Introduzione al Libro della Formazione
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Il libro di Abramo
Il "SEFER YETZIRÀ" o
"LIBRO DELLA FORMAZIONE" è il più
antico testo cabalistico di cui siamo oggi in possesso.
Nonostante la sua età - già ne fa menzione il
Talmud, e ciò lo collocherebbe almeno a 1800 anni fa - il
contenuto stupisce per la modernità, il rigore e il gusto
quasi scientifico con cui gli argomenti sono esposti. La
tradizione rabbinica lo attribuisce ad Abramo,
il primo dei Patriarchi. Ciò non deve far pensare che il
testo attuale sia stato scritto proprio da Abramo, ma piuttosto
che il suo contenuto essenziale, insieme all'ordine delle
corrispondenze ivi suggerito, siano frutto di una rivelazione che
Abramo fu il primo a ricevere. I midrashim (tradizioni orali)
narrano della lunga e sofferta ricerca spirituale di Abramo, del
suo irresistibile desiderio di verità, che lo portò
ad esplorare in profondità le sette vie sapienziali
dell'antichità, e in particolare la Teosofia, l'Astrologia
e l'Astronomia.
Non pago delle risposte parziali da loro offerte,
Abramo continuò nella sua ricerca dell'origine unica e
suprema di tutti quei "frammenti" di verità, finché
meritò di ricevere la rivelazione dell'esistenza del Dio
Uno ed Unico, Signore indiscusso di tutto il creato e di tutta la
storia umana. Ciò che guidò Abramo nel suo cammino
di ricerca fu soprattutto il suo adamantino rifiuto
dell'idolatria, intesa qui come l'accontentarsi di pochi
frammenti parziali della verità, e di assolutizzarli,
nell'illusione che essi siano il tutto, o che siano più
importanti di altri frammenti di verità. Vista in questa
luce, l'idolatria è la causa nascosta della divisione tra
i popoli e tra i vari movimenti di pensiero, e rimane tutt'oggi
tra i nemici maggiori del processo di riavvicinamento e di
unificazione delle consapevolezze cui questo corso e questa
scuola si propongono di dare un contributo.
La sapienza e la novità della rivelazione
ricevuta da Abramo non furono solamente quelle dell'aver dato
inizio ad una nuova religione, che si sarebbe aggiunta alle tante
già esistenti, ma dell'aver fornito gli strumenti
necessari a riconoscere la presenza del Dio Uno ed Unico in tutta
la creazione, e in tutte le varie forme di gnosi umana. Abramo
non rigettò le "sette vie" della gnosi antica, le "sette
colonne" di cui parla il libro dei "Proverbi" (9,1) di Salomone,
ma mostrò la loro relatività e parzialità,
insegnandoci come poterle completare ed unificare in un tutto
coerente, nel quale diventasse finalmente possibile riconoscere
chiaramente la firma del "Nome di Dio".
Tra i molti efficaci modelli di comportamento che
l'Ebraismo ci offre, diventa oggi sempre più importante
quello di Abramo, il primo ebreo. I racconti dei midrashim
(tradizioni orali) testimoniano del suo mirabile senso
d'ospitalità, della sua benevolenza, tolleranza e
magnanimità, che lo resero famoso e benvoluto tra le
popolazioni circostanti. La dimora di Abramo era sempre aperta, e
sia lui che la moglie Sara si distinguevano per la
cordialità con cui intrattenevano ospiti e viandanti.
Né ciò aveva un solo carattere sociale, per quanto
pregevole possa essere, ma tutti quei contatti erano occasioni
per insegnare e diffondere la conoscenza superiore che Abramo e
Sara avevano meritato. Quanto la loro opera di "proselitismo"
fosse in linea con la volontà divina si deduce anche da un
midrash (tradizione) che afferma che uno dei motivi per cui i
discendenti di Abramo dovettero andare in Egitto per il lungo
esilio di 400 anni fu che Abramo ad un certo punto
allontanò un folto gruppo di discepoli che gli avevano
chiesto di accettarli in tutto e per tutto nel suo sistema di
vita. Anche allora come adesso, il vero maestro spirituale non
è solo colui che diffonde una serie di informazioni e di
conoscenze riguardo l'Assoluto metafisico, per quanto vere siano,
ma è soprattutto colui il cui esempio totale di vita si
pone come luce e polo d'attrazione per gli altri, e che riesce
così a guidarli verso la trasformazione completa.
