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FAQ (frequently asked questions) domande fatte con frequenza sulla:

CABALA'

Questo nome suscita interesse e fascino in alcuni, diffidenza e repulsione in altri. 
Lo scopo di quest'articolo è di chiarire alcune idee preconcette,a riguardo di quest'insostituibile componente della religione ebraica.


Sommario

  1. È la Cabalà "pericolosa"?
  2. Potrebbe la Cabalà diminuire l'enfasi e la centralità delle mitzvot, le regole della vita religiosa?
  3. A cosa sono dovuti i pregiudizi nei confronti della Cabalà?
  4. È indispensabile conoscere tutto il Talmud e tutta la Halakhà prima di occuparsi di Cabalà?
  5. Bisogna avere almeno 40 anni prima di occuparsi di Cabalà?
  6. È lo studio della Cabalà proibito alle donne?
  7. La Cabalà è simile alla magia?
  8. Come studiare la Cabalà oggi?

1) È la Cabalà "pericolosa"?

Questo sospetto deriva dal fatto che la descrizione della realtà, fornita dalla Cabalà, è spesso molto diversa da quanto  il comune buon senso è in grado di farsi. Ad esempio, secondo la Cabalà, il fondamento che sostiene tutta l'esistenza è l'Ain, il Nulla metafisico. Uno dei versi biblici che giustifica quest'affermazione è (Giobbe 26,7): "Tolè aretz al blimah", "Sospende la terra sul Nulla". In passato ciò poteva sembrare strano e fantasioso. Oggi la scienza moderna ha scoperto che la massima parte della materia è costituita da vuoto, anche se ai sensi essa appare dura e consistente. Perfino le minuscole particelle atomiche di cui essa è composta, sembrano a volte svanire in una nube d'elettroni virtuali, intorno a nuclei costituiti da "quark" che nessuno ha mai visto.

Un'altra idea, che in passato poteva suscitare non poche sorprese, era quella del fatto che l'intera creazione proviene dalla Luce Infinita, e che tutto ciò che esiste, in ultima analisi, è fatto di luce. Secondo la moderna teoria del Big Bang, lo stato iniziale dell'universo era quello di una palla, enormemente compressa, di fotoni, le particelle che trasmettono l'energia luminosa, quindi "luce". Questi sono soltanto due piccoli esempi di una possibile lunga lista.

In realtà, grazie al loro spirito profetico, i maestri della Cabalà avevano scoperto nella Torà delle profonde verità, ben in accordo col famoso detto: "non c'è cosa al mondo che non sia contenuta nella Torà". In passato, esporre pubblicamente tali idee, specie se cosi radicalmente diverse dalla comprensione generalmente accettata del mondo fisico, poteva causare non poca sorpresa e confusione.

Oggi, invece, appare sempre più chiaro come esista una convergenza tra le più moderne scoperte scientifiche e molte antiche idee cabalistiche. Inoltre, viviamo in un mondo dove le novità e le idee non convenzionali sono pane quotidiano, e non spaventano più nessuno. Andando ben oltre la scienza, la Cabalà non perde nemmeno per un istante la consapevolezza del come l'intero universo sia l'opera intelligente ed ordinata di un unico Creatore. Le riflessioni da essa compiute sul "maassè bereshit", "l'opera della creazione", sono tutte rivolte a confermare e rafforzare questa fede.

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2) Potrebbe la Cabalà diminuire l'enfasi e la centralità delle Mitzvot, le regole della vita religiosa?

È vero il contrario. La Cabalà mostra l'enorme importanza dei precetti religiosi, che assumono il ruolo di vere e proprie azioni riparatrici dell'universo, e non solo il conformarsi ad un codice etico. Esiste, è vero, nelle università israeliane, uno studio laico della Cabalà. Ma non si può certo impedire che tali facoltà si occupino di questioni inerenti al mondo religioso. L'intero Ebraismo, e non solo la Cabalà, è il soggetto di studio di numerosi studenti e professori del mondo laico.

Circa il ventilato pericolo che lo studio della Cabalà possa allontanare dall'osservanza delle Mitzvot, si fa notare come il movimento dell'Ebraismo riformista (già ai suoi inizi, come pure oggi) sia, nella sua quasi totalità, completamente estraneo, e perfino opposto, agli aspetti mistici dell'Ebraismo. Infine, un'alta percentuale di ebrei non religiosi oggi, non ha forse mai nemmeno sentito nominare la parola "Cabalà". Non si può dunque accusarla di essere stata la causa del loro laicismo.

