La Cabala Albero della Vita Studiamo Insieme Novita Oltre Il Fiume  Ultimo aggiornamento 20 dicembre Pubblicazioni
  La Cabala La Cabala  

Abbiamo aperto un nuovo sito!!!

CABALA.EU
Là troverete tutti nuovi articoli e le nuove riflessioni, nate in lunghi anni di esperienza e di studio della sapienza cabalistica.
Questo sito continuera` ad esistere nella sua presente forma con l'ampia collezione di scritti, su vari e sempre attuali argomenti.

IL RICCO MERCANTE E IL POVERO

di Rabbi Nachman di Breslov

 

 

C'era una volta un gran mercante 1 che era molto ricco. Trattava ogni tipo di mercanzia e le sue lettere di credito o di scambio erano accettate in tutto il mondo. Possedeva il meglio d'ogni cosa.

Suo vicino di casa era un povero 2. Questa persona viveva in estrema povertà, ed era l'opposto del mercante, in ogni riguardo. Entrambi erano privi di figli 3, e questa era l'unica caratteristica che avevano in comune.

Una volta il mercante sognò 4 che in casa sua erano arrivate delle persone, e che si erano messe a fare dei pacchi di tutto ciò che aveva. "Cosa state facendo?" domandò loro. "Stiamo portando ogni cosa al povero", gli risposero. Quando egli scoprì che quelle persone volevano portare via tutte le sue ricchezze, per portarle al povero, ne rimase sconvolto. Tuttavia, dato che tali individui erano molto numerosi, non poté fare niente per dissuaderli. Gli stranieri fecero dei fagotti con dentro tutto quello che aveva, comprese le sue mercanzie, la sua fortuna e la sua eredità, e non lasciarono nulla in casa, ad eccezione delle pareti nude.

Egli ne rimase completamente stravolto. In quel momento si risvegliò e si rese conto che era stato soltanto un sogno. Ciò nonostante, perfino dopo essersi accorto che aveva semplicemente sognato e, grazie a Dio, tutto era ancora in suo possesso, il suo cuore batteva con grande apprensione. Quel sogno lo preoccupava molto, e non poteva toglierselo dalla mente.

Prima che ciò avvenisse, egli soleva prendersi cura del suo vicino povero e della moglie di lui, dando loro ogni aiuto possibile. Ora, dopo il sogno, incominciò ad occuparsi di loro ancora di più. Tuttavia, ogni qual volta il povero, o la moglie di questi, si recavano a casa del ricco, la sua espressione cambiava, e, ricordando il sogno, egli diventava molto turbato.

Il povero e la moglie lo visitavano frequentemente. Una volta la moglie del povero 5 arrivò da lui ed egli le diede dei doni. La sua espressione era cambiata nel vederla, sembrava molto spaventato e confuso.

"Ti chiedo scusa", disse la donna, "ma potresti spiegarmi cosa ci sia che non va? Ogni volta che veniamo a trovarti la tua espressione cambia completamente."

L'uomo le raccontò l'intera storia riguardante il sogno fatto, e come da allora egli fosse diventato così apprensivo. La donna fece menzione di una certa data e chiese, "Forse hai avuto il sogno  quella notte?"

"Si" egli replicò. "Cosa significa?"

"Quella notte anch'io feci un sogno", disse la donna. "Sognai che ero molto ricca, ma che a casa mia entrarono degli sconosciuti che si misero a fare pacchi di tutto ciò che c'era. Chiesi loro cosa stessero facendo, e mi risposero che avrebbero portato tutto al mio vicino "povero" (si riferivano al mercante, che ora però veniva chiamato povero). Perché' ti preoccupi così tanto a causa di un sogno? Anch'io ne ho fatto uno simile."

Nel sentire il racconto dell'altro sogno, il mercante non solo non ne fu consolato, ma si preoccupò e si confuse ancora di più. Gli sembrava che tutto ciò volesse significare che la sua ricchezza e proprietà fossero destinate a venire date al povero, e che la povertà di questi fosse destinata a diventare la sua. Ne era terrorizzato.

Dopo qualche tempo la moglie del mercante fece un viaggio in carrozza. Ella invitò le sue amiche ad accompagnarla, e tra costoro c'era anche la moglie del povero. Durante il viaggio videro da lontano che si stava avvicinando un generale, accompagnato dalle sue truppe. Lasciarono velocemente la strada maestra per evitarlo, ma mentre le truppe passavano, egli si accorse del gruppo di donne in viaggio, e diede ordine che una di loro venisse presa e gli venisse portata. I suoi uomini si avvicinarono alla carrozza, presero la moglie del povero e la portarono di forza nel cocchio del generale, che ripartì con tutte le sue truppe e con la donna rapita. Presto furono molto lontani, e non era assolutamente possibile per le altre donne liberarla. Inoltre il generale aveva con sé' un intero esercito. Così egli la portò via, fino al proprio paese.

La donna era molto timorata di Dio e ignorò le proposte del generale, piangendo e disperandosi in continuazione. Anche le guardie del generale cercarono di convincerla con ogni mezzo, ma la donna rimase pura e timorata di Dio.

Intanto le altre donne erano ritornate a casa, e avevano dato la notizia del rapimento della moglie del povero. Il povero incominciò a piangere e a lamentarsi incessantemente per la perdita della moglie. Un giorno il mercante transitò nei pressi della casa del povero e lo sentì lamentarsi e piangere. Entrò e gli chiese: "Perché' continui a lagnarti e a tormentarti così amaramente?"

"Perché' non dovrei?" replicò il povero. "Cosa mi è rimasto? C'è chi possiede ricchezze in abbondanza, altri hanno figli in gran numero, ma io non ho niente. Ora perfino mia moglie mi è stata tolta, quindi cosa mi è rimasto?"

Il cuore del mercante si sciolse e provò una grande compassione per il povero, vedendo la sua inconsolabile amarezza. Allora fece qualcosa di sconsiderato 6. Si trattava di vera e propria pazzia. Fece delle indagini per scoprire ove vivesse il generale e si mise in viaggio per recarsi in quel paese. Quando vi giunse, fece qualcosa di totalmente sconsiderato. Camminò diritto verso la casa del generale con l'intenzione di entrarvi. La casa era circondata da guardie, ma il mercante era in un tale stato mentale che le ignorò completamente.

Le guardie videro avvicinarsi una persona che si muoveva in modo così selvaggio e deciso, e ne rimasero confuse e interdette. Erano troppo confuse per capire come questo straniero fosse arrivato fino lì. Quasi inebetite, le guardie non gli si opposero, ed egli poté passare oltre, fino ad arrivare alla casa del generale. Entrò deciso e giunse fino alla moglie del povero, la trovò addormentata e la svegliò. "Vieni!" le ordinò. Quando la donna lo vide non credette ai propri occhi. "Vieni con me immediatamente!" le disse con urgenza. La donna si alzò subito, ed entrambi uscirono, ripassando davanti alle guardie, fino ad allontanarsi. Solo allora egli si rese conto di ciò che aveva fatto, e del grave pericolo in cui entrambi si trovavano. Infatti, anche le guardie si riebbero dalla sorpresa, e diedero l'allarme. Ci fu un grande scalpore nella casa del generale.

Il mercante si nascose in una buca piena di acqua piovana 7, fino a che le grida di allarme scemarono. Egli rimase in tale buca, con la moglie del povero, per due interi giorni. La donna vide il grande sacrificio e rischio che quest'uomo stava compiendo e correndo per lei, come pure la sofferenza che stava sopportando a causa sua. Pensò che forse un giorno anche lei avrebbe potuto avere fortuna nella vita, grandezza e successo, così fece un giuramento davanti a Dio che, se avesse avuto dei beni, non li avrebbe mai rifiutati al mercante. Anche se egli avesse voluto tutta la sua fortuna e ricchezza, non gli avrebbe negato nulla. Ma in quel luogo non c'erano testimoni al suo giuramento, così la donna prese come testimone la buca piena d'acqua.

Passati due giorni partirono insieme, e si allontanarono ulteriormente. Ma, mentre continuavano la fuga, si resero conto che in quell'area c'erano delle guardie che stavano ancora cercandoli. Dovettero nascondersi nuovamente, e questa volta trovarono un mikve.

Di nuovo la donna si mise a riflettere sul sacrificio e sulle sofferenze che l'uomo stava sopportando a causa sua. Fece quindi un giuramento simile al precedente, prendendo il mikve come testimone. Rimasero in quel luogo per circa due giorni. Quindi ripartirono, e si allontanarono ancora di più. Ma altre volte dovettero nascondersi in posti simili, finchè in tutto essi si nascosero in sette luoghi d'acqua. Si trattava della buca piena d'acqua piovana e del mikve già menzionati, di uno stagno, una sorgente, un torrente, un fiume e un lago. In ogni posto ove si nascosero, la donna si ricordò del sacrificio che il mercante stava compiendo, e fece lo stesso giuramento, prendendo ognuno di questi luoghi come testimone. Continuarono a spostarsi finché giunsero al mare.

Dato che egli era un grande mercante sapeva il da farsi, e fu quindi in grado di organizzare il viaggio di ritorno a casa. Finalmente raggiunse la sua terra con la donna, che egli restituì al marito non appena arrivati. La gioia che ne ebbero era indescrivibile.

Il mercante ricevette una ricompensa per tutto questo, come pure per l'aver resistito alla tentazione costituita dall'aver vissuto in prossimità di un'altra donna. Egli venne benedetto in modo speciale dalla Provvidenza di Dio, e gli nacque un figlio maschio 8. Anche la moglie del povero aveva resistito alle tentazioni, con il generale prima e con il mercante dopo. Come risultato di ciò anch'essa era meritevole, e fu benedetta con la nascita di una figlia femmina 9.