Nei secoli passati, per motivi complessi e
molteplici, gli ebrei non hanno potuto mostrare nei loro rapporti
con gli altri popoli la stessa apertura e disponibilità di
Abramo. Da pochi decenni assistiamo però ad un radicale
mutamento delle condizioni storiche. La rinascita dello stato
d'Israele ha confermato l'eternità della consapevolezza e
della matrice ebraica, e il movimento di risveglio dell'interesse
di tanti nei confronti della vita religiosa ebraica ha confermato
la validità del suo messaggio spirituale.
Contemporaneamente, nel mondo assistiamo al diffondersi della
visione e della fede nella capacità di effettuare un salto
di coscienza collettivo, verso un periodo di pace e di
prosperità impensate.
Le prove che ciò non costituisce un'utopia
si trovano nel risveglio dei bisogni spirituali in un numero
sempre crescente di persone, nel diffondersi degli ideali di pace
e di fratellanza, nella riscoperta dei valori delle sapienze
tradizionali, unita alla percezione della necessità di una
trasformazione qualitativa della cultura scientifica e
tecnologica. L'atteggiamento tollerante incomincia a prendere il
posto di quello fanatico ed esclusivista; l'interesse e il
rispetto per la religione e la morale vanno sostituendo il
cinismo e la licenziosità di una volta. Pur nella sua
relatività e nella sua attuale debolezza, insieme alle
"sviste" madornali di molti che si fanno ingannare dai falsi
maestri spirituali di cui abbonda il mercato, questo movimento
mondiale, è una conferma della verità e
attualità della speranza messianica nutrita dagli ebrei.
Gli ebrei non si sono mai dimenticati che la natura umana
è fondamentalmente buona, e che è possibile
redimere non solo l'anima ma anche il corpo, e che la redenzione
del piano fisico si estenderà a tutta la storia e a tutta
la natura.
È quindi venuto il momento di un radicale
cambiamento di atteggiamento da parte degli ebrei, che comporti
la riscoperta dell'attualità dell'esempio di Abramo. Egli
si intratteneva con i popoli circostanti, aveva con loro
relazioni profondamente amichevoli, e condivideva la sua
illuminata sapienza con quanti si dimostravano pronti a
condividerla o desiderosi di riceverla. Sarà ora quindi
più chiaro il motivo per cui il corso di CHOKMAT
HA-EMET ha scelto di basare lo studio del primo anno
proprio sul "Libro della Formazione". Più di ogni altro
testo cabalistico esso riflette la qualità dell'anima di
Abramo, e l'universalità della sapienza cabalistica,
insieme alla sua capacità di porsi come messaggio
rilevante anche alla coscienza di coloro che seguono altre
tradizioni spirituali. Nel "Libro della Formazione", Abramo ci
offre la quintessenza del sistema di corrispondenze delLa
Cabalà., dandoci le chiavi necessarie a riordinare e ad
unificare i vari pezzi di quel mosaico vasto e complesso che
è la realtà umana e naturale.
Il progresso scientifico e tecnologico, pur con
tutti i suoi vantaggi importanti ed irrinunciabili, ha spesso
esasperato la complessità separativa del modo con cui
percepiamo noi stessi e il mondo, rispondendo e soddisfacendo
molti dei nostri bisogni da una parte, ma evadendo altri bisogni
altrettanto importanti dall'altra. Il ritorno alla sapienza
tradizionale ebraica, lungi dall'essere un atto anacronistico, ha
lo scopo di riportarci alla consapevolezza della presenza
unificatrice e organizzatrice di Dio, presente in ogni luogo e
tempo.
