelle varie sfumature presenti all'interno della Fonte
creatrice dell'universo. In parole più semplici, è
possibile riconoscere in Dio diversi aspetti, ad esempio quello
della misericordia e quello della giustizia, quello della
trascendenza e quello dell'immanenza, quello antropomorfico e
quello assolutamente al di là d'ogni forma, immagine,
pensiero. Per quanto diversi tra loro possono essere questi
aspetti, e altri non citati, la religione ebraica ne afferma
l'assoluta e totale unione e corrispondenza, un'unione valida per
tutti i popoli della terra, per tutte le creature dell'universo.
Dio è Uno.
Cosa si intende per religione ebraica?
Perché alcuni la chiamano Giudaismo?
Il termine "ebreo" proviene dall'ebraico "ever",
che significa "al di là", per ricordare costantemente
all'ebreo che la sua origine si trova al di là del mondo
fisico. "Giudeo", invece, è un termine più
particolare. In origine, il popolo di Israele era composto da
dodici tribù. Ma nel corso della storia, da circa 2500
anni, soltanto la tribù di Giuda è rimasta. Le
altre sono state esiliate il luoghi lontani, o si sono assimilate
fino a perdere la loro identità originale. Tutti gli ebrei
di oggi sono discendenti dalla tribù di Giuda, che
governò la parte meridionale di Israele fino alla
distruzione del secondo tempio (nel 70 d.C.) Il nome "giudeo"
deriva quindi dal nome della tribù di Giuda (Yehuda in
ebraico).
Chi è ebreo?
Secondo la religione ebraica, è ebreo colui
che nasce da madre ebrea. Ebrei lo si può anche diventare,
dopo un processo di conversione lungo e difficile, dato che
l'Ebraismo scoraggia il proselitismo. Va osservato che ebrei si
rimane tutta la vita, anche se manca, del tutto o in parte,
l'adesione alle norme di vita dell'Ebraismo. Rimane ebreo anche
colui che si converte ad un'altra religione, anche se,
ovviamente, i suoi figli non lo saranno più.
Storia succinta dell'Ebraismo
La prima coppia di ebrei della storia fu Abramo e
Sara, due persone d'origine caldea, del ceppo semitico. Abramo
attraversò una lunga e profonda crisi esistenziale, che lo
portò a rifiutare tutte le spiegazioni teologiche e
mitologiche delle religioni di allora (tremilaseicento anni fa
circa). La sua ricerca non fu solo intellettuale, ma unì
il piano spirituale, mistico, con quello fisico, e lo
portò a viaggiare in tutto il medio oriente. Gradualmente,
Abramo e Sara ricevettero la rivelazione di un nuovo aspetto del
Divino: quello della totale unità. Insieme con ciò,
essi ricevettero anche la consapevolezza di dovere conformare il
proprio comportamento ad una serie di regole etiche molto
elevate, insolite nella società permissiva di allora (e
anche di adesso). Tra queste norme ricordiamo la proibizione
dell'idolatria, e quella dell'adulterio.
Tale processo di scoperta di una nuova dimensione
religiosa, culminò col patto della circoncisione, che
Abramo praticò su se stesso, prendendosi
contemporaneamente l'impegno di praticarla ad ogni figlio
maschio, al compimento dell'ottavo giorno di vita. La
circoncisione diventa il segno fisico che testimonia il patto tra
Dio e il popolo ebraico. Essa è praticata dalla quasi
totalità degli ebrei, inclusi quelli molto lontani
dall'osservanza delle altre norme e precetti.
Infine, va ancora osservato che la rivelazione
ricevuta da Abramo conteneva un elemento speciale: l'estrema
particolarità della terra d'Israele, la Terra promessa, un
luogo fisico dove, per l'ebreo, la presenza di Dio si fa sentire
di più di quanto non avvenga in ogni altra parte del
mondo. Insieme alla rivelazione, Dio promette ad Abramo che
questa terra verrà data in possesso ai suoi
discendenti.
Ad Abramo seguì il figlio Isacco, e il
nipote Giacobbe. Con essi il patto tra Dio e il popolo ebraico si
sviluppò e si approfondì. Tuttavia, a questo
stadio, più che di popolo, sarebbe bene parlare di una
tribù di pastori mediorientali. La nascita vera e propria
del popolo ebraico viene fatta risalire all'uscita dall'Egitto,
dove Giacobbe e i suoi dodici figli si erano rifugiati, per
sfuggire ad una grave carestia. Nel corso di più di due
secoli, da ospiti, gli ebrei si ritrovarono schiavi. Ciò
nonostante, il loro numero crebbe grandemente, e così pure
il desiderio di ritornare nella Terra Promessa, distaccandosi dal
sistema di vita egiziano, così diverso dal monoteismo
etico professato dai Patriarchi.
La nascita vera e propria del popolo d'Israele si
ha con l'uscita dall'Egitto, con la liberazione dal giogo della
schiavitù. Il personaggio che riuscì a guidare il
popolo d'Israele fuori dell'Egitto fu Mosè, un membro
della tribù dei Leviti, la tribù sacerdotale. Dal
punto di vista storico, è a lui che viene fatta risalire
l'origine della religione ebraica. Egli ricevette il dono
profetico in un modo più elevato di qualsiasi altro
personaggio del popolo ebraico, passato e futuro. Secondo
un'espressione della tradizione ebraica, Mosè riceveva la
profezia in uno stato di sveglia, mentre tutti gli altri profeti
la ricevevano in uno stato di trance, in parte simile al sonno o
al dormiveglia.
Tramite questo dono, Mosè scrisse il
Pentateuco, i cinque libri di cui è composta la
Torà. Torà in ebraico significa "insegnamento" (e
non "legge" come viene a volte tradotta. Essa è dunque
l'insegnamento per eccellenza, e Mosè è il primo e
più alto "rabbi", o maestro.
In realtà non è corretto considerare
lui il fondatore della religione ebraica. Sebbene egli ne
costituisca il maestro più importante, l'Ebraismo nasce
col dono della Torà, ai piedi del monte Sinai, nel cuore
del deserto, poco dopo l'uscita dall'Egitto. In questa occasione,
il popolo intero, uomini, donne e bambini, radunati ai piedi del
monte, ricevettero una rivelazione collettiva, unificati da
un'unica esperienza mistica. In questa occasione Dio si rivela al
popolo ebraico, e lo sceglie per diventare testimone nel mondo di
questa teofania unica e particolare, culminata nella
promulgazione del Decalogo. I cosiddetti Dieci Comandamenti, che
in ebraico si chiamano in realtà: "Espressioni", contengo
le basi essenziali di tutto l'Ebraismo successivo. Essi sono
(Esodo 20):
- Io sono il Signore tuo Dio, che ti ha fatto uscire
dalla terra d'Egitto.
- Non avrai altro Dio al di fuori di me.
- Non ti servirai del Nome di Dio invano.
- Ricordati del giorno del Sabato, di
santificarlo.
- Onora il padre e la madre.
- Non uccidere.
- Non commettere adulterio.
- Non rubare.
- Non opprimere il tuo prossimo dicendo falsa
testimonianza.
- . Non desiderare la casa del tuo prossimo, né
la moglie, né le sue cose.
Esiste un'altra versione dei Dieci Comandamenti, in
Deuteronomio 5, con qualche leggera variazione. La versione
presente nel Cristianesimo è presa da li.
Nei cinque libri di Mosè sono poi contenuti
gli altri precetti che gli Ebrei ricevono da Dio.
Più che essere una religione basata
sull'ortodossia, l'Ebraismo è basato sull'ortoprassi,
cioè su di una condotta etica che si attenga alle
direttive stabilite nella Torà. I precetti sono molto
numerosi, in tutto 613. Molti di essi riguardano il culto che si
sarebbe poi stabilito con l'edificazione del Tempio di
Gerusalemme. Altri precetti riguardano precise norme alimentari,
come proibizione di consumare certi tipi di animali, o di
cucinare insieme carne e latte. Ci sono altre regole connesse con
il modo di lavorare la terra, che dev'essere lasciata incolta
ogni sette anni. Altre norme ancora hanno a che fare col rapporto
datore di lavoro-operaio, marito e moglie, il donare una parte
dei propri introiti in beneficenza, ecc. Non ci sono praticamente
aspetti della vita umana che la Torà non prenda in
considerazione e non codifichi.