Questa bambina era di una bellezza estrema 10. Si trattava di una bellezza che la separava da tutto il resto dell'umanità, dato che non era possibile trovarne di simile in tutto il mondo. La gente diceva: "Speriamo che arrivi ad essere grande" (quando una persona è così speciale diventa difficile sopravvivere fino alla maturità). La sua bellezza e la sua grazia erano talmente straordinarie che non si era mai visto niente di simile al mondo. Venivano a vederla persone da ogni parte del globo, che rimanevano stupefatti di fronte a tanta bellezza. Come segno di affezione le portavano molti regali, così tanti che il povero si arricchì in poco tempo.

Nel frattempo, al mercante venne l'idea che sarebbe stato molto bello che suo figlio sposasse la figlia del povero, dato che la bambina possedeva una così rara bellezza. Si disse che questo avrebbe potuto essere il significato dei sogni, nei quali i propri beni venivano portati al povero, e ciò che questi aveva gli veniva portato. Il sogno avrebbe potuto significare che essi avrebbero dovuto accordarsi per un matrimonio tra i propri figli, e, così facendo, le loro proprietà si sarebbero scambiate.

Un giorno la moglie del povero venne a visitarlo, ed egli le spiegò la sua idea. "Anch'io ci ho pensato", replicò la donna, "ma non avrei mai avuto l'ardire di proporti questo matrimonio tra i nostri figli. Se vuoi sono certamente pronta a seguire la tua idea. Comunque sia, ho già promesso che non ti avrei mai negato nulla di ciò che possiedo o del successo che avrei potuto avere."

Il figlio del mercante e la figlia del povero andarono a scuola insieme 11, imparando lingue straniere e cose analoghe. Nel frattempo la gente continuava a venire a vedere la bambina, a causa della sua bellezza eccezionale, e a portarle molti doni, sicché' il povero si arricchiva sempre di più.

Vennero a trovare la ragazza anche dei ministri regali, e rimasero molto compiaciuti da ciò che videro. Si rendevano conto di come tale bellezza fosse straordinaria, al di là dei confini umani. Quindi ad alcuni ministri venne l'idea di combinare dei matrimoni con il padre della ragazza. Ai ministri che avevano dei figli sarebbe molto piaciuto averla come nuora. Tuttavia, non sarebbe stato accettabile che dei figli di nobile stirpe sposassero una ragazza di un rango così basso. Si diedero quindi da fare per elevare il rango sociale del povero. Gli procurarono un impiego come attendente dell'imperatore. In seguito, si adoperarono affinché il padre della ragazza venisse promosso, ed egli passò velocemente da un ruolo all'altro, fino a diventare generale. A questo punto, i ministri incominciarono a proporgli dei matrimoni, ma era difficile per lui decidersi, dato che erano stati in molti ad averlo aiutato a fare carriera, e dato che sua figlia era già promessa al figlio del mercante.

Una volta diventato generale, il suo successo continuò. L'imperatore lo inviò a comandare molte battaglie, ed egli ritornava sempre vittorioso. Venne quindi promosso a posti di comando via via superiori.

Un giorno l'imperatore morì. Tutti i cittadini decisero che il povero era degno di diventare il nuovo imperatore. Anche i ministri, radunatisi per decidere sul da farsi, arrivarono alla stessa conclusione. E fu così che quell'uomo, che in passato era un semplice povero, divenne imperatore 12. Fece delle nuove guerre, e ne uscì vittorioso, conquistando nuovi paesi, finché tutte le nazioni decisero di assoggettarsi volontariamente al suo comando. Avevano visto il suo grande successo, dato che egli possedeva ogni bellezza che era nel mondo, come pure ogni buona fortuna. Tutti i re decisero quindi che egli avrebbe dovuto essere l'imperatore di tutto il mondo, e gli mandarono documenti scritti in lettere dorate.

L'imperatore ora si rifiutò di destinare la propria figlia in sposa al figlio del mercante. Egli era un imperatore adesso, ed era al di sotto della sua condizione il legarsi in parentela con un semplice mercante, per quanto agiato. Tuttavia la moglie, l'imperatrice, si rifiutò di abbandonare il mercante e di disconoscere l'impegno preso con lui. L'imperatore si sentiva molto contrariato per l'appoggio che la moglie dava al mercante. Egli iniziò quindi a complottare contro il mercante. Il suo piano iniziale fu quello di abbassare la condizione sociale del suo ex benefattore. Lo mise in pratica senza che nessuno se ne accorgesse, e fece in modo che il mercante iniziasse a subire gravi perdite economiche. L'imperatore del mondo aveva certamente il potere di fare tutto ciò. Fece in modo che il mercante perdesse un affare dopo l'altro, finché questi rimase del tutto privo di ogni quattrino 13.

Ciò nonostante, l'imperatrice continuava ad appoggiare il mercante. L'imperatore si rese così conto che, finché il figlio del mercante fosse rimasto vivo, non sarebbe stato possibile combinare un altro matrimonio per la propria figlia, ed iniziò quindi a complottare per sbarazzarsi del giovane 14. Fece si che contro di lui venissero sollevate delle false accuse, e nominò dei giudici per giudicare il caso. Rendendosi conto di come l'imperatore fosse irrevocabilmente deciso a sbarazzarsi di questa persona, i giudici sentenziarono che il giovane venisse messo in un sacco e gettato nel mare.

A tali notizie l'imperatrice ne fu gravemente addolorata, tuttavia non sapeva come opporsi al volere del marito. Allora le venne un'idea: sarebbe andata dagli uomini incaricati di eseguire la sentenza. Quando arrivò, cadde ai loro piedi e li implorò di risparmiare il giovane. Dopo tutto, che aveva fatto per meritarsi la morte? Li scongiurò di mettere al suo posto un altro prigioniero che fosse già stato condannato a morte, e di gettare quegli nel mare, risparmiando il giovane.

Le sue suppliche ebbero effetto, e gli uomini le giurarono che avrebbero esaudito la sua richiesta. Così gettarono un altro condannato al suo posto, e salvarono la vita al figlio del mercante. Liberandolo gli dissero: "Ora vattene di qui e sparisci!", ed egli scappò. Il ragazzo era già molto intelligente, e seppe trovare la sua strada.

Prima che tutto ciò avvenisse, l'imperatrice aveva fatto chiamare la figlia. "Figlia mia", le disse, "devi renderti conto che il figlio del mercante è il marito destinato a te." Quindi le raccontò l'intera storia. "Il mercante ha rischiato la sua vita per me, e siamo stati insieme in sette posti. Ho giurato a Dio che non gli avrei mai negato niente di ogni bene che avessi avuto in seguito, e elessi quei sette luoghi come testimoni del mio giuramento (si trattava della buca, del mikve, ecc.). Ora tu sei ogni mio bene, tutta la mia fortuna e tutto il mio successo. Certamente tu gli appartieni, e suo figlio sarà il tuo marito. Ma, a causa del proprio orgoglio, tuo padre vuole uccidere il giovane senza che egli abbia colpa alcuna. Ho già tentato tutto il possibile per salvarlo, e ci sono riuscita. Ma tu devi renderti conto che egli è il tuo vero promesso sposo, e non dovrai mai acconsentire a sposare qualcun altro." La ragazza accettò le parole della madre, dato che anche lei era timorata di Dio. Replicò che avrebbe certamente osservato le sue richieste.

Dopo di che la ragazza mandò una lettera 15 al figlio del mercante, mentre questi si trovava ancora in prigione. In essa scrisse che si considerava promessa a lui, e che era destinata a diventare la sua sposa. Gli mandò un frammento di una mappa, sulla quale disegnò tutti i luoghi ove sua madre si era nascosta insieme al padre di lui: la buca, il mikvè, e gli altri posti che erano stati eletti a fare da testimoni. Su questa mappa disegnò le figure di una buca, di un mikve, ecc, in tutto sette posti. Gli raccomandò caldamente di essere molto attento nel conservare bene la lettera. Infine pose la propria firma in calce.

Fu dopo di ciò che il giovane uomo venne liberato dalle guardie, e fu così in grado di fuggire. Egli si spostò fino a raggiungere il mare, dove si imbarcò su di una nave che salpava per un luogo distante. Ma, durante il viaggio, si scatenò una tempesta, che sospinse il vascello verso una spiaggia deserta. Il vento era così forte che spezzò il vascello. Fortunatamente i passeggeri sopravvissero al naufragio, e raggiunsero la terra asciutta.

Ognuno di loro si diresse verso un luogo diverso alla ricerca di cibo, dato che si trattava di una zona deserta, davanti alla quale non passava mai nessuna nave. Non potendo sperare di venire salvati dal mare e riportati a casa, i profughi si suddivisero e si sparsero nelle varie direzioni, alla ricerca di cibo.

Il giovane si inoltrò nel deserto, e continuò finché si allontanò molto dalla spiaggia. Quando decise di ritornarvi, scoprì di non esserne più in grado. Più tentava di ritornarvi, e più in realtà si allontanava, finché se ne rese conto e vi rinunciò. Egli continuò così a muoversi nel deserto. Aveva con sé' un arco 16, col quale si proteggeva dalle bestie feroci del deserto. Ovunque andava, era capace di trovare qualcosa da mangiare. Camminò così finché uscì dal deserto e giunse in un luogo disabitato 17 ma pieno di alberi da frutta, e con acqua in abbondanza. Qui aveva acqua da bere e ogni tipo di frutta da mangiare. Decise che si sarebbe stabilito in quest'area, per rimanervi tutta la vita. Si rendeva conto di come sarebbe stato molto difficile ritornare alla civiltà. Inoltre, se si fosse mosso, c'era il rischio di non trovare un altro posto buono come questo. Quindi decise di rimanervi.