Il "Libro della Formazione" è un concentrato
di formule di corrispondenza il cui scopo è di svelare il
parallelismo dei fenomeni spazio-temporali nella natura fisica ed
umana, e a mostrare le loro radici nei mondi della pura coscienza
divina. In questo modo il "Sefer Yetzirà"
esemplifica la complessità disorganizzata della
realtà, "riordinandola" in un insieme armonico, semplice e
simmetrico. L'intelaiatura principale di quest'insieme è
costituita da 32 unità fondamentali, i famosi
"TRENTADUE SENTIERI della SAPIENZA".
Essi sono gli elementi essenziali di cui è
composta la realtà, sia nelle sue espressioni fisiche che
in quelle spirituali.L'entità numerica "32" non è
casuale, ma possiede diverse precise origini bibliche. La storia
della creazione, così com'è descritta nel primo
capitolo del BERESHIT (GENESI), contiene
esattamente trentadue volte il nome ELOHIM, il
primo dei vari Nomi con cui Dio è chiamato nella
Torà. La Cabalà. spiega che il Nome
ELOHIM descrive la potenza divina preposta alla
creazione e al mantenimento delle leggi naturali su cui poggia la
realtà. Il numero 32 spesso rappresenta anche la
Torà nella sua interezza, dato che la lettera con cui essa
incomincia è la BEIT, il cui valore numerico è 2, e
quella con cui essa finisce è la LAMED, il cui valore
numerico è 30. La somma della prima e dell'ultima lettera
della Torà diventa così il simbolo di tutto il suo
insieme. Per Torà intendiamo non solo il messaggio
contenente la rivelazione dell'esistenza di Dio e delle norme
morali da Lui prescritte, ma il piano intero della creazione, il
progetto operativo concepito dall'infinita sapienza divina, nel
quale sono raccolte tutte le istruzioni necessarie a far emergere
e a tenere in vita l'edificio della creazione nei suoi multiformi
aspetti.
Trentadue è il valore numerico della
parola:
L E V (LAMED - BEIT) = CUORE.
Oltre ad affermare che la Torà è il
cuore stesso della creazione, ciò suggerisce che i
Trentadue Sentieri sono il "cuore" della realtà,
cioè la sua parte più intima, l'essenza del nucleo
centrale, nella quale è contenuta la chiave per
comprendere tutto il resto. Ciò giustifica la pretesa del
"Libro della Formazione" di voler ridurre l'indiscutibile
complessità della realtà sensibile ad appena
trentadue elementi fondamentali, affermazione che potrebbe
insospettire il lato critico e scientifico di ciascuno di noi.
Questa esemplificazione si riferisce soprattutto al "cuore" o
"entità centrale" del creato, ma nel contempo irradia un
senso d'ordine e di scopo verso la quasi infinita varietà
delle forme di vita e di intelligenza.
D'altra parte, la metodologia di esemplificare la
realtà oggettiva in un numero il più ridotto
possibile di elementi-primi è basilare nella stessa
osservazione scientifica. Se ne vede un esempio nella chimica, in
cui tutta la varietà della materia viene ridotta ad un
solo centinaio di elementi, attraverso la cui permutazione e
combinazione si arriva poi alla complessità delle
strutture molecolari e cellulari. Anticipando di duemila anni
questa metodologia, il "Sefer Yetzirà" suggerisce che lo
studio dei "Trentadue Sentieri della Sapienza" è la via
per spiegare la misteriosa varietà del mondo, e per
riconoscere in ciò il filo unificatore della sapienza
divina.
Inoltre, rispetto alla limitatezza del pensiero
scientifico, incapace di uscire dal campo del "sensibile" e del
"razionale", il "Libro della Formazione" offre una serie di
chiavi di corrispondenze che permette ben più della
descrizione del piano fisico della creazione - chiamato nel testo
OLAM ("mondo"). Infatti, esso ci guida alla
realizzazione di come il mondo fisico non sia altro che l'ultima
espressione di un sistema ben più ricco ed articolato, che
include i fenomeni del tempo e della storia - chiamati nel testo
col termine SHANÀ ("anno") - come pure i
fenomeni psichici, emotivi, intellettuali e spirituali
dell'essere umano - chiamati nel testo NEFESH
("anima").