La narrazione degli eventi, contenuta nella
Torà di Mosè, finisce con la sua morte, avvenuta
poco prima dell'entrata del popolo nella terra promessa. A lui
segue Giosuè, che guiderà il popolo nella conquista
della terra d'Israele. Giosuè viene seguito dai Giudici
(Otniel, Debora, Gidone, Sansone, ecc.), personaggi molto retti,
dotati di qualità particolari, sia in termini spirituali
sia politici. Questi lasciano il posto ai profeti (Samuele, Elia,
Eliseo, e poi ancora Isaia, Ezechiele, Geremia), che nei secoli
successivi, durante il periodo del Tempio di Gerusalemme e anche
subito dopo la sua distruzione, diventano i garanti della
continuità e della purezza dell'Ebraismo.
La conquista della terra d'Israele da parte del
popolo ebraico non fu per niente un'avventura semplice. Parte
integrante della rivelazione divina ricevuta sul monte del Sinai,
era la missione di entrare in possesso della "terra di Caanan",
scacciandone gli abitanti originari. Il popolo d'Israele fece
tutto il possibile per compiere ciò. Ma da lato
giocò sempre un ruolo molto importante il loro desiderio
di pace, di inserirsi nell'ambiente etnico nel quale stavano
entrando, adeguandosi agli usi e costumi delle popolazioni
locali.
Vi furono numerose guerre e battaglie, e anche se
gli ebrei alla fine riuscirono a colonizzare la terra promessa, i
problemi di natura militare non finirono mai. Se non erano
scaramucce con gli abitanti antecedenti a loro, furono guerre
violente con i grossi imperi vicinanti: l'Egitto, gli Assiri, e
poi i Babilonesi. Nel corso di questi secoli, il popolo ebraico
dovette organizzarsi in un regno, anche se la sua vocazione di
fondo era quella di un insieme di tribù autogovernantisi.
Il primo re fu Shaul (-1020), seguito dal re Davide. In origine
semplice pastore, Davide fu il re più amato e più
famoso d'Israele. Grande poeta e mistico, compose i 150 Salmi,
che fanno parte del canone biblico. I Salmi sono considerati tra
le più alte forme di preghiera mai scritte, e tutt'oggi
sono alla base della liturgia sia dell'Ebraismo sia del
Cristianesimo.
A Davide seguì il figlio Salomone, che
edificò il Tempio di Gerusalemme, realizzando uno dei
più importanti precetti che Dio aveva dato al popolo
insieme con la Torà. Pur non essendo un edificio
grandioso, il Tempio entrò a far parte della leggenda e
del mito, ed era considerato una delle sette meraviglie del
mondo. Le sue dimensioni e i materiali coi quali era costruito,
il complesso rituale dei sacrifici e della preghiera, contengono
profondi segreti mistici ed esoterici, tutt'oggi fuoco di
interesse e di studi. Considerato l'uomo più saggio
dell'antichità, il re Salomone compose ben tre libri che
entrarono nel canone biblico: il Cantico dei Cantici, i Proverbi
e le Ecclesiaste.
Il periodo successivo vide una graduale decadenza
del regno ebraico. Già dopo Salomone il regno si
spezzò in due tronconi: a sud il regno di Giuda, con
capitale Gerusalemme; a nord un altro regno, quello della
Samaria, con capitale Sichem (l'odierna Nabulos). Nel regno del
nord confluirono dieci delle dodici tribù originarie,
lasciando Giuda e Beniamino isolati al sud. Per motivi
soprattutto politici, il regno del nord adottò pratiche
religiose diverse, ritornando in parte all'idolatria che la
Torà aveva così severamente condannato. Inoltre, la
storia dei re d'Israele vide una serie di sanguinose lotte per il
potere, con battaglie fratricide. Ciò nonostante, la gran
parte del popolo continuò ad essere fortemente ancorata
alla fede dei padri, esortato in ciò dalla forza
spirituale di alcuni tra i più grandi profeti di ogni
tempo: Elia (-900 -800) e il suo discepolo Eliseo.
Ma la decadenza del regno del nord continuò
nonostante tutto, e nel - 722 la capitale venne definitamente
espugnata dagli Assiri, e la Samaria perse l'indipendenza. La
maggior parte del popolo venne esiliata come schiavi.
Anche per il regno di Giuda le cose non andavano
molto meglio. Le frequenti lotte per il potere, i cedimenti etici
e il ritorno all'idolatria, tutto ciò minò
inesorabilmente il diritto di Israele a dimorare nella terra
promessa, come la stessa Torà aveva chiaramente
profetizzato. Ci furono degli intervalli in tutto ciò, con
alcuni re retti e giusti, quale Chizkià. Pur durando
più dell'altro, anche il regno di Giuda venne invaso
ripetutamente, e nel - 586 il re babilonese Nabucodonosorre
distrusse Gerusalemme e il Tempio, deportando il massa il popolo
verso la Mesopotamia.
Nonostante le poche fortune politiche e militari,
dal punto di vista spirituale in quei secoli vissero i profeti,
personaggi di incredibile levatura, i cui libri, pubblicati nella
Bibbia, hanno cambiato la storia dell'umanità. Infatti,
nei libri di Isaia, Ezechiele, Geremia, Zaccaria, Gioele, Osea,
ecc, sono contenute le profezie riguardanti l'età
messianica, la venuta di un redentore che porterà
l'umanità verso la pace universale. La concezione del
Messia è una delle idee più profonde e tipiche
dell'Ebraismo, ed è ovviamente alla base della nascita
dello stesso Cristianesimo.
Dopo soli settant'anni d'esilio, il re persiano
Ciro, che conquistò Babilonia, permise ad un certo numero
di ebrei di ritornare in Israele, a Gerusalemme, e di ricostruire
il Tempio (-538). Pur ritornati in patria, gli ebrei non
riuscirono più a ristabilire un regno indipendente ed
autonomo. Di volta in volta furono soggetti all'influenza di
questo o di quell'altro regno confinante. Da notare inoltre che
una grande parte degli ebrei esiliati in precedenza preferirono
non tornare, e posero le basi in Mesopotamia di ricche e
prosperose comunità ebraiche, che avrebbero poi plasmato
la storia del popolo in futuro.
Durante le varie lotte e conquiste, si ebbe un
breve ma notevole periodo di indipendenza, sia politica sia
religiosa, con la rivolta dei Maccabei contro il dominio di
Antioco IV, un re siriano che faceva parte dell'impero
ellenistico
(-164). A ricordo della miracolosa liberazione dal
dominio straniero, che aveva anche proibito la pratica dei
precetti religiosi, gli ebrei festeggiano tutt'oggi la festa di
Chanuka (vedi festività ebraiche).
Ma l'indipendenza durò poco, e nel -63
Pompeo conquistò il medio oriente con le legioni romane, e
il regno di Giuda divenne un vassallaggio romano. Dopo circa un
secolo però gli ebrei si ribellarono contro il gioco
romano, anche a causa di un'amministrazione veramente infelice,
che era puro vessaggio e rapina. Dal 66 al 73 si svolse una serie
di battaglie sanguinose, durante le quali i romani sterminarono
gradualmente la popolazione ebraica, e si ripresero tutto
Israele. Tali guerre culminarono con la distruzione del secondo
tempio di Gerusalemme, per mano di Tito, che ne saccheggiò
anche il tesoro.
Tuttavia, agli ebrei sopravvissuti venne permesso
di rimanere nelle loro terre. Ma dopo 60 circa ci fu un'altra
rivolta, guidata dal Bar Kokva. Questa volta la repressione fu
totale, e nel 135 Gerusalemme venne nuovamente distrutta e
trasformata in una cittadina romana.
Nonostante le sanguinose e infelici sorti militari
e politiche del popolo ebraico, in quei secoli, peraltro
così bui, nasceva l'Ebraismo del nuovo millennio, ad opera
dei più grandi maestri mai vissuti nel popolo d'Israele: i
Tannaim e gli Amorraim. Nel 210 circa venne redatta la
Mishnà, da Rabbi Yehuda ha Nassi. La Mishnà
è la base dei codici etici e religiosi sui quali si basa
la vita religiosa ebraica. Nei secoli successivi la Mishnà
si ampliò e divenne il Talmud (terminata nel 500), una
colossale opera nella quale vengono elaborati e discussi i
principi della Mishnà. Il fiorire degli studi talmudici si
ebbe soprattutto in Mesopotamia, grazie alla tollerante
disponibilità dei califfi arabi, che concessero agli ebrei
una notevole autonomia amministrativa.