Comunque sia, una gran parte dei maestri ebrei, di ogni tempo e luogo, si sono occupati di Cabalà. Ad esempio, non tutti sanno che il Gaon di Vilna, la figura più influente di tutto l'Ebraismo litaista (Europa orientale), era un profondo conoscitore delle parti più segrete della mistica cabalistica, come dimostrato da vari scritti da lui lasciati. Paradossalmente, oggi sono proprio le yeshivot litaiste (e quelle sefardite che ne sono state influenzate) a tenersi lontano, nel modo più assoluto, dallo studio degli aspetti cabalistici della Torà. Si legga con attenzione una serie di citazioni riguardanti ciò che pensano i grandi Maestri sullo studio della Cabalà.

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3) A cosa sono dovuti i pregiudizi nei confronti della Cabalà?

Innanzi tutto ad una ben scarsa conoscenza del soggetto. Nelle Yeshivot (collegi di studi rabbinici), da centinaia di anni,  gli argomenti cabalistici vengono quasi completamente ignorati. Giudicare una disciplina così centrale ed importante dell'Ebraismo senza conoscerla, nemmeno in parte, non dimostra certo saggezza, da parte di chi si definisce: "talmid chakham", "un saggio studioso".

È pur vero che in passato sono avvenuti alcuni episodi molto preoccupanti. Il più famoso fu l'apostasia di Shabtai Tzvi (più di 350 anni fa), che si era da prima dichiarato il Messia, e aveva proposto di cambiare numerosi punti essenziali dell'halachà (l'insieme delle regole d'osservanza religiosa). Shabtai Tzvi e i suoi seguaci, fecero largo uso di alcuni concetti cabalistici, ma in senso distorto, e lontano dal loro contesto originale. Altri episodi mostrano che l'occuparsi della parte più mistica ed estatica della Cabalà può, in effetti, causare degli scompensi negli equilibri psichici delle persone. Vedi a questo proposito il racconto talmudico dei Quattro che sono entrati nel Pardes.

D'altra parte, casi del genere sono estremamente rari e marginali. Ogni cosa esistente al mondo possiede una certa pericolosità intrinseca. Ma, ad esempio, il fatto che i mezzi di trasporto non siano del tutto sicuri, non impedisce a centinaia di milioni di persone di usarli quotidianamente, in ogni parte del globo.

Un'altra spiegazione dell'opposizione alla Cabalà, presente oggi in buona parte del mondo ortodosso ebraico, è la seguente. In realtà, anche gli ebrei più osservanti non sono del tutto impermeabili alle correnti culturali ed ideologiche che caratterizzano il mondo esterno, nel periodo in cui essi vivono. È quindi molto probabile che buona parte dell'avversione alla Cabalà sia il risultato del secoli di illuminismo e di razionalismo, duranti i quali la tendenza generale era di credere soltanto a ciò che le facoltà logiche e razionali della mente umana riescono a spiegare e a comprendere.

Recentemente, tale tendenza ha iniziato a cedere terreno ai riscoperti bisogni profondi e spirituali dell'animo umano. Ed ecco che nell'Ebraismo ciò corrisponde al rinnovato interesse verso la sua parte esoterica.

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4) È indispensabile conoscere tutto il Talmud e tutta la Halakhà (norme regolanti la vita quotidiana) prima di occuparsi di Cabalà?

Un'altra delle idee circolanti negli ambienti religiosi, che viene ripetuta con frequenza, è che l'accesso alla Cabalà richiede la conoscenza profonda e dettagliata dell'intero Talmud e di tutta l'halachà. Se ciò fosse vero, equivarrebbe a condannare la Cabalà a scomparire. Infatti, il numero di coloro che oggi riescono ad arrivare ad una conoscenza così approfondita delle fonti tradizionali dell'Ebraismo, è oltremodo limitato. È virtualmente impossibile esaurire i campi citati. Inoltre, l'esperienza dimostra che il passaggio dal campo legalistico ed halachico dell'Ebraismo a quello mistico è tutt'altro che automatico.

Esiste un modo graduale di studiare la Cabalà, che può venire iniziato in perfetta sincronia con gli altri aspetti dell'Ebraismo. Come avviene in altri campi del sapere umano, anche la Cabalà viene avvicinata a partire dalle sue parti più semplici ed essenziali, accessibili a chiunque. I livelli più approfonditi sono peraltro noti solo a pochi maestri, che sanno valutare l'opportunità o meno di condividerli con altre persone.