Trovava che tale luogo era molto buono. Aveva frutta da mangiare e acqua da bere. Ogni tanto usava l'arco per uccidere un cervo o un coniglio selvatico 18, e così aveva anche carne da mangiare. I corsi d'acqua abbondavano inoltre di pesci deliziosi, che egli era in grado di catturare. Sentiva che sarebbe stato bello passarvi il resto della vita.

Nel frattempo l'imperatore, convinto che la sentenza contro il figlio del mercante fosse stata eseguita, ritenne di essere ormai libero di organizzare un matrimonio per la figlia. Si mise quindi a discutere le varie possibilità con gli altri sovrani. L'imperatore mandò la figlia a vivere in una tenuta appropriata, ed ella rimase laggiù. La giovane scelse diverse figlie di nobili 19 affinché' le facessero da dame di compagnia. Divenne sua abitudine suonare vari strumenti musicali 20 e intrattenersi in simili passatempi.

Ogni qual volta le veniva proposto un fidanzamento, la principessa rispondeva che non avrebbe preso nessuno in considerazione a meno che l'interessato in persona non si fosse recato da lei. Era molto esperta nell'arte della musica e del canto. Aveva abilmente predisposto un luogo ove ricevere i pretendenti. Questi dovevano stare di fronte a lei e recitare una canzone composta per l'occasione. I canti consistevano in poemi d'amore, simili alle parole di passione che un innamorato usa per la sua amata.

Perfino i re venivano a corteggiarla. Si recavano là dove viveva, e ognuno di loro recitava i suoi canti. La principessa rispondeva ad alcuni tramite le sue ancelle, solitamente con un poema amoroso. Ad altri, verso i quali sentiva del favore, la principessa dava la risposta personalmente, con la propria voce. A coloro che conquistavano ancora di più la sua simpatia ella arrivava a mostrare il proprio volto, rispondendo loro in modo poetico ed affettuoso. Tuttavia alla fine ella rifiutava le proposte, dicendo invariabilmente a tutti: "Ma le acque non sono passate sopra di te" 21. Nessuno capiva cosa mai lei intendesse dire con questa frase.

Ogni qual volta ella mostrava il proprio volto il pretendente cadeva a terra 22, nel vedere la sua incomparabile bellezza. Alcuni rimanevano inconsci. Altri impazzivano a causa della passione e della nostalgia causata dalla sua bellezza straordinaria. Sebbene fosse noto che si rischiasse di perdere i sensi o la mente, i re venivano numerosi a corteggiarla. Ma a tutti alla fine ella dava la medesima risposta.

Nel frattempo, il figlio del mercante rimaneva in quel luogo solitario, dove si era costruito un riparo adatto a viverci. Aveva anche imparato a suonare. Era diventato esperto nell'arte del suonare, del cantare e del comporre. Cercava alberi dai quali ricavare gli strumenti musicali, e come corde usava i tendini o le vene degli animali selvatici 23. Era così in grado di suonare e di cantare. Sovente egli prendeva la lettera che la figlia dell'imperatore gli aveva mandato, e cantava e suonava i suoi strumenti. Si ricordava così di tutto quanto gli era capitato, di suo padre che faceva il mercante, e di come fosse arrivato li. Un giorno prese la lettera, fece un'incisione in un albero e la nascose dentro.

Parecchio tempo dopo si scatenò un tornado 24 che sradicò tutte le piante, gettandole al suolo. Egli non era più in grado di riconoscere l'albero al cui interno aveva nascosto la lettera. Finché' erano in piedi, egli riconosceva il suo segno, ma ora che erano caduti, gli alberi si confondevano gli uni con gli altri, e non c'era modo di riconoscere quello contenente la lettera. C'erano inoltre così tanti alberi che era impossibile aprirli tutti per cercare la lettera. Tutto ciò gli causò un profondo dolore e tristezza, e pianse a lungo. Si rese conto che la situazione era diventata molto difficile per lui, e che se avesse continuato a rimanere laggiù la sua angoscia lo avrebbe fatto impazzire. Decise dunque di muoversi, senza preoccuparsi di ciò che gli sarebbe potuto capitare. Altrimenti il suo dolore lo avrebbe posto in un pericolo certamente maggiore.

Dopo aver preso della carne e della frutta si mise in viaggio, imprimendosi bene nella memoria il luogo che stava lasciando. Continuò a viaggiare finché raggiunse un'area abitata. "Che paese è mai questo?" chiese alla gente. Quando ricevette risposta, chiese anche se avessero sentito parlare dell'imperatore del mondo. Avuta risposta affermativa, chiese infine se la gente sapeva qualcosa della sua bellissima figlia. Certo che ne avevano sentito parlare, gli dissero, ma era impossibile sposarla.

Riflettendo egli arrivò alla conclusione che sarebbe stato impossibile per lui recarsi laggiù, perciò si recò dal re 25 di quel paese ed aprì a lui il proprio cuore. Gli disse di essere il promesso sposo della figlia dell'imperatore, e che era a causa sua che la giovane non voleva sposare nessuno. Dato che gli era impossibile recarsi là di persona, egli avrebbe dato al re tutti i segni che la principessa gli aveva fornito, cioè le sette acque da lei descritte. Il figlio del mercante chiese al re di recarsi dalla principessa e di corteggiarla, e chiese inoltre di ricevere un compenso per l'informazione data.

Il re si rese conto che costui stava dicendo la verità, dato che sarebbe stato impossibile inventarsi una storia del genere, e l'idea gli piacque molto. Tuttavia decise che se fosse riuscito a portare la principessa indietro con sé' mentre il giovane si trovava ancora lì la cosa non sarebbe stata saggia. Non intendeva però uccidere il giovane, dato che tutto sommato gli aveva fatto un piacere. Quindi decise di allontanarlo di duecento miglia.

Il figlio del mercante rimase molto male per come si erano messe le cose, dato che era stato esiliato solo per aver fatto un favore al re. Così si recò dal re di un altro paese e gli raccontò la stessa storia, aggiungendo dei dettagli ulteriori. Gli raccomandò di partire immediatamente, onde poter giungere là prima del re interpellato precedentemente. Ma, anche se non fosse riuscito ad arrivare prima, egli avrebbe avuto dei segni ancora più chiari.

Il secondo re fece esattamente lo stesso ragionamento del primo, e allontanò il giovane di duecento miglia. Questi ci rimase molto male, così si recò da un terzo re, gli raccontò l'intera storia e gli diede dei segni ancora più dettagliati e chiari. Il primo re si era intanto messo in viaggio, ed era arrivato al luogo ove dimorava la figlia dell'imperatore. Compose un poema, e vi incluse abilmente la descrizione dei sette luoghi che erano serviti come testimoni. Però, per rispettare certe regole di composizione poetica, li menzionò in un ordine diverso da quello originale. Arrivò al luogo riservato ai pretendenti e recitò il suo poema.

Quando la figlia dell'imperatore udì la descrizione di quei sette posti ne rimase molto sorpresa. Sentiva che probabilmente costui era lo sposo destinatole. Tuttavia aveva ancora dei dubbi, dato che i luoghi non erano stati nominati nell'ordine corretto. Pensò comunque che il cambiamento fosse avvenuto per ottenere le rime desiderate, e decise che costui era la persona giusta. Così gli scrisse che acconsentiva di sposarlo. Ci fu una grande gioia in tutto il regno, poiché finalmente la principessa aveva trovato il suo sposo, e si fecero i preparativi per il matrimonio.

Intanto anche il secondo re era arrivato laggiù. Quando gli dissero che la figlia dell'imperatore aveva già scelto il futuro marito egli insistette nel volere vederla, dicendo di avere comunque qualcosa di importante da dirle, qualcosa che avrebbe potuto modificare l'intera situazione. Egli arrivò da lei e recitò il suo poema, mettendo tutti i luoghi nell'ordine dovuto, e aggiungendo dettagli ulteriori.

"Ma allora come faceva il primo a sapere tutto ciò?" gli chiese la giovane. Il re non ritenne opportuno dirle la verità, così rispose di non saperlo. La giovane trovò che tutto questo era molto strano, e non sapeva cosa pensare. Come potevano entrambi conoscere tutti quei segni? Sarebbe stato più logico che fosse il secondo re ad essere il suo promesso sposo, ma nel contempo anche il primo le sembrava avesse le proprie ragioni. Così decise che nel frattempo non avrebbe fatto nulla.

Dopo quanto gli era successo col secondo re, il figlio del mercante era molto arrabbiato, e si era recato da un terzo re, al quale aveva aperto tutto il suo cuore, raccontandogli anche dell'esistenza della lettera sulla quale c'era il disegno dei sette luoghi. Disse al re di disegnarli tutti su di un pezzo di carta e di portarli alla principessa. Ma come già fecero gli altri due, anche il terzo re allontanò il giovane di duecento miglia. Dopo di che corse dalla principessa. Non appena arrivato, le guardie gli dissero degli altri due pretendenti giunti prima. Ma egli annunciò di avere delle informazioni in grado di cambiare la situazione. La gente non capiva come mai lei preferisse questi re a tutti gli altri.