Con l'ascesa dei bizantini, per gli ebrei che
vivevano nell'area mediterranea le cose si misero molto male.
Infitti, la tendenza che prevalse da parte cristiana fu di
intolleranza e pregiudizio, e ciò portò a molte
leggi discriminatorie, oltre a notevoli violenze contro le
minoranze ebraiche. Nel frattempo le comunità ebraiche si
spargevano un po' ovunque, in Europa (Spagna, Francia, Germania,
Italia, ecc.)
Con la chiusura dell'epoca talmudica, inizia per il
popolo ebraico l'era dei Gaonim (Geni), maestri di chiara fama,
pur se a livello inferiore ai maestri del Talmud. Tra questi,
ricordiamo Saadia Gaon. In questi secoli ormai gli ebrei sono
già sparsi ai quattro angoli del mondo conosciuto. Ci sono
delle comunità ebraiche sulla costa occidentale dell'India
del sud, ve ne sono in Yemen, in Arabia, in Persia, in Nord
Africa, in ogni angolo dell'Europa. Le loro fortune sono alterne,
in quanto tali comunità vivono secondo usi e costumi molto
differenti da quelli dei popoli che li ospitano. Come si sa, la
diversità spesso ispira il sospetto e il pregiudizio.
Scoppiano di frequente delle persecuzioni. Gli ebrei vengono
accusati ingiustamente di delitti mai compiuti, e multati o
scacciati.
Tra le più gravi di esse ricordiamo il
massacro degli ebrei della Renania, per mano dei crociati che si
erano messi in marcia per raggiungere la Palestina (1096). Gli
ebrei devono inoltre subire tutta una serie di restrizioni nella
vita civile: molte professioni sono loro interdette, ed essi si
orientano principalmente sul commercio. Nonostante le enormi
difficoltà, le vessazioni e le tasse sproporzionate, gli
ebrei riuscirono a prosperare e a crescere. In molte occasioni
diedero importanti contributi di tipo culturale e amministrativo
ai governi e ai popoli presso i quali vivevano. Da notare il
periodo chiamato "età dell'oro", in Spagna, a cavallo tra
il 1200 e il 1300. In esso, una relativamente pacifica
collaborazione tra cristiani, mussulmani ed ebrei, portò
ad un gran fiorire della vita politica, culturale e
commerciale.
La vita religiosa crebbe e si sviluppò in
continuazione. Per più di quindici secoli, a partire
dall'inizio dell'era cristiana, la stragrande maggioranza degli
ebrei viveva in una stretta e devota osservanza religiosa. Gli
studi talmudici e biblici erano al primo posto della scala dei
valori comunitari. I rabbini, veri e propri saggi, avevano
un'autorità anche civile, e ci si rivolgeva a loro anche
per questioni riguardanti eventuali litigi monetari o altro.
Il pensiero religioso, le opere e i commenti,
crebbero senza interruzione. Tra i grandi del Medio evo
ricordiamo qui soltanto: Rashi (che visse in Francia intorno al
1000), il più rande commentatore della Bibbia e del
Talmud;
Moshè Maimonide (1100), medico della corte
reale d'Egitto, filosofo, capo spirituale di tutta la sua
generazione, le cui opere sono studiate ed osservate fino ad
oggi.
Nonostante le continue persecuzioni ed espulsioni,
il popolo ebraico riuscì ad attraversare i secoli, fino ad
arrivare all'età moderna. Con la scoperta del Nuovo Mondo,
diverse comunità ebraiche si formarono anche sull'altra
sponda dell'atlantico. In genere però, in Europa le loro
condizioni rimanevano di una grossa discriminazione. Chiusi nei
ghetti, potevano esercitare solo un numero molto ristretto di
professioni. In diverse nazioni era perfino proibito loro di
possedere della terra. Sovente eccessi di integralismo cristiano
sfociavano in pogrom (attacchi violenti alle
comunità).
Con l'epoca napoleonica, e il diffondersi degli
ideali della Rivoluzione francese, iniziò il cosiddetto
movimento della emancipazione. I valori della moderna cultura
occidentale cambiarono, e divenne sempre più imbarazzante
giustificare il razzismo e la discriminazione di cui erano
vittime gli ebrei. Durante tutto il 1800 pian piano gli stati
dell'Europa occidentale abolirono le leggi discriminatorie, e gli
ebrei ebbero accesso alla vita pubblica e civile. In Russia e in
Polonia, tuttavia, la vita degli ebrei continuava ad essere
difficile. In particolare, ciò che li affliggeva era
un'estrema povertà e miseria, in buona parte causata dalle
repressioni. Ciò portò ad un forte movimento di
emigrazione verso le Americhe.
Contemporaneamente all'emancipazione, iniziò
tra gli ebrei un movimento verso la laicizzazione. I valori
religiosi persero importanza per una grossa fetta del popolo. Ci
fu perfino uno scisma religioso, con la nascita, in Germania,
dell'Ebraismo riformato. Questa corrente nega in gran parte la
validità delle norme di comportamento religioso, e lascia
libertà di scelta ai suoi seguaci, pur insegnando le basi
dell'essere ebrei. Tale movimento si è diffuso ampiamente,
e oggi, negli Stati Uniti, supera numericamente quello degli
ebrei ortodossi.
Di importanza fondamentale, nella storia della
religione ebraica, è il movimento del Chasidismo, iniziato
dal rabbi Israel Baal Shem Tov (vissuto nel 1700).Nella sua
essenza più profonda si tratta di un movimento messianico
vero e proprio, teso cioè a realizzare le condizioni
indispensabili affinché si concluda il processo di
rettificazione dell'umanità e della creazione. Il Baal
Shem Tov si rivolse alla parte più povera e semplice del
popolo, insegnando loro con parabole, rivitalizzando lo spirito
religioso ponendo enfasi ed entusiasmo, canti e danza, nella
preghiera. Un altro aspetto del Chasidismo fu l'avere dato la
possibilità al popolo di avvicinarsi ai segreti delLa
Cabalà., la parte esoterica dell'Ebraismo.
Verso la fine dell'800 inizia un altro
importantissimo movimento tra gli ebrei: il Sionismo. Di fronte
alla vastità delle sofferenze e delle ingiustizie subite
nei millenni della diaspora, molti intellettuali ebrei iniziano a
coltivare il sogno di ritornare in Israele, e di costruirvi uno
stato ebraico, nel quale gli ebrei potessero finalmente ritornare
ad essere un popolo come gli altri popoli. Tra i più
ardenti sostenitori del Sionismo ricordiamo Teodoro Hertz
(1860-1904), che riuscì ad ottenere un certo appoggio
politico da parte dei potenti governi occidentali. Nel frattempo,
sostenuti da ampie donazioni da parte di ricchi banchieri ebrei,
quali i Rothschild, iniziò un movimento di emigrazione
dall'Europa verso la Palestina. Venivano acquistati terreni,
costruiti villaggi e infine anche città. Tale fenomeno in
breve suscitò una violenta reazione da parte dei popoli
arabi della regione: palestinesi, giordani, egiziani, siriani,
che temevano l'alterarsi degli equilibri economici e demografici
precedenti. Tuttavia il processo era inarrestabile. Vennero
costituiti i primi Kibbutz: comunità socialiste rette da
un forte spirito egualitario e comunitario.
Il '900 è storia di questi giorni. Dopo la
prima guerra mondiale, con l'ascesa del nazismo in Germania,
prende atto la più grande tragedia che abbia mai colpito
gli ebrei europei, dopo l'espulsione dalla Spagna. Proprio nella
nazione nella quale erano nati i primi movimenti di
emancipazione, una delle più civili e moderne in Europa,
la Germania, rinasce violento più che mai il vecchio
antisemitismo, fino alle camere a gas della seconda guerra
mondiale, e ai sei milioni di ebrei morti. Tutto ciò diede
però una spinta decisiva alla volontà dei
sopravvissuti di costruire uno stato indipendente, e nel 1948
nasce lo stato d'Israele.
