I
FIGLI DEI PROFETI |
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SEMINARIO RESIDENZIALE DI CABALA'
Il seminario di ferragosto quest’anno è riuscito particolarmente bene. Innanzitutto il luogo: la Pieve di Romena, nell’alta valle dell’Arno, chiamata Casentino. Le Pievi, in passato, erano luoghi di ospitalità per i viandanti e i pellegrini. Se una persona si mette in viaggio per raggiungere un qualche luogo sacro, solitamente lo fa perché si sente spinta da una grande esigenza interiore. Lo spostarsi fisico diventa così l’espressione di un analogo movimento interiore, spirituale, un cambiamento della consapevolezza, delle prospettive di vita. Gli incontri che avvengono durante tale viaggio sono oltremodo significativi, e contengono una particolare rivelazione di Divina Provvidenza. Ed ecco che le Pievi diventavano centri di ricche interazioni tra persone animate da sincere ricerche spirituali. A parte ciò, di solito esse venivano costruite in luoghi che già da soli possedevano potenti energie naturali. Com’è noto, la terra intera è un organismo vitale, attraversato in continuazione da correnti e flussi energetiche. In alcune zone o località speciali questi flussi sottili si sommano, si sovrappongono, un po’ come avviene nei gangli del sistema nervoso, o nei plessi del corpo umano. Qui l’influenza che tali flussi di magnetismo vitale possono donare diventa molto più alta. Il nostro gruppo ha quindi trovato l’atmosfera più che adatta per il difficile compito che avevamo davanti. Infatti, La Cabalà. non è una disciplina semplice e facile, ma richiede impegno, profondità, disponibilità, grande apertura mentale, immaginazione. Nonostante alcune difficoltà logistiche (le sistemazioni in camere multiple non erano certo le più confortevoli, e ringraziamo i partecipanti per la loro pazienza e adattabilità), si è subito creata un’atmosfera socievole, di condivisione, di rispetto. Ogni persona del gruppo possedeva elevati talenti creativi, anche se, per umiltà, non sempre venivano mostrati. Abbiamo avuto la sorpresa di avere ben due musicisti nel gruppo. Le danze alla sera, il canto e la musica, si sono rivelati strumenti essenziali per ampliare l’area delle esperienze, che altrimenti sarebbero rimaste limitate all’intelletto.Uno degli scopi primari del lavoro di gruppo era quello di accedere allo stato di AD DELO YADA, "finchè non si conosca", che equivale a: YODEA NAGHEN,
"conosce la melodia" (stesso valore numerico di 193). Solo così meritiamo la "crescita esponenziale" (un modo metaforico di tradurre la parola "Purim" in ebraico. L’idea è molto semplice. Le esperienze della vita sono tali da farci crescere tutti. Occorre proprio essere dei campioni di incapacità per non cogliere le occasioni preziose che la vita ci dà ogni giorno, tutte rivolte a farci evolvere nello spirito, nell’anima, nei sentimenti. Tuttavia, esistono due tipi di crescita. Il primo segue dei ritmi naturali, non dissimili da quelli delle piante durante le stagioni. Questo primo tipo è sufficiente per permetterci di misurarci col quotidiano, per far fronte agli imprevisti, per sopravvivere, per migliorare noi stessi, e forse anche, ad aiutare qualche persona vicino a noi. Il secondo tipo di crescita è esponenziale, molto più rapido (Purim viene da PAR, moltiplicare). Si tratta dell’innescarsi di una vera e propria reazione a catena, che accelera l’evoluzione individuale e collettiva. Questo è il punto più importante delle scuole di profezia, e del compito di chi si tra i "Figli dei Profeti". Non basta preoccuparsi della salute della propria anima, della propria purezza, conoscenza, evoluzione. Occorre dare una mano agli altri. E ciò inizia tramite l’entrare in contatto con persone sulla stessa lunghezza d’onda, e collaborare con loro a dei progetti comuni. Anche in passato quest’esigenza era sentita. Ma i tempi non erano maturi e il potere religioso l’aveva scambiata per proselitismo, per indottrinamento. E presto tutto ciò era scaduto in fanatismo, spesso violento. Ora siamo in un momento diverso, perlomeno in occidente. Sentite quanto ha da dire Rabbi Shlomo Carlebach, uno dei più grandi maestri della nostra generazione. "Vengono giorni, dice
Dio; ci sarà una grande fame nel mondo, ma la fame non sarà di pane e
la sete non sarà d’acqua, ma di ascoltare la Parola di Dio" “Shalom miei dolci amici. Sono sicuro che conoscete questo passaggio, è tratto dai Profeti. Viviamo in un mondo affamato, molto affamato. Sapete, se hai fame di pane diventi brutto. Infatti, sei cosě affamato che non lo sopporti. Ma se sei affamato di Dio, piů lo diventi e piů cresce la tua bellezza. La gente affamata di pane si odia reciprocamente; ognuno sospetta che l’altro gli porti via la sua parte. Ma la gente affamata di Dio si rende conto che è il piů grande dei privilegi quello di far si che qualcun altro diventi a sua volta affamato di Dio. Quando la tua fame č di pane, sei vuoto; ma se sei affamato di Dio ti senti cosě pieno, cosě pieno. Sono certo che avete letto i Profeti, ma non sono certo che sappiate che i Profeti non erano delle specie di barboni disadattati, che vagabondavano