Il terzo re recitò il suo poema in un modo ancora più chiaro ed ovvio. Indi le mostrò il disegno con tutti i luoghi. La giovane ne rimase ancora più confusa, e si convinse che la cosa più saggia fosse di non prendere alcuna decisione. Ognuno di quei re le sembrava il marito probabile, così decise di non credere a nessuno, se non a colui il quale fosse in grado di portarle quella famosa lettera che aveva scritto di propria mano. Intanto, il figlio del mercante pensò: quante volte ancora dovrò venire allontanato? Quindi decise che si sarebbe recato laggiù lui stesso, nella speranza di avere qualche probabilità di riuscire a fare qualcosa. Girò in lungo e in largo, finché arrivò al luogo dove la principessa risiedeva. Annunciò di avere qualche cosa da dirle... arrivò da lei e cantò il suo poema. Le raccontò di quando erano andati a scuola insieme, e aggiunse tutti i possibili dettagli personali. Le raccontò infine di come fosse stato lui ad aver mandato gli altri re, e di come avesse nascosto la lettera in un albero, ed ogni altra cosa che gli era successa.

Ma lei si rifiutò di accettare le sue parole 26. (Anche gli altri re avevano avanzato delle scuse particolari per spiegare il fatto di non avere la lettera.) Dato che erano passati così tanti anni le era impossibile riconoscerlo. Si rifiutò pertanto di credere a qualsiasi persona se non a quella che le avesse portato la propria lettera. Da prima, aveva pensato che il primo re potesse essere quello giusto, poi il secondo, e così via. Tutto questo era troppo per la figlia dell'imperatore, che prese la decisione irrevocabile di non fare nient'altro. Il giovane uomo si convinse che non gli era possibile rimanere in quel luogo troppo a lungo, dato che l'imperatore avrebbe potuto scoprire la sua presenza e avrebbe potuto ucciderlo. Quindi decise di ritornare alla sua dimora precedente, nel luogo disabitato, per passarvi il resto della vita. Camminò e camminò finché ritrovò quel posto.

Dopo che tutto ciò era accaduto diversi anni passarono. Il giovane aveva riflettuto sulla propria vita e su quella delle persone di questo mondo, convincendosi che sarebbe stato meglio vivere per sempre in quel luogo solitario, cibandosi di frutta come in precedenza.

Intanto sul mare c'era un pirata 27. Aveva sentito parlare della bellissima donna, figlia dell'imperatore, e gli era venuto in mente di rapirla. Non per tenersela lui stesso, dato che non avrebbe potuto fare nulla con la donna, poiché era un eunuco 28. Piuttosto, egli pensava che, se fosse riuscito a rapirla, avrebbe poi potuto venderla a qualche re per una enorme somma di denaro. Iniziò quindi a fare piani e a metterli in pratica. Il pirata era una persona abituata a rischiare 29, e questa avventura sarebbe stata una delle tante. Dopo tutto, era un giocatore d'azzardo, come ogni pirata. Da prima comprò ogni sorta di mercanzie. Egli costruì anche degli uccelli dorati 30, e li fece con una tale abilità che questi sembravano vivi. Fece anche dei trespoli d'oro sopra i quali posò gli uccelli. Anche questa opera era notevole: sebbene gli uccelli fossero molto grandi, potevano rimanere sui trespoli senza romperli. Infine, costruì dei meccanismi grazie ai quali gli uccelli potevano cantare. Uno di loro schioccava la lingua, un altro cinguettava, e un terzo cantava. Aveva fatto le cose in modo che degli uomini, nascosti nel retro della stanza, muovessero dei fili invisibili con grande abilità, manovrando in tal modo gli uccelli, che sembravano quindi cantare da soli. Dopo aver così caricato il suo vascello, il pirata fece rotta alla volta della terra ove risedeva la figlia dell'imperatore. Arrivato alla città, gettò l'ancora e attraccò ad un molo. Si presentò come un grande mercante, e la gente venne da lui a comprare ogni sorta di merci preziose 31. Rimase là per circa tre mesi, mentre veniva molta gente a comprare la sua mercanzia. Anche la figlia dell'imperatore voleva fare acquisti da lui, e gli mandò un messaggio chiedendogli di inviare certa merce. Ma egli replicò con un altro messaggio in cui diceva di non essere obbligato a mandare merce a chicchessia, e che se qualcuno voleva fare degli acquisti doveva recarsi da lui in persona, fosse pure la figlia dell'imperatore. Al che la donna decise di recarsi personalmente al porto. Ogni qual volta usciva dal suo palazzo, si copriva il volto con un velo, onde la gente non restasse abbagliata dalla sua bellezza, e nessuno perdesse i sensi.

La figlia dell'imperatore uscì dunque col volto coperto, portando con sé' le sue compagne. Si fece inoltre scortare da una truppa di guardie. Arrivò dal "mercante" (che in realtà era il pirata), comprò alcuni oggetti e stava per ritornare indietro quando il mercante le disse: "Se verrai ancora ti mostrerò degli articoli ancora più belli. Sono veramente stupefacenti."

E così fu. La donna ritornò ancora e comprò altro. Il pirata rimase li per un certo tempo, e la figlia dell'imperatore divenne sua cliente abituale. Un giorno il mercante le aprì la porta della cabina ove si trovavano gli uccelli dorati. La donna gettò uno sguardo e ne fu affascinata. Si avviò per entrare, seguita dalle sue guardie del corpo. "No, no!" egli disse, "Io non mostro ciò a nessuno ad eccezione di te, poiché sei la figlia dell'imperatore. Ma non voglio nessun altro." Così la donna entrò da sola. Anch'egli entrò e si affrettò a chiudere la porta della stanza dietro di loro. Quindi fece una cosa volgare, la spinse di forza dentro un sacco e le tolse tutti i vestiti 32. Dopo di che chiamò uno dei suoi marinai, e lo vestì con i vestiti della donna, gli coprì il volto e lo spinse di fuori. "Via!" gli disse. Il marinaio non si rendeva conto di ciò che stava accadendo. Non appena emerse dalla porta col volto coperto le guardie incominciarono a scortarlo, non rendendosi conto di chi ci fosse sotto il velo, e supponendo che si trattasse della figlia dell'imperatore. Il marinaio venne così guidato fino al palazzo della donna, fino alla sua stanza, e fu solo là che, costretto a togliersi il velo, venne scoperto. Ci fu un grande trambusto e confusione.

Dopo aver catturato la figlia dell'imperatore il pirata si rese conto che sarebbe presto stato inseguito. Quindi lasciò il vascello e si nascose con la donna in una pozza piena d'acqua, attendendo che l'allarme terminasse. Ma, prima di fare ciò, aveva ordinato ai suoi marinai di salpare in fretta e furia e di prendere il largo, poiché voleva far credere che la figlia dell'imperatore si trovasse a bordo. Pensava, "se li prendono peggio per loro". Come tutti i pirati non si preoccupava affatto del benessere dei suoi compari.

Successe proprio come previsto. Ci fu un grande grido d'allarme, e l'imperatore fece inseguire il vascello. Ma egli si era nascosto in una buca piena d'acqua con la principessa, e si fermarono là. Il pirata minacciò di ucciderla se avesse gridato o cercato aiuto. "Ho rischiato la mia vita per catturarti", disse, "Ora che sei in mio potere, se perdo la mia vita essa non vale niente in ogni caso. Se ti perdo non potrò mai ricatturarti e la mia vita non varrebbe nulla. Dunque non appena tu ti mettessi a gridare ti strangolerei. La mia vita non varrebbe nulla in ogni caso."

La donna era spaventata a morte e si guardò bene dall'emettere un solo gemito. Finalmente, si allontanarono dal loro nascondiglio, e si recarono in un'altra città. Continuarono così, finche egli si rese conto che le guardie dell'imperatore li stavano ancora cercando. Allora si nascose nuovamente con la donna, questa volta in un mikve. Continuarono a viaggiare, e dovettero nascondersi in altri luoghi, finché ne passarono sette in tutto, gli stessi sette luoghi d'acqua 33 nei quali, in precedenza, il ricco mercante si era nascosto con la madre della donna. (Si trattava della pozza d'acqua, del mikve, della sorgente, ecc.)

Quando finalmente raggiunsero il mare egli tentò di trovare almeno un battello di pescatori su cui continuare la fuga. Alla fine trovò una barca, e fuggì con la figlia dell'imperatore. Non aveva nessun desiderio personale per lei, dato che era un eunuco. Voleva venderla ad un re, ed era preoccupato che qualcuno potesse desiderarla e prenderla con la forza. Allora la vestì con gli indumenti di un marinaio, per farla assomigliare ad un uomo. Ma, mentre navigavano, si scatenò una tempesta che trasportò la barca verso una costa sconosciuta, presso la quale il mezzo si sfasciò. Si trattava della stessa spiaggia deserta nelle cui vicinanze abitava il figlio del mercante.

Il pirata era un esperto delle rotte marittime, e sapeva che nessuna nave giungeva mai da quelle parti. Quindi suppose che non ci fosse nulla da temere, e lasciò che la donna vagasse per conto suo. Egli si incamminò in una direzione e lei nell'altra, alla ricerca di cibo e di acqua. La donna si allontanò sempre di più. Quando il pirata si accorse che la sua prigioniera non era più nelle vicinanze iniziò ad urlare per chiamarla, ma lei decise di non rispondere. "Se ha intenzione di vendermi", pensò tra sé e sé, "perché' dovrei rispondergli? Se mi trova gli dirò che non avevo sentito. Dato che vuole vendermi si guarderà dell'uccidermi. E se non mi trova tanto meglio." Così non rispose e si allontanò ancora di più. Il pirata la cercò dappertutto ma non riuscì a trovarla. Alla fine egli venne divorato dalle bestie feroci 34 di quel luogo. Intanto lei continuava a camminare. Mentre andava si procurava del cibo, finché arrivò al luogo ove viveva il giovane uomo. Dato che i loro capelli erano cresciuti, e dato che lei indossava vestiti maschili, i due non si riconobbero. Non appena egli la vide fu tuttavia molto contento del fatto che fosse arrivato li qualcun altro. "Come hai fatto ad arrivare qui?" le chiese.