Il canone della Bibbia ebraica contiene i libri di
dodici profeti minori, oltre a quelli dei tre principali: Isaia,
Geremia, Ezechiele. Vi furono però molti altri personaggi
dotati di capacità profetiche, le cui opere però
non sono state al livello di quelle citate. I profeti aggiungono
all'Ebraismo una nuova dimensione, che prima era presente solo in
una misura nascosta: la visione della futura redenzione
messianica. Questo è forse il secondo messaggio in ordine
di importanza, dopo quello dell'unità di Dio. La storia
umana viene percepita come un processo evolutivo, che porta verso
un evento di portata inimmaginabile: la rettificazione della
creazione. Ciò significa che le imperfezioni umane e
naturali scompariranno (malattie, disastri), e con esse tutti i
problemi sociali (guerre, povertà, ingiustizie). La chiave
d'entrata in questa futura epoca d'oro è il Messia (che
significa "l'unto"), un personaggio eccezionale, che saprà
insegnare le vie dalla pace e dell'amore al mondo intero. Il
popolo ebraico ha un ruolo del tutto particolare da svolgere
all'interno di questo cammino verso la redenzione: quello del
primo testimone di questo patto con Dio, della promessa di una
perfezione non solo dell'anima in cielo, ma anche nella vita
fisica. Inoltre, lo stesso Messia sarà un'ebreo.
È proprio da questa visione che nasce la
radice principale del Cristianesimo, che afferma che il Messia
è già venuto, nella figura di Cristo (che significa
"unto" nella lingua greca). Senza entrare nel merito di un
argomento che ha suscitato duemila anni di polemiche (e
persecuzioni), qui si fa notare che, secondo la fede ebraica, il
Messia deve essere non soltanto un salvatore spirituale, ma deve
riuscire a cambiare, nel corso della sua vita terrena, la
direzione della storia umana, convincendo i governi a non usare
più l'arma della guerra. Ciò ovviamente non
è ancora avvenuto.
Terminata l'epoca dei profeti, con la distruzione
del primo Tempio di Gerusalemme, ad opera di Nabucodonosorre, il
loro posto venne preso dai Saggi della Grande Assemblea, i primi
iniziatori di una grande catena di maestri di Torà,
arrivata ininterrotta fino ai nostri giorni. Il periodo di
massima fioritura di questa corrente di maestri si ha ai tempi
della stesura della Mishnà e del Talmud, inziata duemila
anni fa e durata circa seicento anni, ad opera della corrente dei
Farisei.
I TESTI DELL'EBRAISMO
Innanzi tutto c'è la Bibbia vera e propria,
composta da 24 libri:
- il pentateuco di Mosè,
- gli Scritti dell'Agiografa (Giosuè, i Giudici, il
primo e il secondo libro di Samuele, il primo e il secondo libro
dei Re, i libri delle Cronache, i libri sapienziali),
- i libri dei profeti,
- le cinque Megghillot, o "rotoli": Cantico dei Cantici, Ester,
Lamentazioni, Qoelet, Ruth.
Tutti questi testi costituiscono la cosiddetta
"Torà scritta", alla quale non può venire aggiunta
o tolta una sola virgola.
Ad essi seguono tutta un'enorme varietà di
scritti, che costituisco la cosiddetta "Torà orale", in
continua crescita ed elaborazione. Il corpo principale della
Torà orale è senz'altro costituito dalla
Mishnà e dal Talmud, numerosi volumi dedicati
all'elaborazione del complesso codice delle regole di vita
religiose. Infatti, nella Torà di Mosè queste
regole sono enunciate in linea di principio, mentre l'opera
rabbinica successiva le espande e le applica alle innumerevoli
situazioni della vita quotidiana.
Al Talmud si affianca il Midrash, anch'esso
costituito da numerosi testi redatti in varie epoche. Mentre il
Talmud si occupa principalmente di questioni etiche e di precetti
religiosi, il Midrash riporta un'enorme tesoro di tradizioni sui
vari eventi biblici. Vengono descritti con un taglio decisamente
leggendario e mitico tutti i grandi e piccoli episodi della
Bibbia, ai quali viene aggiunta un'abbondanza di particolari e
dettagli, a volte perfino in contraddizione con il senso
letterale del testo biblico. I Midrashim hanno un'importanza
fondamentale nel pensiero religioso ebraico, che non vuole
separare in modo totale l'aspetto razionale da quello mitico e
fantasioso.
Infine, il terzo costituente della Torà
orale è l'insieme delle opere cabalistiche. La
Cabalà. è la parte mistica ed esoterica
dell'Ebraismo, e si basa principalmente su tre testi. Il primo
è lo Zohar (Libro dello Splendore), un esteso commento ai
cinque libri di Mosè. Poi abbiamo il Sefer ha Bahir, o
Libro della luce chiara, e il Sefer Yetzirà, o Libro della
formazione, più criptici e condensati.
Si tenga presente che i testi elencati finora sono
soltanto quelli base. Ad essi, nel corso dei secoli e dei
millenni, si è aggiunta un'innumerevole serie di commenti
e d'approfondimenti, sia riguardanti la parte legale e razionale,
sia quella leggendaria, sia quella mistica ed esoterica.
La quasi totalità dei testi del Tanach (il
nome della Bibbia canonica ebraica) è scritta in ebraico
antico. Si tratta di una lingua ricca di termini letterari e
profetici, ed espressioni a volte di difficile comprensione.
Tuttavia, caso unico al mondo, l'ebraico moderno è
pressoché identico a quello antico, anche se meno ricco e
vario. L'attendibilità dei testi è dunque molto
elevata, grazie anche l'estrema attenzione, cura ed amore che gli
ebrei hanno per la loro tradizione. È un popolo di natura
molto conservatrice, ed è pressoché sicuro che i
testi d'oggi siano gli stessi di due o tre mila anni fa. È
pur vero che, a livello di critica letteraria universitaria,
alcuni studiosi laici hanno proposto delle teorie diverse, e
sostengono che il canone, così come lo conosciamo adesso,
sia un'opera più recente. Si tratta però di sole
teorie, e le prove che vengono fornite sono convincenti solo se
s'ignora completamente l'aspetto sacro e mistico della
Bibbia.
L'unico libro del Tanach che contiene ampie parti
in una lingua diversa dall'ebraico, è il libro del profeta
Daniele, scritto quasi tutto in aramaico. L'aramaico era
diventata la lingua parlata nel periodo a cavallo tra il 500 b.c
e i primi secoli dell'era presente. L'aramaico usa lo stesso
alfabeto dell'ebraico, e molti termini hanno radici simili.
La maggior parte della cosiddetta Torà orale
(il Talmud e lo Zohar), sono scritte in aramaico, che, come
detto, era diventata la lingua parlata di allora.
La tradizione ortodossa attribuisce valore rivelato
a tutti i testi sacri del Tanach, in altri termini, si sostiene
che essi, pur essendo opera umana, sono stati scritti in
condizioni di particolare unione a Dio, e riportano un tipo di
pensiero ben superiore a quello umano. Sono lo specchio di una
consapevolezza perfetta. In particolare, La Cabalà.
è molto impegnata a mostrare l'aspetto luminoso e divino
delle Scritture, sovente nascosto dietro racconti o descrizioni
il cui aspetto letterale è quello di semplici fatti
umani.
Per capire l'intera tradizione ebraica, è
essenziale comprendere il duplice aspetto della Torà:
scritta e orale. La Torà scritta è esclusivamente
composta dai ventiquattro libri contenuti nel Tanach. La
Torà orale è l'intero corpo delle interpretazioni
rabbiniche accumulatesi durante i secoli e i millenni. Sia
chiaro, anche la Torà "orale" è oggi scritta e
stampata. La si chiama così perché in passato (fino
alla distruzione del secondo Tempio) vigeva la proibizione
assoluta di mettere per iscritto tali conoscenze ed insegnamenti.
Essi venivano tramandati per via orale. Per tale motivo il nucleo
essenziale del talmud: la Mishnà, significa letteralmente:
"ripetuta", poiché i suoi aforismi venivano ripetuti
centinaia e centinaia di volte dagli studenti, onde impararli
perfettamente a memoria.