S P A Z I O - T E M P O - C O N S A P E V O L E Z Z
A
I TRE LIVELLI della REALTÀ SECONDO IL
LIBRO della FORMAZIONE
Infine il Sefer Yetzirà afferma che
le radici più elevate dei Trentadue Sentieri, all'interno
dello stesso pensiero di Dio, sono le Dieci SEFIROT e le Ventidue
lettere dell'Alef-Beit ebraico, il linguaggio essenziale con cui
si esprime la Mente divina. È questo il primo testo della
Cabalà. antica a fare menzione esplicita delle Dieci
SEFIROT, uno dei concetti più importanti della mistica
ebraica. Un altro modo di capire matematicamente la
qualità del numero 32 è quello di considerarlo come
la quinta potenza del numero 2. La base 2 rappresenta la
dualità caratteristica di tutta l'esistenza rivelata, che
è "seconda" all'esistenza segreta, che invece è in
uno stato di unità con Dio. "Due" rappresenta anche la
simmetria su cui si appoggia la creazione, assunto condiviso
ormai anche dalla scienza (basti pensare al rapporto materia -
antimateria descritto dalla fisica quantistica). La Bibbia, nel
versetto di Qoèlet 7,14:
" ze leumat ze assà ha Elohim "
" questo parallelo a quello fece Dio "
aveva anticipato la scoperta della fondamentale
polarità simmetrica che è alla radice di tutti i
fenomeni fisici e psichici. Non a caso la Torà incomincia
proprio con la lettera BEIT, che vale 2. Inoltre, l'esponente a
cui va elevato il 2 per ottenere 32 è 5, e ciò si
riferisce alle cinque dimensioni che esistono nella creazione
secondo il "Libro della Formazione". Il testo contiene la
seguente ripartizione: mondo - anno - anima. Questi tre livelli,
espressi in termini moderni, sono:
spazio - tempo - coscienza.
Come si sa dalla fisica, lo spazio possiede tre
dimensioni e il tempo una. La "quinta" dimensione, purtroppo non
ancora ufficialmente accettata dalla scienza, è quella
della consapevolezza dell'essere vivente, colui che si trova al
centro delle altre quattro coordinate.
La Torà attribuisce un'importanza
fondamentale alla quinta dimensione, e lo studio della
Torà è il mezzo più rapido ed efficace per
raggiungerla. Non a caso la Torà scritta, o PENTATEUCO
(penta = cinque) è proprio suddivisa in cinque libri. In
conclusione: 2 elevato a 5 è la formula che afferma che
bisogna saper leggere la dualità fondamentale
dell'esistenza in termini di parallelismo, di corrispondenza e di
simmetria, "potenziando" tale lettura mediante la sua estensione
a tutti i cinque gradi dell'essere.
Il "Libro della Formazione" ci descrive in modo
coerente e sintetico il processo creativo operato dalla sapienza
divina nel suo dar vita ai mondi, e ci rende più sensibili
alla santità insita in ogni loro dettaglio, facendoci
percepire la rete organizzatrice che li tiene insieme. Tramite il
suo studio crescerà anche la nostra consapevolezza del
"qui e adesso", cioè la capacità di rispondere alle
imprevedibili esigenze del momento in cui viviamo, senza fughe in
avanti o all'indietro. Le stagioni, i mesi, i giorni della
settimana, contengono dei messaggi nascosti che ci invitano a
sviluppare particolari doti, ad usare dei "sensi" determinati,
abbinati alla mutevole qualità del fluire temporale.