"Mi trovavo sul mare con un certo mercante" rispose lei. "E tu come sei arrivato qui?" chiese a sua volta. "Anch'io tramite un mercante..." replicò. I due rimasero insieme 35.

Da quando la figlia dell'imperatore era stata rapita, l'imperatrice piangeva amaramente tutto il tempo. Incominciò a biasimare l'imperatore per quanto era successo. Come risultato dell'orgoglio di questi, il giovane promesso sposo era scomparso, ed ora lei aveva anche perso la figlia. "La ragazza era tutta la nostra fortuna e successo," diceva, "ora l'abbiamo persa. Cosa mi rimane adesso?" Continuava così ad accusarlo con veemenza. Anche l'imperatore era profondamente addolorato per la scomparsa della figlia. Le lamentele e le accuse della moglie si moltiplicavano, e presto tra i due si arrivò allo scontro aperto. La moglie aveva detto delle cose così pesanti sul suo conto che egli decise di allontanarla. Nominò dei giudici e la condannò a venire esiliata. Subito dopo tali fatti l'imperatore dovette andare a combattere una battaglia e subì una sconfitta. Diede la colpa ad un errore del suo generale, e lo fece esiliare. Anche la guerra successiva da lui combattuta finì in una sconfitta, e anche quel generale venne dimesso e allontanato. Così facendo, vennero mandati via un gran numero di generali.

Ad un certo punto i cittadini del regno si resero conto che l'imperatore stava comportandosi in un modo molto bizzarro. Prima aveva esiliato l'imperatrice, e ora tutti i generali (in più perdeva tutte le guerre). Decisero pertanto di capovolgere la situazione, di richiamare l'imperatrice e di rimuovere l'imperatore. Essa avrebbe governato la nazione. E così fu fatto. L'imperatore venne privato di ogni suo potere e venne esiliato 36, e sul trono del governo si sedette l'imperatrice 37. Ella immediatamente mandò dei messaggeri a prendere il mercante e la moglie, restituì loro tutto quanto avevano prima, e li prese a vivere con sé' nel palazzo reale.

Mentre l'imperatore veniva portato in una prigione lontana, chiese a quelli che lo stavano portando via di risparmiarlo. "Sono stato il vostro imperatore", implorò, "e vi ho fatto del bene. Ora abbiate compassione di me e lasciatemi andare. Vi prometto che non ritornerò qui mai più. Non avete nulla da temere. Lasciatemi andare e scomparirò. Lasciate almeno che nel mio esilio io sia libero."

Allora lo lasciarono andare per la sua strada. Egli continuò a camminare finché arrivò al mare. Si imbarcò su di un veliero, ma presto un vento irresistibile lo trascinò lontano, verso il luogo solitario dove vivevano gli altri due (il figlio del mercante e la sua propria figlia, che ora indossava vestiti da uomo.) Anche l'imperatore vagò finché arrivò allo stesso luogo 38 e li incontrò, ma nessuno riconobbe gli altri, dato che erano trascorsi molti anni e i loro capelli erano diventati lunghi. Gli chiesero: "Come sei arrivato qui?"

"Per colpa di un mercante..." replicò.

Anch'essi diedero una risposta simile alla sua domanda, e rimasero a vivere tutti e tre insieme, mangiando e bevendo come prima. Tutti e tre conoscevano la musica e suonavano degli strumenti, sia l'imperatore che gli altri due.

Tra loro era il giovane uomo ad essere maggiormente pieno di risorse, dato che era vissuto lì più degli altri. Egli si procurava della carne che tutti mangiavano insieme. Bruciavano del legno che nelle terre civilizzate sarebbe stato più prezioso dell'oro. Il figlio del mercante sosteneva che questo era un posto dove valeva la pena passare il resto della vita. Tenendo conto del tipo di benefici che la gente riceve nelle aree abitate, sarebbe piuttosto stato meglio vivere qui per sempre.

Gli chiesero: "Che cosa ti è successo prima di arrivare qui, per farti dire che qui si sta meglio?"

Rispose loro, raccontando di come egli fosse il figlio di un ricco mercante, e di come in quel tempo la sua vita fosse stata felice. L'imperatore gli chiese: "Hai mai sentito parlare dell'imperatore del mondo?"

Il giovane rispose di si. L'imperatore continuò, e gli chiese se avesse sentito parlare della sua bellissima figlia. "Si", affermò l'altro. Ma il ricordo di ciò lo fece adirare: "E' un assassino!", disse con veemenza, senza sapere chi aveva davanti. "Perché'?" chiese l'altro. "Mi trovo qui a causa sua."

"E come è successo?"

Il giovane decise che non aveva nulla da temere dai suoi compagni e raccontò loro l'intera storia della sua vita.

L'imperatore gli domandò: "Se tu avessi ora l'imperatore nelle tue mani, ti vendicheresti di lui?"

"No", rispose il giovane, "al contrario. Mi prenderei cura di lui così come mi prendo cura di te."

L'imperatore iniziò a singhiozzare e a lamentarsi. "Che vecchiaia infelice deve avere l'imperatore!" Disse infatti di avere sentito che la figlia dell'imperatore era stata rapita e che egli stesso era stato esiliato. Il giovane replicò: "Tutto ciò è avvenuto a causa del suo orgoglio e della sua crudeltà. Egli ha distrutto sia se stesso che la figlia. E' stato per causa sua che sono arrivato qui."

L'imperatore ripeté la domanda precedente:

"Se tu l'avessi ora nelle tue mani, ti vendicheresti di lui?"

"No", replicò ancora l'altro, "Al contrario, mi prenderei cura di lui così come mi prendo cura di te."

A questo punto, pieno di commozione, l'imperatore rivelò la sua identità, raccontando ciò che gli era successo. Il figlio del mercante cadde su di lui, e si abbracciarono e   si baciarono 39.

La bellissima donna aveva ascoltato tutto ciò che gli altri due si erano detti, ma per il momento preferì rimanere in incognito.

Il giovane uomo aveva preso l'abitudine di andare ogni giorno a fare dei segni su tre alberi. Vi erano migliaia e migliaia di alberi, ed egli continuava a cercare quello che conteneva la lettera della principessa. Ne esaminava tre al giorno, e li segnava 40, così da non dover ripetere l'esame in seguito. Faceva tutto ciò nella speranza di trovare la lettera. Quando ritornava dalla sua ricerca, aveva sempre gli occhi pieni di lacrime.

"Che cosa stai cercando in quegli alberi?" gli chiesero. "E perché ritorni sempre con le lacrime agli occhi?"

Rispose loro narrando l'intera vicenda di come la figlia dell'imperatore gli avesse mandato una lettera, che lui aveva nascosto all'interno di un albero, e di come poi il tornado l'avesse abbattuto. Ora ricercava quell'albero per recuperare la lettera. Gli dissero: "Domani verremo anche noi con te a cercare. Forse la troveremo insieme."

All'indomani, quando andarono a cercare con lui, la figlia dell'imperatore trovò subito la lettera 41 nascosta dentro un albero. Quando l'aprì riconobbe la sua calligrafia. Rifletté sulla situazione. Per rivelare tutto di un colpo la propria identità al promesso sposo avrebbe dovuto togliersi il travestimento. Ma così facendo la vista della sua bellezza avrebbe potuto colpire il giovane in modo talmente forte da farlo svenire o morire. Inoltre, la donna voleva fare le cose per bene, così da poterlo sposare secondo le regole. Così si limitò a riportagli la lettera, dicendo d'averla trovata in un albero.

Egli perse immediatamente coscienza. Lo fecero ritornare in sé' e lo aiutarono a riprendere la buona salute, ed erano tutti e tre molto felici. Ma il figlio del mercante disse: "A che cosa mi serve ormai questa lettera 42? Dove mai potrò trovarla? Certamente ora la mia promessa sposa si trova con qualche re. Che bisogno ho di tutto ciò? Lasciate che io passi qui il resto della mia vita!"

Egli le restituì la lettera e, credendo di avere davanti un uomo, le disse: "Ecco la lettera, vai e sposala tu stesso." La donna accettò l'idea, ma gli chiese di accompagnarla: "Sarò certamente in grado di conquistare la mano della principessa, ma voglio condividere con te ogni bene che mi deriverà da ciò."

L'uomo si rese conto che la persona che aveva davanti era molto intelligente, e che avrebbe davvero avuto successo in ciò. Quindi acconsentì ad andare con lei.

Ciò significava però lasciare solo l'imperatore, dato che egli aveva paura di ritornare alla sua terra. Ma la donna (che ne era la figlia) gli chiese di ritornare al mondo abitato dicendo: "Una volta che saremo là rintraccerò la bella figlia e la tua buona fortuna ritornerà." Così i tre si incamminarono insieme. Arrivarono al mare, trovarono una nave e salparono per la terra dove viveva la regina, dirigendosi poi alla capitale. La donna si rendeva conto che, se avesse rivelato di colpo la sua identità alla madre, questa avrebbe potuto morire per l'emozione. Quindi le mandò un messaggio dicendo che c'era un uomo che aveva delle notizie circa la figlia perduta. Indi si recò dalla madre, e le raccontò ogni cosa che era successa alla figlia rapita, e alla fine le confessò: "Sono io, sono io quella!"

Indi riportò anche la storia del suo promesso sposo, e di come anche lui si trovasse con lei. Tuttavia insistette che il padre, l'imperatore, fosse ripristinato al suo ruolo. La madre, pur nell'enorme felicità di aver ritrovato la figlia, non voleva accettare ciò, dato che tutti quei guai erano stati causati dall'ex imperatore. Comunque dovette sottostare alla richiesta della figlia. La madre mandò delle guardie a prenderlo nella prigione dove avrebbe dovuto essere rinchiuso, ma quando lo cercarono scoprirono che non c'era più. La figlia disse allora che anche l'imperatore si trovava con lei.