La Torà orale è enormemente
più ampia di quella scritta, e contiene decine di migliaia
di libri. Nelle loro interpretazioni del testo scritto, i rabbini
sono sovente andati molto più in là del significato
letterale. Alle regole sono state aggiunte altre regole, e altre
regole ancora, guidati dal proposito di rendere più chiara
e possibile l'osservanza dei precetti. Secondo i rabbini,
l'origine della Torà orale è contemporanea a quella
scritta, e Mosè, insieme al Decalogo, avrebbe anche
ricevuto le chiavi principali della Torà orale (la
Mishnà). Ci sono tuttavia state correnti nell'Ebraismo che
hanno cercato di allontanarsi da questi principi, senza peraltro
andare molto lontano.
LE CORRENTI DELL'EBRAISMO
Fino alla conquista della terra d'Israele la
religiosità del popolo si mantenne pressoché unita.
Dopo la divisione del regno in due, come detto, il regno del nord
adottò delle pratiche via via diverse. Il cambiamento
più radicale fu quello di avere trasportato il luogo del
culto da Gerusalemme in atri posti del nord d'Israele, e di
avervi costruito delle statue.
Ai tempi dell'inizio dell'ebraismo rabbinico (2200
anni fa) si formarono gradualmente due correnti: i farisei e i
sadducei. Fariseo viene da un termine ebraico che significa
"separato". Questa era la corrente predominante dell'Ebraismo
rabbinico, che poneva grande enfasi sull'interpretazione rigorosa
e dettagliata dei precetti della Torà. Onde poterli
osservare con la dovuta serietà, si imponevano misure
cautelative, incluso un certo grado di "separazione" dalle
persone non osservanti. C'è da dire che tutti i grandi
maestri dell'Ebraismo fanno parte di questa corrente, che non
è affatto un'accozzaglia di persone false e ipocrite, come
un certo cristianesimo antisemita voleva fare credere. I maestri
del Talmud erano persone eccelse, d'enormi doti sia umane che
spirituali, di un'incommensurabile grandezza d'animo e spirito di
sacrificio. Lungi dall'essere chiusi e fanatici, le loro
conoscenze spaziavano lungo tutto l'arco dello scibile umano.
Inoltre, erano profondamente inseriti nel tessuto sociale del
loro tempo, ed intrattenevano relazioni cordiali con i popoli
vicini, greci e romani in particolare, nonostante i diversi
valori di vita.
Un'altra corrente importante di quel periodo fu
quella dei sadducei. Chiamati così dal nome del
personaggio che la iniziò, Tzaddok, i sadducei, in ebraico
"tzodkim", abbondavano soprattutto nella casta aristocratica e
sacerdotale, e il loro potere era più politico che
spirituale. Si differenziavano nel culto, in quanto ponevano meno
importanza alla Torà orale, e più a quella scritta.
I sadducei aveva un concetto del Divino molto più
antropomorfico, e per loro il culmine del rapporto con Dio si
raggiungeva durante il servizio nel Tempio. I Farisei invece,
senza denigrare per niente il valore delle opere e del
comportamento umano, avevano un concetto del Divino molto
più elevato e trascendente, ed affermavano che l'unione
più intima con Lui si realizzava durante la preghiera e lo
studio della Torà.
I Sadducei negavano l'eternità dell'anima,
la resurrezione dei morti, l'esistenza degli angeli. La loro
rigida interpretazione della Torà scritta li portava a
volte a pronunciare sentenze di morte molto severe, in contrasto
con l'interpretazione farisaica, che era molto più
prudente in casi di giudizi capitali.
La rivalità tra Farisei e Sadducei in
realtà non era altro che la continuazione della
polarità presenta tra profeti e sacerdoti. Storicamente, i
Sadducei subirono molto di più l'influenza degli ellenisti
prima, e dei romani dopo, mentre i Farisei si mantennero molto
più fedeli all'identità ebraica. Dato il loro
essere quasi esclusivamente connessi col culto del Tempio, i
Sadducei scomparsero poco dopo la sua distruzione, per mano di
Tito. I Farisei rimasero per millenni la corrente dominante
dell'Ebraismo.
Contemporaneamente al periodo indicato, esisteva un
terzo movimento, o setta, molto più segreto e minoritario:
gli Esseni. Circondati per secoli dal mistero, molte conoscenze
sul movimento essenico sono dovute al ritrovamento, negli anni
'50, dei cosiddetti "rotoli del Mar Morto", antichissime
pergamene rinvenute in alcune grotte in una zona del tutto
disabitata, nel deserto vicino al Mar Morto (Qumran). Oltre a
contenere alcuni libri dei profeti, in una versione
pressoché identica a quella odierna, tra questi scritti ve
ne erano alcuni che spiegavano le regole di vita esseniche.
La maggioranza degli Esseni viveva in
comunità caratterizzate da un forte spirito fraterno. Non
raggiunsero mai un numero notevole. Vivevano ai margini della
società, in uno stile che anticipava il futuro
monachesimo. Pare infatti che le donne fossero escluse dal vivere
in tali gruppi. Nello loro vita religiosa, gli esseni ponevano
molto l'accento sulla purezza, sia sessuale che alimentare, o in
genere cultuale.
Pare che il loro nome significasse "guaritori".
Infatti, davano una grande importanza a tutte le pratiche
terapeutiche, sia di tipo naturale che spirituale. Astinenze e
digiuni, frequenti immersioni e veglie, erano tra gli strumenti
più adoperati da questa setta. Ciò nonostante, la
loro adesione all'Ebraismo era totale, anche se non prendevano un
gran che parte alla vita pubblica, ma preferivano viverne ai
margini. La loro scomparsa viene spiegata o come dovuta al loro
numero esiguo, e alle grosse difficoltà cui andarono
incontro gli ebrei dopo la distruzione del Tempio, o come dovuta
al loro venire assorbiti dal cristianesimo primitivo, che fu in
parte influenzato dai loro credi e dottrine.
La loro esistenza fu limitata al periodo tra il
secondo secolo b.c al primo secolo dell'era corrente.
I KARAITI
Si tratta di una corrente scismatica ebraica,
iniziata nell'ottavo secolo. I Karaiti richiedevano un ritorno ad
un'osservanza più letterale delle Scritture, e
contestavano l'autorità rabbinica tradizionale. In
realtà essi stessi si ritrovarono, nel corso dei secoli,
ad assumere una serie d'abitudini e di pratiche loro proprie, che
non hanno una base biblica precisa. Si trattò un movimento
abbastanza cospicuo, diffuso in tutti i paesi dell'area araba e
medio orientale. I karaiti non riconoscevano nessuna
autorità principale, ed erano pertanto costituiti da molti
diversi gruppi. Ciò che li accomunava era soprattutto la
loro opposizione all'autorità rabbinica degli eredi dei
Farisei. Furono particolarmente forti nel periodo tra i nono e il
dodicesimo secolo. Di solito molto tradizionali e conservatori,
rigettavano lo studio e l'importanza delle scienze naturali,
cercarono di fare opera proselita, e ciò portò ad
una grossa reazione da parte degli ebrei veri e propri. Molti
rabbini di quell'epoca scrissero e insegnarono tutta una serie di
sconfessioni della fede karaita.
Le fortune dei karaiti conobbero notevoli alti e
bassi. Dopo il dodicesimo secolo, e un breve periodo in Spagna,
il loro centro si spostò nell'area bizantina.
Nel 17 e 18 secolo si spostarono in Lituania e in
Crimea, e poi finirono sotto il dominio russo, che diede loro una
certa preferenza, rispetto al modo col quale trattava gli ebrei.
Tuttavia, il loro numero totale rimaneva sempre basso, poche
migliaia o decine di migliaia. Oggi essi sopravvivono quasi
esclusivamente in Israele, dove mantengono una identità
religiosa separata da quelle degli ebrei ortodossi, ma dove hanno
gli stessi diritti e doveri civili d'ogni altro cittadino.
