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L'Arte secondo la Cabalà
di Nadav Crivelli
Nella tradizione ebraica l'arte sembrerebbe non avere avuto il
ruolo importante e centrale che invece ha svolto in altre
tradizioni religiose. Ciò è vero solo ad una
osservazione poco profonda. Bisogna comunque premettere che,
secondo la divisione dell'umanità in tre rami principali
(i tre figli di Noè), la parte estetica non è
toccata al popolo ebraico. I tre figli di Noè sono (Genesi
9, 18):
Shem |
Cham |
Yafet |
"Shem"
vuole dire "nome", e da lui provengono i popoli semitici:
principalmente ebrei ed arabi. Sono i popoli del "nome",
cioè che pongono l'enfasi sull'essenza delle cose e delle
persone, la quale, secondo "Shem", è contenuta nel loro
nome. |
"Cham" vuol dire "caldo", e da lui
provengono le popolazioni di colore, specie quelle dell'Africa.
Sono i popoli dell'emozione, del "sangue caldo", o che,
più semplicemente, dimorano nei luoghi più caldi
della terra.
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"Yafet"
vuol dire "bellezza", e da lui provengono i popoli indoeuropei,
le culture che hanno maggiormente sviluppato le arti e l'estetica
nel corso della storia. In particolare, uno dei discendenti di
Yafet fu Yavan (Genesi 10,2), che significa "Grecia". La Grecia
antica fu forse l'esempio più chiaro dell'enorme ruolo che
le arti, sia plastiche sia figurative sia espressive, assunsero
nella vita pubblica e privata. Anche nei linguaggi, nelle
teologie, e in altri aspetti del mondo intellettuale, forma ed
estetica passavano davanti ad altri aspetti e valori. |
Nonostante tali presupposti, sarebbe errato pensare che la
tradizione ebraica sia priva di espressioni creative ed
artistiche. Fino a partire dal Tabernacolo, costruito da Israele
nel deserto, al Tempio di Salomone, alle forme artistiche delle
epoche più recenti, l'arte sacra ha un ruolo
insostituibile nella vita dell'ebreo. Il Tabernacolo, l'Arca dell'alleanza, la Menorà (Candelabro), i vestiti
e gli ornamenti del Grande Sacerdote, erano opere uniche, di
un'altissimo livello estetico, ed hanno lasciato una traccia
precisa nella storia dell'umanità. Non tutti sanno che uno
degli aspetti più caratteristici del Tempio di
Gerusalemme, era la musica che veniva suonata ininterrottamente,
dai Leviti, su centinaia di strumenti musicali, a fiato, a
percussione, a corde. Molti di tali strumenti erano stati
inventati apposta dagli stessi Leviti, e non si sono conservati
dopo l'esilio.
Entrando nel campo più specifico della Cabalà,
si noti il seguente fenomeno:
I termini "Arte", Omanut, e "Fede",
Emunà, provengono dalla stessa identica radice:
Men Nun, quella presente nel termine
Amen, o, più semplicemente, le
due lettere che formano la parola Man,
"manna", il cibo che i figli d'Israele ricevevano miracolosamente
nel deserto.
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OMANUT
ARTE |
EMUNA'
FEDE |
MAN
MANNA |
Come spiegare ciò?
Di solito, udendo la parola "fede", il lettore occidentale
penserà ad un insieme di dogmi che vanno accettati
così come sono, senza cercare di capirli con il dono
dell'intelletto. In ebraico invece, la Fede è la
capacità di raffigurarsi una realtà superiore, e di
fare ciò tramite il dono dell'immaginazione. Più
ricca e coerente, più ampia e descrittiva è tale
immagine, più grande è la fede. Ed ecco il legame
con l'arte: il senso artistico raggiunge il suo apogeo quando
viene impiegato per raffigurarsi l'Inimmaginabile. Si noti come
un tale processo è soprattutto di tipo interiore, quasi
meditativo. E' l'occhio della vista interiore che scorge il
segreto, e che riesce a rappresentarselo. Inoltre, non si pensi
che tale processo interessi le sole capacità visuali. La
poesia e l'uso creativo del linguaggio in genere ne vengono anche
coinvolti. Infatti, la descrizione del Mistero può anche
venire compiuta con parole e frasi, come è nel caso della
stessa Torà. Per non dimenticare la musica, come strumento
diretto di unione col sentimento del Divino, come riattivatore
dei principi armonici nascosti nell'essere umano.
In un contesto del genere appare chiaro come l'essenza stessa
dell'arte sia quella di essere sacra. Questo sforzo di
intuizione, di visualizzazione, di immaginazione, apre le porte
dell'anima alla ricezione della manna: il cibo divino. Arte, Fede
e Nutrimento perfetto diventano così gli elementi di
un'unica triade che è anche quella del segreto dell'essere
umano. Non sfugga infatti la tutt'altro che casuale presenza
della radice Emme Enne anche nella parola "umano", "man" (in
inglese e in tedesco). L'esigenza di creare è dunque
altrettanto forte e primordiale quanto quella di farlo seguendo
un ordine superiore, di natura trascendente e metafisica, al
quale accediamo tramite la fede. E tale esigenza è inoltre
paragonabile allo stesso bisogno di venire nutriti, e di nutrire
gli altri. E questi sono i compiti essenziali del nostro essere
scesi in un corpo umano.
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