Si celebrò così il matrimonio e la festa fu completa. La coppia prese il governo del regno, e regnò in modo supremo sopra il mondo intero 43.

In seguito, il vecchio imperatore 44 non ebbe nessuna vera grandezza, dato che tutto ciò era avvenuto per colpa sua. Invece il ricco mercante ricevette molta gloria e onore.

 

 

COMMENTI E NOTE

 

La storia contiene delle straordinarie intuizioni e profezie riguardanti il processo di redenzione messianica, e il ruolo e l'apporto che i popoli gentili potranno dare in essa. Com'è noto, l'Ebraismo tende a porsi in un ruolo non solo centrale ma anche esclusivo, per quanto riguarda il come avverrà la redenzione messianica, possa essa accadere presto, nei nostri giorni. Ma non è una posizione valida, com'è dimostrabile in molti modi. Pur avendo un ruolo guida, gli ebrei abbisognano della collaborazione e della piena interazione con tutti i vari livelli sui quali si colloca l'anima dei gentili, per innescare il tanto atteso evento messianico. R. Nachman, piuttosto di scrivere complicate argomentazioni filosofiche, ci spiega tutto ciò con un favola meravigliosa. Come per altre storie, fu lo stesso R. Nachman in seguito a fornire alcune delle chiavi interpretative del racconto. Ma andiamo per ordine.

 

1 Un grande mercante. Il termine usato in yiddish (la lingua nella quale R. Nachman insegnava) è burgher (da cui deriva l'italiano "borghese"), che significa un membro della classe media. La radice di questa parola è burg, che significa "montagna". Sappiamo dalle stesse spiegazioni di Rabbi Nachman che ciò allude ai Patriarchi, secondo immagini presenti in diversi midrashim. In particolare, il mercante è Abramo, il cui legame con la montagna è chiaro fin dall'episodio nel quale egli stava per sacrificare Isacco sul monte Moria, il luogo del futuro Tempio di Gerusalemme. La grandezza spirituale di Abramo lo rende simile ad un monte. Sempre secondo Rabbi Nachman, la storia allude anche all'episodio nel quale Lot, cugino di Abramo, dovette scappare da Sodoma poco prima che questa venisse distrutta. Durante la fuga gli venne detto di dirigersi verso la montagna (Genesi 19:22). Il mercante rappresenta la ricchezza spirituale del popolo ebraico, e il povero invece è Lot, archetipo dell'anima delle nazioni del mondo.

Alla distruzione di Sodoma, Dio dice a Lot di dirigersi verso la grandezza e la sicurezza della rivelazione monoteistica ricevuta da Abramo (la montagna). Ma Lot in realtà arriva solo fino a Tzoar, una cittadina lì nei pressi. Si tratta di una città avente lo stesso nome della Tzoar egiziana, e ciò rappresenta come Lot, in qualche modo, abbia preferito dirigersi verso un altro tipo di sapienza, quella magica, rituale, politeistica. Un fatto analogo succede nel mondo, ogni qual volta la malvagità di qualche nazione arriva al colmo della misura, e Dio si prepara a intervenire nella storia e a distruggerla. Purtroppo le anime migliori di quella nazione, quelle degne di venire salvate, preferiscono soluzioni di ripiego piuttosto che effettuare il salto di qualità compiuto a suo tempo da Abramo. Ciò contribuisce al permanere della Shekhinà in esilio.

2 Un povero. Si tratta di un povero in spirito. Mentre il mercante è pronto a rischiare la propria vita per salvare la moglie del povero, questi in seguito complotterà contro la vita del figlio del mercante, per soddisfare il proprio orgoglio e ambizione. Come vedremo però, l'anima dei gentili possiede diversi livelli e sfumature. Il povero è solo uno di essi. Al di sotto di ciò troveremo il generale che gli rapisce la moglie, e il pirata che gli rapisce la figlia. Innanzi tutto, ciò mostra la mancanza di solidarietà che c'è tra gli stessi gentili. Il pirata infine è il livello di Amaleq, la parte più negativa dell'anima non ebrea, quella che non può ricevere nessuna rettificazione. Tale parte è quella dove ha origine l'antisemitismo.

3 Erano privi di figli. Come fu il caso di Abramo agli inizi.

4 Sognò. In Genesi (cap. 15) Abramo ha una visione notturna durante la quale gli viene annunciato che la sua futura discendenza sarebbe dovuta andare in esilio. Tale visione lo turbò profondamente. Nella storia di R. Nachman, qui si allude al fatto che la potenza e la supremazia spirituale sarebbero state tolte al popolo di Abramo e date ai gentili.

5 La moglie del povero. Questa è la parte migliore dell'anima dei gentili, la parte femminile. Non a caso il presente fenomeno di risveglio della coscienza spirituale di così numerose persone vede le donne al primo posto. Si tratta di quella componente umile e rispettosa, consapevole dei propri limiti, e disposta a ricercare l'illuminazione. In Cabalà il maschile è il datore, e il femminile è il ricettore. Questi è sovente ancora più importante di quello. La redenzione potrà avvenire solo quando l'anima dei gentili si porrà in un atteggiamento ricettivo e disponibile nei confronti dell'anima ebraica.

6 Qualcosa di sconsiderato. Il mercante decide di scendere nel regno delle klipot (le forze del male), per strappare ad esse le scintille divine colà prigioniere. Tale discesa non può venire compiuta nel normale stato di coscienza, ma è possibile solo in una condizione di consapevolezza alterata. (Ai lettori che hanno il corso di Cabalà del primo anno, pubblicato da Chokhmat ha-Emet consigliamo di rivedere il capitolo sulla lettera Quf). Analogamente si dice che lo stesso Messia dovrà possedere un pizzico di "santa pazzia", a guisa del re Davide, che si finse pazzo in diverse occasioni. Tuttavia, non appena la missione è compiuto, occorre ritornare allo stato normale.

La moglie del povero è l'essenza spirituale più sana dei gentili. Abramo rischia la propria vita per salvarla, dato che essa è indispensabile al processo di redenzione del mondo. Rabbi Nachman spiegò che tutto ciò ha a che fare col fatto che Abramo vide che in Lot c'era una scintilla del Messia. Infatti, dopo la fuga da Sodoma, le figlie di Lot giacquero col padre. Dall'unione con la figlia maggiore nacque Moav, una cui futura discendente sarebbe stata Ruth, un'antenata del re Davide, da cui viene il Messia. La storia di Ruth è di fondamentale importanza nella rivelazione biblica. Non si tratta di una semplice mattonella del processo di redenzione, uno dei tanti anelli della catena. Ruth rappresenta una svolta fondamentale. E' solo quando l'essenza spirituale delle nazioni del mondo decide di collaborare con l'anima ebraica, e riconosce l'autorità assoluta di Dio al di sopra di ogni altra potenza, che il Messia può nascere.

7 Una buca piena d'acqua piovana. Secondo l'halakhà (la legge ebraica), questo, come pure gli altri sei posti d'acqua sono utilizzabili come mikve, il bagno purificatore che la donna deve compiere dopo il periodo mestruale per essere nuovamente permessa al marito. Si tratta di sette purificazioni diverse. Ciò allude ai Sette Precetti dell'Alleanza Universale, nelle cui acque vive l'anima dei gentili deve immergersi e purificarsi. Ciò significa che non basta osservarli inconsciamente, quali fossero norme naturali o consuetudini sociali, necessarie al buon andamento della vita pubblica. Occorre invece accettarle come parte della rivelazione che Dio ha compiuto sul monte del Sinai, come l'espressione perfetta e completa della volontà dell'Onnipotente. Ecco perché' la storia di Ruth si legge a Shavuot, per sottolineare come il dono della Torà non sia un fatto che riguarda soltanto gli ebrei ma ogni persona di "buona volontà". Shavuot, "settimane", il nome della festa in cui si commemora la ricezione della Torà, può anche venire letto "shvuot", "giuramenti", proprio come i giuramenti compiuti dalla moglie del povero. Parte del giuramento è l'impegno preso dall'essenza spirituale dell'anima dei gentili di aiutare gli ebrei ad eseguire il loro scopo nel mondo. Secondo il Talmud, nei tempi messianici i gentili appoggeranno gli ebrei in ogni modo possibile, aiutandoli ed esortandoli a compiere i precetti della Torà, poiché da ciò dipende ogni ulteriore rettificazione dell'universo.

8 Figlio maschio. Si tratta dell'anima del Messia, destinata ad incarnarsi e a rivelarsi all'interno del popolo ebraico. E' molto bello vedere come la nascita di questa anima eletta sia possibile solo dopo aver superato la più difficile delle prove: entrare nel regno del male per strappare alle klipot la parte più nobile dell'anima dei gentili. E' quanto fece Abramo quando si preoccupò di salvare Lot (lo fece in ben due occasioni: prima quando combatté una guerra contro quattro re che avevano saccheggiato la città di Lot, e poi quando pregò Dio affinché risparmiasse i giusti che vivevano a Sodoma, e quindi Lot).

Uno dei paradossi più sentiti della Cabalà. è come l'anima del Messia passi anche attraverso rapporti incestuosi e peccaminosi. Così come Lot entrò nel dominio del male, quando giacque con la propria figlia, anche l'anima di Abramo entrò in tale ambito quando Yehuda, il suo pronipote che tra le dodici tribù avrebbe avuto in dono l'eredità della trasmissione messianica, ebbe un rapporto illecito con Tamar, la vedova dei suoi due figli. Dunque, nella leggenda di Rabbi Nachman scopriamo come il viaggio nel dominio del male (la città del generale) abbia un risultato enormemente positivo. Questo ovviamente a patto di resistere alle tentazioni colà incontrate.