IL SIONISMO
Il sionismo è un movimento di natura
soprattutto laico, iniziato in Europa agli inizi del 1800. Le sue
cause erano la constatazione della grande sofferenza e
discriminazione che gli ebrei avevano sofferto dorante tutti i
lunghi secoli del loro esilio. Gli ideologi del sionismo
concepirono il progetto del ritorno degli ebrei in Palestina, e
della nascita di una sto ebraico, che avrebbe dovuto convivere
fianco a fianco con gli stati arabi della zona. Qui gli ebrei
avrebbero potuto finalmente ottenere uno status sociale identico
e pari a quello d'ogni altro cittadino, avrebbero potuto avere
una loro vita pubblica, parlare l'ebraico, osservare le feste
religiose. Nonostante il ritorno a Sion fosse stato il desiderio
costante degli ebrei religiosi d'ogni tempo e luogo, presente di
continuo nelle preghiere quotidiane d'ogni generazione, il
sionismo venne portato avanti soprattutto dagli intellettuali
ebrei laici, sovente in forte opposizione all'Ebraismo
tradizionale. Il sogno del sionismo si è realizzato con la
nascita, nel 1948, dello stato ebraico d'Israele, con capitale
Gerusalemme.
PREGHIERA
Le preghiere giornaliere sono tre, mattina, al
pomeriggio e sera. Esse sono costituite da una raccolta di salmi
d'apertura, più lunga al mattino. La parte principale
della preghiera si basa sullo Shma Israel,
"Ascolta Israele, il Signore è
nostro Dio, il Signore è uno",
un brano della Torà che afferma
l'unità di Dio, e sulle Diciotto Benedizioni. Quest'ultime
sono state composte dai Rabbini venti secoli fa circa. Esse
vengono recitate in piedi, pregando silenziosamente, dondolandosi
leggermente. Le prime tre sono di lode a Dio, poi ce ne sono
dodici che riguardano vari aspetti della vita (salute, studio,
sostegno economico, redenzione, difesa dai nemici, ecc.) e infine
ve ne sono tre di ringraziamento. L'ultima delle Diciotto
benedizioni termina con la richiesta della pace, che viene
considerato il bene più sommo.
LA CONVERSIONE ALL'EBRAISMO
La conversione all'Ebraismo richiede un lungo e
difficile periodo di preparazione, durante il quale vengono
controllate le motivazioni dell'applicante. Non sono considerate
motivazioni valide il desiderio di sposare un'ebrea, o simili.
Sovente questo processo dura vari anni. Al termine, la cerimonia
della conversione per l'uomo richiede la circoncisione. Nel caso
in cui questi sia già circonciso, gli si pratica una
piccola puntura sulla pelle di ciò che rimane del
prepuzio, e si estrae una goccia di sangue. A ciò segue il
mikve, l'immersione totale in una grande vasca contenente acque
piovane o sorgive. Vengono recitate alcune semplici benedizioni,
e il rituale si compie così. Per la donna, al termine del
periodo di studio e di preparazione, basta l'immersione nel
mikve.
LO SHABBAT
La scelta del Shabbat come giorno santo, dedicato
al riposo, è già insita nella storia della
creazione. Dio ha creato in mondo in sei giorni, e il settimo si
è riposato. Come parte della "imitatio Dei" della vita
ebraica, il settimo giorno ci si astiene da ogni attività
lavorativa, e ci si dedica interamente allo studio della
Torà, alla preghiera, a gioire della compagnia della
famiglia, ai canti, all'ospitalità. L'osservanza del
Shabbat viene esplicitamente richiesta da uno degli stessi Dieci
Comandamenti.
LE FESTIVITA' PRINCIPALI
Le feste principali dell'Ebraismo, oltre al
già citato Shabbat sono:
- Pessach, la festa che ricorda la liberazione
dall'Egitto (luna piena del primo mese primaverile). Pessach dura
una settimana, anche se il momento più importante è
la sera del Seder (la prima sera). Il Seder è la complessa
celebrazione, intorno al tavolo festivo, durante la quale si
legge tutto il resoconto dell'uscita dall'Egitto;
- Shavuot, o festa delle Settimane, la festa
della promulgazione della Torà (cinquanta giorni dopo
Pessach);
- Rosh ha Shannà, Capodanno, il primo e
secondo giorno del mese di Tishrey, subito dopo l'equinozio
autunnale. Essa ricorda la creazione di Adamo, ed è il
momento nel quale tutte le creature vengono giudicate, e viene
per loro decretato il corso dell'anno a venire.
- Yom Kippur, il giorno dell'Espiazione, dieci
giorni dopo Rosh ha Shannà. Yom Kippur ricorda il perdono
di Dio nei confronti del popolo ebraico, che si era macchiato del
peccato del vitello d'oro. Durante questa giornata l'intero
popolo digiuna, dal tramonto al tramonto, astenendosi
completamente da ogni cibo e da ogni bevanda. Solitamente questa
giornata viene passata in preghiera, nelle sinagoghe.
- Sukkot, la festa delle Capanne, il
quindicesimo giorno (che è quello della luna piena) dello
stesso mese. Questa festa, che dura una settimana, ricorda le
capanne sotto le quali dimorarono i Figli d'Israele subito dopo
essere usciti dall'Egitto. Ogni capo famiglia costruisce una
capanna con il tetto di frasche, o in giardino o sul balcone,
nella quale si va a vivere per una settimana.
Queste feste sono tutte previste dalla Torà,
e richiedono l'astensione dai lavori, come se fosse Shabbat. Ad
esse i rabbini ne hanno aggiunte altre due, che non hanno
però il carattere di riposo totale delle festività
prescritte dalla Torà. Esse sono:
- Chanuka, prima del solstizio invernale, che
dura otto giorni. Essa commemora la liberazione dal giogo degli
ellenisti, che dominavano Israele duemila e duecento anni fa.
L'aspetto principale di questa festa consiste nell'accensione di
lumi, da farsi alla sera, ogni sera un lume in più, fino
all'ottavo giorno.
- Purim, la luna piena di Adar, il mese che
corrisponde al segno dei Pesci. Questa festa ricorda la
liberazione degli ebrei da un grave pericolo di sterminio che
corsero durante l'esilio persiano, come spiega il libro di Ester.
Purim viene celebrato con la lettura del libro di Ester,
scambiandosi dei doni, facendo regali ai poveri, e con un grande
banchetto. Tipico di questa festa è anche il
mascherarsi.
Chi è Dio?
Secondo l'Ebraismo, Dio è il supremo
creatore dell'universo. Assoluto, perfetto, Egli è
un'unità unità, completamente omogenea. Tuttavia,
il Divino possiede tratti diversi, nel modo col quale Si rivela
agli esseri umani. Le fonti della conoscenza ebraico di D-o sono
esclusivamente i libri della Bibbia. Dio è l'eroe
indiscusso di tutta la Bibbia. Ogni cosa che vi viene esposta o
narrata viene riferita a Lui. Tuttavia, non si trova nella Bibbia
nessun precetto o comandamento che chiede di credere nella Sua
esistenza. Le ragioni di ciò possono essere varie. Innanzi
tutto, l'Ebraismo è un sistema di pensiero intuitivo,
piuttosto che filosfico e speculativo. Inoltre, in passato
l'esistenza di D-o era accettata da tutti, e non esisteva
l'ateismo. L'Ebraismo viene dunque a rivelare una nuova
esperienza del Divino.
Il Dio della Bibbia differisce in modo radicale
dalle deità del mondo pagano di allora. Egli possiede una
dimensione cosmica, una grandezza incommensurabile, una potenza
che si estende su ogni aspetto della vita e della creazione. Al
contrario, la visione politeista si basava sulla percezione di
una serie di potenze soprannaturali, ognuna delle quali agiva e
controllava soltanto delle entità, luoghi o tempi
separati, ma non tutto l'insieme.
Per l'Ebraismo Dio è uno, non ne esiste
altro (Deut. 6:4; Isa. 45:21; 46:9)..
Dio è Uno anche in tutti i Suoi attributi.
Pur essendo trascendente, del tutto diverso da ogni cosa che
esiste al mondo, Egli è in grado di comunicare con gli
esseri umani, e assume forme ed aspetti antropomorfici. Egli
possiede delle "emozioni", e pur comparendo a volte sotto aspetti
severi e punitori, la Sua bontà e misericordia prevalgono
su ogni altro attributo.
Pur se D-o posside degli aspetti antropomorfici,
l'Ebraismo stabilisce la proibizione totale di farsi qualsiasi
immagnie di sorta di Dio, di qui il bando delle statue, o delle
concretizziazioni fisiche di Dio, come alberi, monti particolari,
pietre o pilastri, ecc. .