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5) Bisogna avere almeno 40 anni prima di occuparsi di Cabalà?

Questo è un altro dei pregiudizi più diffusi. Una tale idea non compare nelle fonti della halachà. Alcuni dei più grandi maestri di questa disciplina morirono prima di avere compiuto i quarant'anni. Si pensi a Rabbi Isacco Luria Ashkenazi, il famoso Arizal, al quale dobbiamo la Cabalà moderna, che mancò a soli 38 anni. Si pensi a Rabbi Nachman di Brezlav, uno dei più importanti maestri del Chasidismo, profondo conoscitore della sapienza esoterica dell'Ebraismo, che morì alla stessa età dell'Arizal. Anche il Ramchal, Rabbi Moshè Chaim Luzzato (forse il più grande dei maestri di Cabalà che viveva in Italia) mancò alla stessa età. Se avessero dovuto aspettare di avere compiuto i quarant'anni, prima di occuparsi dei segreti della Torà, non avremmo mai avuto la loro opera preziosissima. E a nessuno verrebbe in mente di insinuare che questi trepersonaggi, per citare solo i più famosi, non osservassero l'halachà, perfino uno solo dei sui molti dettagli.

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6) È lo studio della Cabalà proibito alle donne?

Una cosa analoga veniva detta non soltanto a proposito della Cabalà, ma anche del Talmud. In passato le donne erano praticamente escluse dallo studio della Torà, ad eccezione di quelle sezioni di halachà che le riguardano più da vicino. Ma ciò era dovuto soprattutto alle condizioni socio-economiche degli ebrei, e al bisogno che qualcuno si occupasse a tempo pieno dei numerosi figli. Oggi le cose stanno cambiando rapidamente. Ci sono numerose scuole di studio per sole donne, parallele alle yeshivot (collegi di studi). Di solito, i programmi colà svolti sono più interessanti e completi di quelli trattati nelle yeshivot per i maschi. Si studiano gli aspetti più raffinati del pensiero ebraico, antico e moderno; molta enfasi viene posta sulla preghiera, e anche se la Cabalà non viene studiata direttamente, molti dei maestri le cui idee vengono studiate e approfondite sono stati profondamente influenzati dalla parte mistica dell'Ebraismo.

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7) La Cabalà è simile alla magia?

La risposta può solo essere chiaramente e decisamente NO!La magia si basa sulla voluta manipolazione di determinate forze occulte, tramiti rituali ed incantesimi di vario tipo, allo scopo di ottenere tutta una serie di vantaggi pratici, molto terreni ed egoistici. In più, la magia non tiene in alcun conto le norme etiche e monoteistiche che sono il fondamento adamantino di tutto l'Ebraismo, compresa la sua parte esoterica. È pur vero che un settore della Cabalà, la cosiddetta Cabalà pratica, aveva una certa somiglianza con la magia. Esso è peraltro quasi del tutto inutilizzato al presente.

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8) Come studiare la Cabalà oggi?

In Israele esistono diversi centri, e molti insegnanti privati, che diffondono la conoscenza della Cabalà, sia a uomini sia a donne, di qualsiasi età, sia sposati sia no, sovente senza richiedere una conoscenza precedente di Talmud. Stiamo parlando qui del solo ambito ortodosso. Le lezioni sono quasi tutte in ebraico, gratuite, o con un costo di accesso basso. Ci sono dei gruppi più chiusi e selettivi, dove viene posta una grande enfasi sulla preghiera meditativa. Altri insegnanti invece tengono incontri praticamente pubblici. Ricordiamo qui l'associazione Gal Einai, diretta da Rav Yitzchak Ginzburg.

L'Italia è una terra che pur vanta un grande passato di studiosi di Cabalà. Basta ricordare Rabbi Moshè Zacuto, o lo stesso Ramchal, Rabbi Moshè Chaim Luzzato, o il più recente Elia ben ha-Mozeg a Livorno. Al presente tuttavia, essa non è in auge, e chi se ne occupa lo fa in modo personale e privato. Ci sono comunque delle eccezioni, ed è possibile qui e là ascoltare delle interessanti e profonde lezioni sull'argomento, il che dimostra che non è stata dimenticata. Ad un livello più divulgativo, c'è la scuola"La sapienza della verità" , fondata e diretta da Nadav Crivelli, che organizza lezioni, seminari e conferenze, e che pubblica una serie di dispense illustrative sull'argomento.



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