9 Figlia femmina. Si tratta della stessa Shekhinà, in esilio tra i popoli gentili. L'esilio della Shekhinà consiste nel fatto che essa cede la propria forza e potere a re e a governanti indegni, che poi usano tale autorità non per elevare e rettificare il popolo, ma per soddisfare i propri istinti e piaceri più bassi. Comunque sia, ogni potere regale ha origine in Malkhut di Atzilut, che è la connotazione cabalistica della Shekhinà. Quando questa scende nei mondi inferiori, la sua autorità corre il rischio di venire utilizzata per motivi egoistici ed egocentrici. Vedremo ciò nell'esempio dell'imperatore. Pur se in schiavitù, la santità della Shekhinà rimane tuttavia pura e intatta, pronta a venire rivelata come tale dal Messia, pronta a mettere la propria forza e bellezza al servizio del Regno dei Cieli.

 10 Bellezza estrema. La Shekhinà rimane per sua natura assolutamente diversa e separata dal resto dell'umanità. La sua bellezza ispira ammirazione e desiderio in tutti, nessuno escluso. La radice unica e ultima di ogni bisogno umano è sempre e soltanto il bisogno dell'immanenza divina, di conoscere, vedere, ed unirsi a Dio. Purtroppo però, tale desiderio viene sovente perseguito nei modi più impropri e sbagliati, anche perché' la Sua immanenza, la Shekhinà, essendo in esilio, è costretta dalle klipot a mascherarsi e a apparire sotto forme ingannevoli (come si vedrà in seguito a proposito del pirata che la vestì da uomo). Pur essendo figlia della coppia che rappresenta l'anima dei gentili, non si deve pensare che siano questi ad averla generata. La Shekhinà è increata, e si trova tra i gentili solo come parte della sua discesa nei livelli inferiori della creazione (Malkhut di Malkhut di Assià).

11 Andarono a scuola insieme. Ciò denota come l'anima del Messia e la Shekhinà frequentino lo stesso Beit Midrash (casa di studio della Torà), nel più alto livello del Giardino dell'Eden. Inoltre, ciò può anche significare come ebrei e gentili possano studiare insieme, condividendo la ricerca della sapienza. Questa seconda opinione è corroborata da un dettaglio della fiaba: studiavano insieme lingue straniere, quindi strumenti di comunicazione tra popolo e popolo.

12 Imperatore. La componente maschile decaduta dell'anima dei gentili, quella dominatrice, ambiziosa, orgogliosa, è quella che conquista il dominio del mondo. Si tratta dell'archetipo biblico di Esaù.

13 Del tutto privo di denaro. E' l'esilio dei figli di Israele a causa delle persecuzioni e dell'invidia delle nazioni del mondo, che non vogliono accettare la sua elezione. Secondo le loro opinioni, Dio avrebbe cambiato idea e avrebbe dato la Sua preferenza a loro stesse. Tale è la base filosofica e teologica del Cristianesimo e dell'Islam, oltre che di un gran numero di sette che sostengono di essere state prescelte al posto di tutti coloro che in precedenza avevano affermato la stessa cosa. Tali supposizioni contraddicono un chiaro versetto profetico, dove Dio afferma: "Io sono Dio, non sono cambiato." L'errore teologico descritto prima è la conseguenza di un errata comprensione di cosa sia veramente l'elezione divina. Non si tratta ne' di un privilegio, ne' di una situazione favorita, ma di una responsabilità maggiore e difficile, che espone ad un giudizio più severo e immediato, qualora non ci si attenga al ruolo assegnatoci da Dio.

14 Sbarazzarsi del giovane. Le nazioni tentano di pervertire il concetto di Messia. Tuttavia il suo esilio lo aiuterà a riunirsi con la sua promessa sposa. Da ciò si vede che anche il male alla fine cederà dei risultati positivi.

15 Una Lettera. Si tratta dei segni che il Messia deve conoscere e possedere per poter accedere alla Shekhinà. Si tratta della conoscenza esoterica della Torà: La Cabalà.. Sulla lettera figura la descrizione dei sette luoghi d'acqua. Qui l'acqua non è solo l'elemento della purificazione ma anche il simbolo della sapienza superiore, che non è solo conoscenza astratta ma anche amore fertile e ristoratore.

16 Un arco. E' l'arma della preghiera, che lo difende dagli istinti inferiori e dalle forze del male. In diverse occasioni R. Nachman fece notare come il Messia sarà particolarmente esperto nell'arte del pregare, e combatterà e vincerà le sue battaglie proprio tramite l'arma della preghiera. E' stato anche il caso di tutti i più grandi maestri di Israele, ad esempio di Mosè, nell'episodio nel quale finché teneva le mani alte in preghiera riusciva ad ottenere la vittoria del suo popolo. Oppure, nelle varie volte durante le quali ottenne che Dio perdonasse i peccati di Israele. E' stato il caso di Abramo stesso, nella sua famosa petizione a favore del giusto. Isacco, che quando uscì a pregare nel campo vide arrivare la sua futura sposa. Giacobbe, che così sovente si rivolgeva a Dio, e l'elenco sarebbe troppo lungo per continuare. Dunque i Maestri, pur essendo dei massimi esperti nelle conoscenze esoteriche, compresi i loro aspetti pratici, se desiderano qualcosa lo cercano con la preghiera, e non tramite pratiche magiche.

17 Un luogo disabitato. Si tratta di un luogo particolare nella parte superiore Giardino dell'Eden, dove l'anima del Messia dimora fino a che il mondo non sarà pronto per la sua rivelazione.

18 Un coniglio. Si tratta di un animale non kasher. Ciò dimostra che al livello della loro radice in alto (nel giardino dell'Eden) tutti gli animali sono ugualmente puri. Tale percezione è di per se corretta, a patto che ci si renda conto del suo essere valida solo per un determinato livello superiore di realtà, non ancora rivelato qui in basso. E' interessante vedere come i falsi messianismi si siano distinti per l'abolizione di certe regole, sia alimentari che sessuali. Fu il caso di Shabtai Tzvi, che cercò di abolire il digiuno di Tisha be-Av, e di permettere certi cibi non kasher. Prima di lui fu il caso di Pietro, il più eminente dei discepoli di Gesù, che ebbe un sogno nel quale gli venivano mostrati ogni sorta di animali impuri, e gli veniva detto di mangiare. Il permesso di cibarsene è vero solo al livello della loro radice nei mondi divini, ma qui in basso, fino alla redenzione finale dell'umanità, sostenere l'abolizione di quelle regole all'interno dell'Ebraismo equivale a barare al gioco, a pretendere di avere già terminato il proprio lavoro quando invece il mondo è ancora pieno di guerre, sofferenze ed ingiustizie.

19 Figlie di nobili. Potrebbe trattarsi delle anime dei Chasidei Umot Olam, i Pii delle Nazioni del mondo.

20 Strumenti musicali. Come vedremo, il tema della musica, del canto e della poesia tornerà sovente nel racconto. Di tutto il Chasidismo, Rabbi Nachman è stato forse il maestro che più ha sviluppato il ruolo del canto e della musica nella preghiera e nella vita religiosa in genere. Secondo una radicata tradizione, il Messia, per lo stesso fatto di essere chiamato "ben David" (figlio di Davide), sarà un grande maestro in tale arte, continuando così la tradizione del suo antenato Davide.

21 Le acque non sono passate sopra di te. Frase molto misteriosa, probabilmente ispirata ad un versetto dei Salmi: "Tutte le tue onde sono passate sopra di me." Secondo Arieh Kaplan ciò significa che i giusti e i maestri che vengono a corteggiare la Shekhinà, nelle speranza di venire scelti per il ruolo di salvatori del mondo, non sono passati attraverso l'esperienza della discesa nel mondo delle forze malvagie, come fece il mercante quando andò a liberare la madre della futura principessa. Un altra spiegazione vede nelle acque il simbolo del sacrificio della propria vita a testimonianza dell'Unità divina, compiuto ad innumerevoli riprese dal popolo ebraico. L'ultimo grande passaggio delle onde su di loro è stato con l'Olocausto e la morte dei sei milioni. Si tratta del ripetersi in piccola scala dell'evento della Shvirat ha-Kelim, la Rottura dei Recipienti. Nella prima delle due creazioni, il Mondo del Caos, la distruzione avveniva tramite il fuoco. Questi infatti è Ghevurà, e il primo mondo è basato sul giudizio severo, Din o Ghevurà. Nel secondo mondo, quello della Rettificazione, la distruzione, qualora ve ne sia bisogno, avviene tramite l'acqua, come nel Diluvio universale. L'acqua è l'amore, la compassione, anche se a volte un eccesso di ciò ha conseguenze tragiche. Tuttavia se la persona accetta la prova con amore e fede allora diventa meritevole di "sposare la Shekhinà". A livello di popolo, Israele ha già senz'altro superato l'iniziazione del "passaggio delle acque", dal momento dell'aprirsi del Mar Rosso a tanti altri eventi meno gioiosi di quello. Sul piano individuale, tuttavia, Mosè è l'unico tra i grandi di Israele ad aver già superato tale iniziazione. Il suo nome significa infatti "tratto dalle acque" (il faraone voleva uccidere tutti i maschi israeliti annegandoli nel Nilo). Inoltre, gli episodi più salienti della vita di Mosè ruotano intorno al simbolismo dell'acqua. Egli stesso era nato nel mese di Adar, che significa "piovoso", nel segno dei Pesci, il segno della discesa nel mondo delle klipot per sottrarvi le scintille di santità. Tra tutti i grandi di Israele Mosè è quello che più di tutti si avvicina alla figura del vero Messia.