Tuttavia, il D-o invisibile non è una
lontana astrazione filosofica. La Bibbia cita con frequenza tutta
una serie di teofanie, tramite le quali Egli rivela la Sua
presenza. A volte sono lampi e tuoni, altre dei terremoti, o un
pilastro di fuoco o una nube, una volta come una siepe che brucia
senza consumarsi.
Questi fenomeni naturali sono prove della Sua
indiscussa ed incomparabile potenza. Egli è paragonato ad
un gueriero che nessuno può sconfiggere. La Sua grandezza
tuttavia non si basa soltanto sulla Sua potenza. D-o è la
sapienza suprema, è l'onniscienza e l'onnipresenza. Egli
conosce tutto il futuro, esiste al di là del tempo. Ed
è Lui che dona agli esseri umani l'intelligenza e la
comprensione.
Dio trascende il mondo naturale, dato che è
Lui che lo ha portato all'esistenza, ha definito le leggi e
l'ordine che lo governano.
Concezione della vita
La vita è il bene superiore, la
manifestazione più alta e preziosa della sapienza divina.
Essa va rispettata e favorita in tutte le sue manifestazioni. Di
qui il precetto del crescet e moltiplicatevi, detto prima agli
animali e poi agli esseri umani.
Le regole alimentari
L'Ebraismo richiede l'osservanza di tutta una serie
di vaste e complesse regole alimentari, chiamate kashrut. Innanzi
tutto, è proibito il consumo della carne di molti animali
diversi. Sono permessi soltanto vitelli e d ovini, e anche questi
solo dopo una macellazione rituale, e un dissanguamento
dell'animale ucciso. Il consumo della carne va tenuto
strettamente separato da quello dei latticini. Questa regola si
basa su di un precetto della Torà che dice: "Non cucinerai
il capretto nel latte di sua madre". In pratica, questa serie di
regole impone all'ebreo osservante d'avere due parti
completamente separate nella sua cucina, con due set di pentole,
posate, piatti, fornelli e lavabi: uno per la carne e l'altro per
i latticini. Anche il latte deve provenire da animali kasher, e
deve essere stato munto o da un ebreo o alla presenza di un
ebreo. È proibito consumare cibi non cotti da un
ebreo.
Anche nel campo dei vegetali e della frutta
esistono regole molto dettagliate. Nella terra d'Israele, ogni
sette anni, viene proclamato l'anno sabbatico. In questo periodo
non si può coltivare la terra, né fare commercio
dei suoi prodotti. Per il resto, frutta e verdura non hanno
proibizioni. Bisogna però fare somma attenzione a
controllare che non contengano vermi o insetti, che fanno parte
delle creature "non kasher", quindi strettamente proibite
all'ingestione. Per i vegetali che provengono dalla terra
d'Israele è necessario prelevare una "decima simbolica, a
ricordo di quella che veniva offerta ai leviti e ai sacerdoti al
tempo del Tempio.
Durante tutta la settimana di Pessach (la luna
piena intorno all'equinozio primaverile), è proibito nel
modo più assoluto il consumo di qualsiasi cibo lievitato,
come pane, farina, orzo, segale, birra, ecc. al centro
dell'alimentazione in questa settimana c'è il pane azzimo,
le matzot, sfoglie sottili di pane fatto di sola farina, cotta
subito dopo l'essere stata impastata con l'acqua, per impedire
che inizi una benché minima fermentazione naturale.
Infine, regole molto severe riguardano anche il
vino, che ha un posto importante nella liturgia ebraica: esso
deve venire fatto solo da ebrei.
Ogni pasto deve venire preceduto e seguito da
benedizioni particolari, adeguate a seconda dei cibi da
consumare.
Ci sono cinque giorni di digiuno all'anno, nei
quali ci si astiene non solo dal cibo ma da ogni forma di
bevanda. Il più importante di essi è lo Yom Kippur,
il giorno dell'Espiazione.
STRUTTURA GERARCHICA
L'Ebraismo non possiede nessuna struttura
comparabile a quella della Chiesa cattolica. Praticamente ogni
comunità è autogestita, pur nel suo adeguarsi
all'insieme delle norme e dei precetti religiosi che sono gli
stessi per tutti gli ebrei del mondo. Se la comunità
è piccola, al suo centro ci sarà un solo rabbino,
che ha funzioni d'insegnamento e di consiglio sul come eseguire i
precetti. Egli celebra i matrimoni, controlla la kashrut,
cioè l'accettabilità dei cibi. Ogni ebreo è
tenuto ad osservare i precetti della Torà nello stesso
identico modo, sia esso un rabbino o una persona qualunque. I
rabbini sono semplicemente degli esperti, capaci di guidare gli
altri in un'osservanza più estesa e corretta. Inoltre,
sovente il rabbino guida la preghiera in sinagoga (nota), o legge
la Torà di Shabbat. Si noti che questi ruoli possono
venire svolti da chiunque altro, senza sminuire minimamente
l'autorità del rabbino.
(nota): Sinagoga significa: "Casa dell'assemblea"
(dal greco), è il luogo dove si raduno gli ebrei per
pregare.
Una comunità più grande, dove sono
presenti più rabbini, ne elegge uno al ruolo di "rabbino
capo". Questi ha delle funzioni un po' più complesse, che
riguardano anche eventuali divorzi o litigi di natura pecuniaria,
o di conversioni. Egli rappresenta la comunità ebraica nei
confronti degli organi statali e politici del paese che ospita
gli ebrei in questione. In Israele, con la rinascita dello stato
ebraico avvenuta nel '48, la situazione è cambiata
leggermente, dato il grande numero di ebrei ivi residenti, e dato
il maggiore potere politico che i gruppi religiosi posso
assumere. Tuttavia l'organizzazione gerarchica non è molto
diversa da quella spiegata prima. Ci sono due rabbini capo, uno
per gli ebrei ashkenaziti (provenienti dai paesi occidentali) e
uno per gli ebrei sefarditi (proveniente dai paesi dell'area
orientale o araba). La loro carica dura quattro anni,
rinnovabili. In pratica, le diversità all'interno della
popolazione religiosa sono molte o complesse, in quando ogni
gruppo si tramanda abitudini che variano a seconda dell'area
geografica di provenienza. Quindi ogni comunità ha i suoi
rabbini principali, anche se per le questioni giuridiche indicate
prima (divorzi o litigi economici) ci si rivolge al rabbinato
centrale.
In realtà il ruolo delle donne, all'interno
delle strutture e dei ruoli descritti prima, è molto
limitato nelle comunità ortodosse, dato che non è
previsto che una donna diventi rabbino. Questa situazione cambia
nelle comunità di ebrei conservatori e riformati, che
ammettono il rabbinato femminile.
Secondo l'Ebraismo, non c'è bisogno di
nessun intermediario tra l'essere umano e Dio. In particolare,
una delle spiegazioni del nome "Israel" è: "yashar El",
che significa: "diretti a Dio", nel senso che parte della
testimonianza dell'ebreo è che il legame con Dio
può essere diretto e immediato. Ogni uomo e donna sono
creati "ad immagine e somiglianza", e come tali possono accedere
al Divino coi loro propri mezzi. Anzi, secondo l'Ebraismo
l'affidare ruoli intermediari, sia a degli esseri umani
(demiurghi), che a immagini o statue, è un grave ostacolo,
e diventa fuorviante.
LE REGOLE
Secondo l'interpretazione tradizionale, la
Torà prescrive 613 regole basilari, o "mitzvot"
(precetti), 365 dei quali sono "negativi" (non fare…) e
248 sono positivi (fai…). Si afferma che questi numeri
corrispondano al totale delle membra e dei canali presenti nel
corpo umano. La loro osservanza è dunque essenziale per
completare l'uomo dal punto di vista spirituale. In
realtà, con le interpretazioni rabbiniche successive, il
numero dei precetti è salito di molto, anche se quasi la
metà dei precetti basilari non possono venire svolti in
mancanza del Tempio di Gerusalemme.
Con regole così numerose, vi sono
altrettanti livelli di osservanza. I cosiddetti ebrei
"ultraortodossi" si sforzano di osservarle tutte, nelle loro
minuzie più dettagliate. La loro vita diventa quindi
centrata esclusivamente intorno alle opere religiose ed etiche.