per le strade di Gerusalemme, senza niente da mangiare. I profeti di Dio, i veri Profeti, specialmente prima della distruzione del Secondo Tempio, erano delle persone ricchissime. Erano gente perfetta – fisicamente, mentalmente, spiritualmente, e divinamente. Sapevate che ogni profeta aveva una piccola scuola di profezia con centinaia, migliaia di giovani, e tutti avevano degli strumenti musicali. Non è possibile ricevere la profezia da Dio semplicemente stando di fronte ad un semaforo rosso. Piuttosto, i profeti si mettevano a suonare e a cantare, e improvvisamente le Porte del Cielo si aprivano, e loro si mettevano a profetare. Ascoltare la profezia non è come sentire un telegiornale. Infatti, la maggior parte delle volte, coloro che ascoltavano il profeta si mettevano loro stessi a profetare. Un vero profeta non è qualcuno che dice: "Ho ricevuto una profezia, ma chi siete voi per esserne degni?" piuttosto, i profeti erano capaci di elevare gli altri ai più alti livelli." Reb Shlomo spiega in modo semplice e diretto quali sono le responsabilità dei profeti e dei loro figli: diffondere la fame e la sete di Dio. Quindi, non risposte pronte, non risposte definitive, ma desiderio di ricerca, di crescere nella conoscenza. Il tutto va unito a coerenza etica, e va vissuto con grande creatività. Per concludere degnamente la settimana, per la prima volta in Italia, abbiamo celebrato il santo Shabbat tutti insieme. Per merito soprattutto della famiglia di Nadav, presente al completo, le preghiere, i canti, il kiddush, sono stati momenti molto intensi e profondi. Certo l’attenta e commossa partecipazione di tutti è stata un dono tanto prezioso quanto inaspettato. Col Shabbat, abbiamo fatto esperienza del concetto della "santità del tempo", dell’esistenza di momenti o periodi particolari nello scorrere del tempo, nei quali diventa più facile e più diretto contattare il Divino. A tutti i partecipanti, un sincero ringraziamento e un arrivederci ai prossimi incontri!
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Ferragosto 2002
Anche quest’anno la scuola "La Sapienza della Verità", invece del tradizionale viaggio in Israele, ha organizzato una settimana di studio della sapienza cabalistica, in Toscana. Il soggetto del seminario era "I Figli dei Profeti". Lo scopo del seminario è stato quello di scoprire il punto di profezia presente in ciascuno di noi, e di risvegliarlo, attivando la capacità di vi vivere all'altezza delle grandi sfide che il mondo d'oggi ci pone. Ampio spazio è stato dato alla parte meditativa ed
esperienziale. |
Tra i soggetti trattati: |
Osservazioni. Il seminario è stato diverso da quello tenuto una decina d’anni fa circa sul soggetto: la Profezia.
Lo
scopo era più ampio. Siamo partiti dal presupposto che,
nonostante il fatto che le Porte delle più alte profezie si siano ormai
chiuse, in ognuno di noi rimane un seme di tutto ciò. In altri termini,
la nostra consapevolezza possiede una potenzialità inesplorata, un
germe di chiarezza di visione. Non siamo profeti, ma possiamo diventare
i loro figli spirituali, ricevendo così la loro eredità, e parte delle
loro doti. Diventeremo così, a tutti gli effetti, Figli dei Profeti.
Non che si tratti di una promozione che comporta solo privilegi,
una specie di entrata a far parte di una casta superiore, al contrario.
Ai profeti, e ai loro figli, spettano i seguenti compiti: 1). Critica della amoralità
sociale, del comportamento dei governanti politici e dei capi religiosi,
là dove necessario. 2). Critica dell’amoralità
individuale. 3). Minaccia di punizioni e di
catastrofi, se è realistico ritenenerle imminenti. 4). Visione del pentimento
futuro, del cambiamento del carattere e del comportamento. 5). Visione della futura
rettificazione, e consolazione da ogni pena e male. 6). Promessa di una redenzione
messianica finale, totale, che supera l’ordine della natura e della
storia. 7). Insegnamenti segreti sul come
prepararci a ciò, e sul come affrettarlo.
Dunque, grande responsabilità, chiarezza di vedute, sia sul
piano spirituale che socio-politico. Qui sta uno dei vari elementi della
grandezza dei profeti: non solo si cresce nella consapevolezza
spirituale, nel contatto e nell’intimità col Divino, ma anche nella
capacità di interpretare gli avvenimenti del mondo circostante, e di
intervenire efficacemente in esso.
A parte tutto ciò, la dimensione
profetica è accompagnata da una grande serenità d’animo. Essa è il
risultato del mescolarsi dei seguenti elementi:
- la capacità di raggiungere stati di meditazione profondi e
sinceri, superando il turbinio di mente e cuore;
- la scoperta della dimensione più interiore della preghiera,
con la conseguente elevazione di parola e sentimenti;
- la dimestichezza con i modi esoterici di studiare ed
interpretare la Parola di Dio, la Sacra Scrittura, grazie alle tecniche
cabalistiche. Come parte degli esercizi di meditazione, ci saranno
canti e musiche di gruppo. Ogni giorno, i partecipanti si uniranno in
una danza in gruppo, condotta da una esperta, al passo di varie musiche
ebraiche.
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