22 Cadeva a terra. L'intensità dell'esperienza mistica provata alla visione della Shekhinà può essere sconvolgente, come nel caso dei quattro maestri che entrarono nel Giardino dei segreti (il Pardes).

23 I tendini degli animali selvatici. Il Messia è in grado di trarre armonia e bellezza anche dalle forze negative.

24 Un tornado. Pur se in apparenza lo allontana ancora di più dalla principessa, in realtà ciò rompe il suo senso di compiacenza e di auto-sicurezza, ponendolo in una fase di ricerca attiva della sua seconda metà. Analogamente, Dio ci deve sovente mandare delle tempeste improvvise per rimetterci in moto lungo il cammino dell'evoluzione spirituale.

 25 Il re di quel paese. Come lui ce ne saranno altri due. Alcuni interpretano queste figure come riferimenti ai più importanti dei falsi messia provenuti dal popolo ebraico (numerosi altri sono emersi dalle nazioni del mondo). Tuttavia sembra improbabile che il vero Messia sia lui stesso a dare i segni segreti a dei ciarlatani. Altri dunque vedono in questi tre re nientemeno che le figure di Rabbi Shimon bar Yochai (l'autore del Santo Zohar), il grande Arizal (il più importante dei maestri di Cabalà dell'ultimo millennio) e lo stesso Baal Shem Tov. Ciò sembra paradossale, ma in un certo senso essi hanno avuto così tanto da fare nelle loro generazioni da aver "ritardato" la venuta del Messia, oscurando quasi il suo ruolo. Ognuno di essi aveva rettificato il mondo ad un grado così notevole da aver reso inutile la venuta del Messia nelle loro generazioni e nei 200 anni successivi.

26 Rifiutò di accettare le sue parole. La stessa Shekhinà, quand'è in esilio, ha difficoltà a riconoscere il vero Messia. Ciò è dovuto alla forte opposizione che egli suscita anche all'interno dei cerchi di religiosi ortodossi, come avvenne nel caso del Baal Shem Tov e di Rabbi Nachman, che furono il bersaglio di innumerevoli critiche da parte degli "oppositori" (mitnagdim).

27 Un pirata. Rappresenta un livello talmente negativo dei popoli gentili da non poter venire rettificato. E' da equiparare ad Amaleq, il grande rapinatore dell'umanità e il grande assassino del popolo ebraico.

28 Eunuco. Lo Zohar afferma: "el acher istares", "il falso dio (il principio del male) è castrato". Le forze del male sono come un virus, incapaci di riprodursi da sole, a meno che non riescano a penetrare una cellula viva, che poi usano da supporto per i propri piani distruttivi.

29 Abituato a rischiare. Anche il mercante aveva corso dei rischi. Inoltre, vedremo come egli passerà con la principessa gli stessi sette luoghi d'acqua. Un'altra delle caratteristiche delle forze del male è quella di imitare o parodiare il bene, peraltro essendo animate da ben altri scopi.

30 Uccelli dorati. Rappresentano le meraviglie della scienza e della tecnologia, che sovente sono utilizzate dalle forze del male per affascinare gli animi e catturarli in schiavitù.

31 Merci preziose. Ciò che il male cerca di vendere ha l'aspetto raro, prezioso e desiderabile.

32 Le tolse i vestiti. Spogliò la Shekhinà dei suoi rivestimenti spirituali, evento già successo ad Adamo, che si ritrovò nudo. Rappresenta la perdita della Luce Avvolgente. La cattura della figlia dell'imperatore rappresenta una ulteriore discesa della Shekhinà, in un esilio ancora peggiore del primo. Eppure ciò è il preludio della redenzione finale. Molte profezie affermano che prima della venuta del Messia ci sarà uno sprofondamento ulteriore del bene, e una grande prova collettiva.

33 I sette luoghi d'acqua. Essi potrebbero anche riferirsi ai Sette Centri di coscienza (vedi la pubblicazione di "Chokhmat Emet" su questo soggetto). Anche le forze del male ne conoscono l'esistenza e il funzionamento, e li utilizzano per conseguire i loro scopi malvagi.

34 Divorato dalle bestie feroci. Il pirata rappresenta anche tutta quella falsa spiritualità ispirata alla magia e alla stregoneria. Non a caso in molte scuole di magia è presente una profonda tradizione di antisemitismo, di un tipo ancora più virulento e radicato di quello di matrice cristiana. L'origine spirituale di tali correnti è nel mago Bilam, grande avversario di Israele, sia ai tempi dell'Egitto sia durante i quarant'anni nel deserto. Ma la differenza tra il pirata e il giovane figlio del mercante è che questi possiede un arco, e quegli no. L'arco è la forza della preghiera. I maestri e i cabalisti, pur studiando e conoscendo le stesse forze manipolate dai maghi, ottengono i loro scopi soltanto tramite la preghiera, che per essere veramente tale richiede uno stato di grande bitul, o annullamento della coscienza egoica. Al contrario, maghi e stregoni sono convinti di potere arrivare ai loro scopi soltanto grazie al proprio potere personale, che nella quasi totalità dei casi è unicamente l'illusione di un ego inflazionato. Il loro destino è quello di venire divorati dalle stesse forze negative da loro messe in moto. La principessa, e quindi la Shekhinà invece non corre rischi. Pur se a volte viene presa in schiavitù, ella è al di sopra di qualunque rischio di vita, essendo immortale per sua propria natura.

35 I due rimasero insieme. Tuttavia essi non si riconoscono. Il giovane odiava ancora l'imperatore, e finché nell'anima del Messia ci sono sentimenti negativi egli non può consumare l'unione con la Shekhinà.

36 L'imperatore venne esiliato. Privo della Shekhinà, sua unica sorgente di potere e di gloria, egli cade immediatamente in disgrazia. Il destino di tutti i regni umani che si sono ribellati contro il Divino, o nelle parole o nei fatti, è quello di cadere, primo o poi, miserevolmente nella polvere.

37 L'imperatrice. Il fatto del come il popolo si ribelli e riesca a riportare al trono l'imperatrice denota che in quella società c'era un elevato grado di democrazia. Dunque, il processo irreversibile di democratizzazione delle varie società civili è tra i segni più chiari dell'approssimarsi della venuta messianica. Il governo dell'imperatrice rappresenta l'ascesa al potere di governanti giusti e timorati di Dio, dedicati all'osservanza dei Sette Precetti dati da Dio ai gentili.

38 Arrivò allo stesso luogo. Solo quando c'è il confronto finale tra i vari personaggi della storia, incluso i cattivi, può arrivare la redenzione finale. Come vedremo, tale confronto è indispensabile affinché' il Messia dimostri in pieno tutta la sua compassione, e non si prenda una rivincita su di un nemico ormai sconfitto. 

39 Si abbracciarono e baciarono. Tramite la riconciliazione tra il Messia e le nazioni del mondo la redenzione finale può finalmente arrivare. La visione messianica di Rabbi Nachman è di una profondità e universalità incredibilmente vaste. Nella Bibbia questo evento è prefigurato dall'abbraccio tra Giacobbe ed Esaù.

40 Li segnava. La piena redenzione abbisogna del ritrovamento della lettera originariamente datagli dalla principessa. Essa rappresenta la sapienza esoterica della Torà, ultimo e più importante segno della idoneità da parte del Messia a svolgere il proprio compito. Essa è nascosta nell'Albero della Vita, la summa di tutta La Cabalà.. Il numero tre connette tali alberi con le tre preghiere quotidiane. Senza la componente della preghiera la conoscenza esoterica non può arrivare. In questo insistere sulla preghiera troviamo uno dei tratti più tipici e importanti del Chasidismo Brezlov, la scuola iniziata da R. Nachman. Tutt'oggi i suoi discepoli sono i migliori esempi di come vada intesa e vissuta la preghiera nell'Ebraismo. Una delle fiabe più belle di R. Nachman si chiama "il Maestro della Preghiera".

41 Trovò subito la lettera. La conoscenza dei segreti della Torà è così sublime ed elevata che solo la Shekhinà in persona può ritrovarla e ridarla al Messia, che già la possedeva ma che l'aveva quasi dimenticata tra i piaceri e le delizie superiori del Giardino dell'Eden.

42 A che cosa mi serve questa lettera? Non è facile percepire lo scopo pratico e diretto delle conoscenze esoteriche della Cabalà., finché l'esilio della Shekhinà continua.

43 Il mondo intero. Anche Rabbi Nachman paragona la prossima redenzione finale ad una festa nuziale. Con la venuta del Messia sarà finalmente possibile la piena riconciliazione tra l'uomo e la donna, e la felicità regnerà sovrana a tutti i livelli.

44 Il vecchio imperatore. Pur se rettificata, quella parte dell'anima dei popoli che è riconducibile all'imperatore non avrà più una vera grandezza e un ruolo di primo piano nel futuro mondo messianico. Non così la parte che corrisponde all'imperatrice, e quindi dei giusti tra le nazioni del mondo. Invece, la grandezza del mercante, e quindi il ruolo unico che il popolo ebraico ha avuto nella storia della salvezza, verrà universalmente riconosciuto e accettato.


La Cabala | Albero della Vita | Studiamo Insieme | Novita | Oltre Il Fiume | Programmi | Pubblicazioni| Glossario| FAQ| Bibliografia
Tutte le pagine sono ©1975-2009; Chokhmat Ha-Emet Sapienza della Veritá  info@cabala.org
Alcune dei lavori di arte sono ©1970­2009; Art & Kabballah David Friedman Levona Shurin ShazaRahel Wedding Ketubah Yitzhak Ben Yehuda, e  Yoram Raanan
XHTMLCSS, 508