Ciò porta ad un notevole isolamento dal resto della
società, ad un vivere in un mondo del tutto a parte. In
aggiunta a ciò, a secondo se sono di origine sefardita
(orientale) o ashkenazita (europea), ogni gruppo di religiosi ha
abitudini ed usanze che si aggiungono alle regole.
Ci sono però modi meno rigidi di praticare
la religione ebraica. i cosiddetti "modern orthodox", pur
osservando la Torà al meglio, prendono parte alla vita
sociale, svolgendo ruoli impiegatizi o professionali nella
società civile e laica. Ci sono poi molte persone che
osservano soltanto alcuni dei precetti, e anche questi solo in
parte, ma che, ciò nonostante, mantengono una notevole
fedeltà all'osservanza delle tradizioni e delle
festività.
Poi si arriva agli ebrei dei movimenti conservatore
(più vicini all'ortodossia) e riformista (che può
distaccarsi quasi completamente da ogni vestigia di rispetto
della halachà, la normativa religiosa). Infine ci sono gli
ebrei laici, i quali, tuttavia, si premurano di conservare almeno
qualcuno dei precetti principali: faranno circoncidere i figli
maschi, andranno in sinagoga almeno lo Yom Kippur. Va notato
come, secondo la legge ebraica, chi nasce ebreo lo sarà
per sempre, indifferentemente dal suo livello di osservanza o
meno.
In breve, per essere considerati ortodossi è
necessario osservare le seguenti regole: la preghiera quotidiana,
che l'ebreo maschio fa dopo avere indossato il Tallit (manto di
preghiera) e i tefillin (filatteri); le norme della kashrut;
l'osservanza del Shabbat e delle altre festività; il
rispetto delle regole di separazione tra marito e moglie nei
giorni delle mestruazioni e nella settimana successiva, fino
all'immersione nel mikvè. Queste sono le regole basilari.
Va aggiunto che, a detta di molti, il precetto più
importante della Torà è il suo studio. Per tale
motivo, durante tutta la sua vita, l'ebreo religioso
dedicherà tempo quotidiano allo studio della
Torà.
Il luogo di culto dell'Ebraismo si chiama sinagoga.
Qui ci si ritrova per pregare insieme. Infatti, l'Ebraismo
insegna che la preghiera fatta in un gruppo di almeno dieci
maschi, è molto più potente ed efficace. Le
sinagoghe vengono frequentate soprattutto dai maschi, dato che le
donne non hanno l'obbligo religioso di pregare tre volte al
giorno, come gli uomini. Di Shabbat o durante le
festività, tuttavia le sinagoghe si riempiono anche di
donne. Va notato che uomini e donne pregano in due luoghi
separati da una tenda. Pur se fortemente consigliato,
specialmente agli uomini, il frequentare la sinagoga non è
essenziale, e il non frequentarla non va contro alcuno dei 613
precetti, a patto che la preghiera venga fatta altrove, anche in
privato.
Il luogo più santo dell'Ebraismo è il
Muro del Pianto di Gerusalemme, l'ultimo residuo di quello che
una volta era il Tempio.
Infine, altre mete privilegiate di pellegrinaggi
sono le tombe dei grandi maestri del passato. Secondo l'Ebraismo,
anche dopo morto, nel corpo di un santo rimane un alito di vita,
che può interagire e venire percepito da chi si trova nei
pressi della tomba. Da esso emana una potente benedizione. Le
preghiere recitare ed espresse in tali luoghi hanno quindi
maggior forza e efficacia.
LO SHABBAT
Lo Shabbat è il giorno festivo perché
la stessa Torà lo definisce tale. Il racconto del Genesi
dice che il mondo venne creato in sei giorni, dalla domenica al
lunedì, e che il sabato venne santificato da Dio, e in
esso Dio si riposò. Inoltre, l'osservanza del Shabbat
viene specificamente richiesta niente meno che da uno dei dieci
comandamenti. Lo Shabbat inizia col tramonto del sole, il
venerdì sera. In realtà ogni giorno ebraico inizia
col tramonto e finisce con quello successivo. Ciò è
dovuto al fatto che la Bibbia, parlando della creazione del
mondo, così si esprime: e fu sera e fu mattina, primo
giorno". Quindi il nuovo giorno incomincia con l'oscurità.
Lo Shabbat non termina esattamente al tramonto del sabato sera,
ma si aspetta circa un'ora ulteriore, fino a che è
possibile vedere le stelle in cielo. La sua durata complessiva
è quindi di 25 ore circa. Gli orari del Shabbat vengono
fissati in base all'ora locale di ogni posto o città dove
gli ebrei vivono, e cambia ovviamente da stagione a stagione. In
teoria, se uno vivesse oltre il circolo polare artico, dove in
certi periodi dell'anno il sole non tramonta mai, non saprebbe
quando iniziare o terminare lo Shabbat. Questo problema viene
risolto facendo mettere la persona in sintonia con la
comunità ebraica più vicina, al di sotto del
circolo polare.
IL RUOLO della DONNA
NELL'EBRAISMO
Si tratta di un soggetto vasto e delicato.
All'apparenza, l'Ebraismo sembrerebbe una religione maschilista
(non la sola). Le donne non vengono contate nei gruppi di
preghiera, la loro testimonianza davanti ad un tribunale
religioso non viene accettata, è il marito a divorziare la
moglie non viceversa, una donna non può diventare rabbino,
ecc. ci sono molti casi nei quali sembra che la donna sia
discriminata nei confronti dell'uomo. Dall'altra parte, ci sono
molti insegnamenti che sostengono che la donna possiede un
livello di spiritualità naturalmente più alto di
quello dell'uomo. Ed è per questo motivo che certi
precetti sono obbligatori solo per gli uomini e non per le donne,
perché gli uomini abbisognano di uno sforzo ulteriore per
assoggettare la loro natura, che altrimenti li porterebbe lontano
dalla santità. Questa maggiore sensibilità
spirituale della donna viene soprattutto riconosciuta e
sottolineata dalLa Cabalà..
Ci sono state sette profetesse, tra le quali Sara,
la moglie e di Abramo, Debora, Ester, Abigail. Il Talmud narra
sovente di donne particolarmente versate nella conoscenza
religiosa, e a volte ancora più pronte dei loro mariti
rabbini, a trovare la risposta giusta, o a comprendere il senso
segreto di una situazione.
Tuttavia, al giorno presente, ci sono tante donne,
anche all'interno del mondo ortodosso (di solito molto cauto e
restio ad avvicinare tale argomento), che sentono di subire una
discriminazione ingiusta, e che vorrebbero un ruolo più
riconosciuto nella vita religiosa.
I SIMBOLI
Il simbolo più importante dell'Ebraismo
è la Stella di Davide. Il suo nome ebraico, Maghen David,
significa letteralmente: "scudo di Davide". Dunque convoglia il
concetto di protezione, di difesa. È semplicemente
costituita da due triangoli equilateri che si intersecano, l'uno
rivolto verso l'alto, e il secondo rivolto verso il basso. Il suo
simbolismo è quanto mai ricco e vasto. In esso vedialo
l'unione del maschile e del femminile, uomo e donna. Si noti
l'enorme importanza che l'Ebraismo dà alla vita
famigliare. Il massimo dell'esperienza religiosa e mistica,
secondo l'Ebraismo, si ha nella vita di coppia, e non
nell'isolamento monastico predicato da altre religioni. Il due
triangoli che si interecano rappresetnao inoltre l'unione di
cielo e terra, di Dio e l'uomo.
La Menorah, il candelabro. È un altro
simbolo molto presente nell'Ebraismo, ed è diventato il
simbolo sul sigillo ufficiale dello stato d'Israele. La menorah
era uno degli oggetti principali del culto del Tempio di
Gerusalemme. Il precetto della sua costruzione si trova
direttamente nel libro dell'Esodo. Doveva essere di oro puro, in
una fusione unica. Le sue sette braccia rappresentano ogni
settenario possibile. Sia in natura che nel mondo umano vi sono
numerosi settenari (i sette pianeti dell'antichità, i
sette giorni della settimana, il ciclo dei sette anni; sette
ghiandole endocrine, sette chakra nella tradizione orientale, i
sette peccati capitali e le sette virtù cardinali, le
sette sapienze del mondo antico, ecc.) il fatto che da tutte
queste braccia provenisse la luce, indica come l'intero insieme
del creato contenga la luce stessa di Dio.
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