Analogo messaggio esiste nelle collocazioni spaziali della
realtà: le direzioni cardinali possiedono una loro
identità spirituale specifica, ed esercitano influssi
diversi sulla personalità umana. Il "Sefer
Yetzirà" si occupa del valore simbolico delle
direzioni dello spazio nel discutere i dodici lati del "cubo
dello spazio", e stabilisce un'esatta corrispondenza tra di essi
e i dodici mesi e segni zodiacali.
BREVE DESCRIZIONE DEI TRENTADUE SENTIERI
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Essi sono costituiti dalle dieci Sefirot e dalle
ventidue lettere dell'alfabeto ebraico. Il "Libro della
Formazione" è il primo testo ad introdurre il concetto di
"Sefirà", uno dei più importanti e noti della
Cabalà. I primi grandi cabalisti avevano interpretato le
"Sefirot" come le fasi del processo di emanazione con cui Dio ha
manifestato i vari piani dell'esistenza, dai più sottili e
superiori sino a quelli più grossolani e materiali. Le
"Sefirot" corrispondono alle dieci frasi pronunciate da Dio nella
storia del "BERESHIT" (GENESI), le dieci volte in cui "DIO DISSE"
... e fu fatto.
A questa spiegazione si è in seguito
aggiunta quella che vede nelle Sefirot le "potenze dell'anima",
cioè gli strumenti basilari che l'anima umana possiede per
rapportarsi con la realtà circostante, con se stessa e con
il Creatore. Le Sefirot sono quindi "stati di consapevolezza"
presenti in ciascuno di noi. Agli inizi tali facoltà sono
molto primitive, e solo lo studio della Torà o
"insegnamento di Dio" insieme alla pratica dei precetti o
"mitzvot" riesce a svelare la loro potenza nascosta. Le
Sefirot diventano così vere e proprie "Luci
dell'anima".
Le dieci "Sefirot" sono:
1 - KETER - CORONA
2 - CHOKHMÀ - SAPIENZA
3 - BINÀ - INTELLIGENZA
4 - Chesed - AMORE
5 - GHEVURÀ - FORZA
6 - Tiferet -
BELLEZZA
7 - NETZACH - ETERNITÀ
8 - HOD - SPLENDORE
9 - Yesod - FONDAMENTO
10 - MALKHUT - REGNO
Insieme esse costituiscono l'ALBERO della VITA, il
cui ritrovamento in ciascuno di noi è lo scopo vero ed
ultimo di ogni ascesi spirituale. La figura nella prossima pagina
è la tradizionale rappresentazione grafica dell'Albero
della Vita, e di come le dieci Sefirot si correlino tra di loro
per comporlo. Chi già ha visto e studiato questa immagine
sui vari testi che circolano in Occidente noterà una
differenza fondamentale: qui c'è un solo canale che unisce
Malkhut al resto dell'Albero. Altri disegni mostrano
invece altri due canali oltre a quello di Yesod: uno proveniente
da Netzach e uno da Hod. Secondo la vera
Cabalà ebraica invece Malkhut (Regno) riceve la sua
luce ed energia unicamente da Yesod
(Fondamento).
Le ventidue lettere dell'Alef-Beit ebraico sono
chiamate dal "Libro della Formazione" le "pietre"
(evanim) che il Divino Architetto ha usato per costruire
la "casa" che è la creazione. Ogni lettera, lungi
dall'essere una semplice convenzione umana sul come rappresentare
un elemento fonetico del linguaggio, è in realtà
uno degli agenti essenziali del processo creativo. Nel
pronunciare ogni lettera dell'Alef-Beit il "fiato" divino ha dato
origine ad una porzione della realtà. Tramite la
combinazione e la permuta delle varie lettere la Sapienza divina
ha dato esistenza alla molteplicità delle forme viventi e
inanimate. Quando Adamo "chiamò i nomi" di ogni
essere presente nel Giardino dell'Eden (Genesi 3), in
realtà egli stava riconoscendo e leggendo la formula o
permutazione presente alla radice di ciascuno di essi. Ciò
gli era possibile grazie alla "vista" spirituale di cui era
dotato, e che perse solo dopo la "caduta". Lo studio del "Libro
della Formazione" ha come scopo il ricupero parziale di quella
chiaroveggenza, e della possibilità di chiamare ogni
essere col suo vero "nome".
Ogni lettera dell'Alef-Beit è un archetipo
che possiede una triplice forza:
1) la sua forma o aspetto grafico,
2) il suo suono o il significato del suo
nome,
3) il suo valore numerico.
Queste tre forze agiscono sulla triade più
importante dell'apparato conoscitivo umano:
1) vista 2) udito
3) intelletto.
Le lezioni del corso approfondiranno accuratamente
tutti questi aspetti. Vi preghiamo di fare spesso riferimento
alla tavola contenente
l'Alef-Beit, e di familiarizzarsi gradualmente col loro
aspetto. Pur senza conoscere in fondo le loro proprietà,
che andremo via via studiando, il solo guardarle ha già un
effetto positivo sulla coscienza, che ne viene stimolata a
livello super-cosciente. Le ventidue lettere dell'Alef-Beit sono
le radici da cui derivano i seguenti settori generali della
creazione:
nella dimensione chiamata "mondo":
- i tre elementi attivi (fuoco, aria, acqua),
- i sette corpi visibili del sistema solare:
(Chama-Sole, Levanà-Luna, Kochav-
Mercurio, Noga-Venere, Meadim-Marte,
Tzedeq-Giove, Shabtai-Saturno),
- i dodici segni zodiacali;
nella dimensione chiamata "anno":
- le tre stagioni dell'anno (calda, fredda,
temperata),
- i sette giorni della settimana,
- i dodici mesi soli-lunari del calendario ebraico
(Nisan, Yaar, Sivan, Tamuz, Av,
Ellul, Tishrei, Cheshvan, Chislev, Tevet, Shvat, Adar);
nella dimensione chiamata "anima" (unione
della realtà fisica, psichica e spirituale dell'essere
umano):
- le tre divisioni principali del corpo (testa,
torace, ventre)
- le sette aperture del viso
- i dodici organi del corpo (due mani, due piedi,
due reni, stomaco superiore, stomaco inferiore, milza, fegato,
intestino tenue, bile).
Durante il primo anno del corso ci occuperemo
principalmente delle dodici lettere "semplici":
HEY - VAV - ZAIN - HEIT - TET - YUD
LAMED - NUN - SAMEKH - AIN - TZADIK - KUF.
Il testo del "Sefer Yetzirà" è
estremamente conciso, e concentra in poche parole tantissime
informazioni. Esso fa quasi pensare all'indice di un libro,
più che al libro stesso. Una tradizione afferma che
ciò che possediamo oggi sia quanto è rimasto di un
testo molto più completo, che avrebbe contenuto
quattrocento capitoli. L'edizione che studieremo ne ha solamente
sei. La sua concisione rende necessario fornire ampie spiegazioni
per ogni parola del testo originale. Esistono varie versioni del
"Sefer Yetzirà". Esse non corrispondono in tutto e
per tutto a proposito dell'ordine di attribuzione tra i
molteplici elementi. Non si pensi a confusione o inesattezza, ma
al principio di relatività cabalistico, che afferma che in
piani di realtà diverse esistono corrispondenze diverse.
Non a caso nella scienza la teoria generale della
relatività fu introdotta proprio da un ebreo, Einstein,
nel cui inconscio collettivo, come direbbero gli psicanalisti,
erano senz'altro all'opera gli archetipi sapienziali delle
generazioni di cabalisti che lo avevano preceduto.
Nel corso di "CHOKHMAT HA EMET" faremo uso
esclusivamente della versione del "Sefer Yetzirà"
raccomandata dal grande ARIZAL. Essa si riferisce al periodo
finale del: MONDO
della RIPARAZIONE (OLAM HA TIQQUN) (vedi Glossario), che
è il periodo storico nel quale ci troviamo:
l'approssimarsi imminente dell'era messianica.
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